Incidente sulla tangenziale: ciao Antonio, proveremo a darti valore

Catanzaro perde un altro suo figlio. A lui un saluto, ai parenti un pensiero L'INCIDENTE CON VIDEO 

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    di Gianluigi Mardente

    Un anno appena iniziato, a 28 anni, sono 365 giorni di luce, sole, speranza. In un anno bisestile come questo, i giorni diventano addirittura 366 e lo sguardo al futuro è più ottimista. Un giorno vale una vita, a 28 anni. Perchè ogni giorno hai mille motivi per vivere, nessun motivo per morire. La morte è un mistero che non ti dovrebbe appartenere. La vedi passare, ne senti parlare, ogni tanto ci pensi con timore. Ma poi la realtà fa i conti con i tuoi 28 anni, gli studi in medicina, una grande passione per la musica. Non c’è tempo per un pensiero alla morte. La tua morte. Non le dai retta, ma purtroppo può arrivare. Sempre. Ad ogni età e in ogni momento. Basta un attimo. Ieri sera per Antonio Laganà, studente di 28 anni catanzarese, è bastato un attimo. Fa freddo, piove, c’è vento. Catanzaro è buia , nera come una Fiat Seicento che fa da scatoletta poco protettiva ad un ragazzo che era in vita, nella piena vita, ed è andato dritto verso la morte. Qualcuno sostiene che stesse andando in un locale del quartiere Lido per mangiare una pizza con amici. Un tavolo prenotato che è rimasto vuoto, isolato al centro di un locale pieno. Un puntino nero in una sala festante. Antonio è morto. Non c’è più. I suoi amici gli stanno attorno- a piangere e vomitare – attorno alla sua salma coperta da un lenzuolo.  Piangere e vomitare. Le lacrime provano a purificare lo spirito, i conati di vomito sputano via un dolore che ha il sapore del veleno. Ogni battito di cuore richiama il singhiozzo: non c’è pace. Il vento è forte ma ha il rispetto di non sollevare ciò che copre la morte. Ciao Antonio, ragazzo del nostro tempo. Che la terra ti sia lieve e che tu possa stare in pace. Chissà, magari la morte non è brutta e tu ora stai meglio. Già, chissà. Non lo sapremo mai perchè nessuno mai potrà raccontarcelo e con il mistero della morte ogni uomo è costretto a misurarsi per riuscire a vivere veramente. Vivi davvero se accetti di dover morire. Antonio, ciao. Ormai non ci sei più e quindi non ci resta che sperare che tu abbia veramente vissuto ogni tuo istante di esistenza e che ora sei davvero in uno spazio che spesso disegnano i bambini: in cielo, in paradiso, tra le stelle, nella pace. Antonio va, ma c’è chi resta. Una madre, un padre, dei fratelli, gli amici. Lo strazio delle vostra urla ha calmato il vento. Le lacrime hanno fermato la pioggia e gli abbracci tra voi hanno aperto il cielo. O forse, chissà, c’è stato ancora maltempo ma nel centro di quel dolore, era solo un contorno. Non c’è pioggia pesante come una lacrima; non c’è vento che soffia come un urlo di dolore.  Antonio, li senti? Piangono per te. Soffrono per te. Non riescono a rialzarsi. E allora, ovunque tu sia, aiutali. Genitori, fratelli, parenti, amici: non abbiate la paura di soffrire da soli, ma abbiate anche il coraggio di piangere insieme. Abbracciatevi, parlate, incontratevi. Siate uno la forza dell’altro. La solidarietà tra il vostro dolore e l’unione dei vostri ricordi, alleggerisca il macigno che avete sul cuore alimentando le vostre anime. Non fatele morire nel dolore. Ad Antonio, un saluto. A voi, il pensiero del giorno. Catanzaro piange un suo figlio e si stringe attorno ad una sua famiglia. Affetti di Antonio, sappiamo che non esistono parole e gesti che possano cullarvi in questi giorni di tristezza infinita. Ma è giusto che sappiate che per voi ci siete voi, insieme ad una comunità che si ripete che tutto questo ” non è giusto” ma che non può e non vuole abbandonarvi all’idea che al mistero della morte replichiate con la rassegnazione ad una vita infelice. Anche le vite segnate dal profondo dolore hanno un senso profondo e uno spazio di felicità. Trovatelo. Magari nel ricordo di un ragazzo che vi ha regalato tante gioie in vita e , dopo la morte, non vuole lasciarvi in eredità solo il dolore.  Quel dolore che da ieri sarà sempre seduto al vostro fianco come un compagno di viaggio non gradito. Nel tempo, col tempo, sarà impossibile abbandonarlo. Ma potrete trasformarlo in un compagno di viaggio meno pesante. La speranza è che quel dolore diventi ricordo, leggera malinconia, spinta alla solidarietà, prudenza, leggerezza, dignità, rispetto, valore. Si, il valore alla vita. Quello che purtroppo riconosciamo quando un nostro “amore” incontra la morte. Ciao Antonio, proveremo a darti valore. Riposa in pace. 

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