Ospedale Covid nell’ala C del Policlinico, gli universitari dicono no e spiegano perchè

Nota del  Comitato Nazionale Universitario (CNU) di Catanzaro

Riceviamo e pubblichiamo la nota del  Comitato Nazionale Universitario (CNU) – sede di Catanzaro

Le Linee di Indirizzo Organizzative dei servizi Ospedalieri e Territoriali in corso di emergenza COVID-19, emanate dal Ministero della Salute in data 25 marzo 2020,

riportano chiaramente    la necessità che in tutte le regioni siano incrementati i posti letto dedicati all’emergenza COVID-19, sia di terapia intensiva sia di alta intensità di cure e di area medica.

Inoltre si prescrive di individuare stabilimenti ospedalieri da riservare alla gestione esclusiva di pazienti Covid-19, separati da quelli dedicati agli altri pazienti. Pertanto sempre il Ministero della Salute indica di mettere in atto strategie organizzative e gestionali che, nel più breve tempo possibile, consentano la netta separazione delle attività COVIDda quelle non COVID.

Ciò premesso e su questa base, il Magnifico Rettore dell’UMG Giovambattista De Sarro, ha proposto la creazione di un ospedale COVID nella struttura sita nel quartiere Marter Domini di Catanzaro, che fino al 2006 ha ospitato il Policlinico Universitario, prima che questo fosse trasferito nella sede attuale del Campus.

Tale proposta ha trovato il favore e la condivisione di numerosi rappresentanti politici, dei colleghi dell’AO. Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, nonché il supporto di numerose associazioni e della cittadinanza del capoluogo di regione. Tuttavia il commissario dall’AOU Mater Domini Giuseppe Zuccatelli, dopo il sopralluogo della struttura dell’ex Villa Bianca effettuato ieri, ha escluso tale possibilità sostenendo invece che l’edificio C del Policlinico possa essere la soluzione migliore.

Da docenti universitari da sempre impegnati non solo nell’ambito dell’assistenza, ma anche della ricerca e della didattica, vogliamo ricordare a Zuccatelli che nello stesso edificio del Policlinico coesistono non solo i reparti di degenza ma anche le aule didattiche, i laboratori, la mensa ed i servizi per gli studenti. Tutti elementi che concorrono a rendere attivo e funzionale un Ateneo che ha nella facoltà di Medicina il suo cuore pulsante.

La proposta avanzata da . Zuccatelli di creare presso l’edificio C del Policlinico una nuova area COVID, ci rende molto perplessi ed anzi ci preoccupa.

Il nostro timore è che i percorsi ed i flussi dei malati inevitabilmente si incrocino e si sovrappongano. Se infatti ad oggi i tre reparti COVID hanno sede nell’ala A, nell’ala B sono situate le sale di radiologia presso la quale si eseguono le TC polmonari (esami eseguiti regolarmente nei pazienti COVID-19).

La creazione di un nuovo reparto COVID nell’edificio C renderebbe difficile istituire percorsi che siano realmente e rigorosamente separati.

Inoltre a proposito del vaccino va detto che, se è vero che gli sforzi dei ricercatori a livello mondiale sono concentrati sul suo sviluppo e che recentemente sono iniziate le sperimentazioni cliniche sull’uomo, è altresì vero che ad oggi non è possibile stabilire quando un vaccino sarà pronto e soprattutto quando questo possa essere distribuito alla popolazione mondiale. Invece sono reali i dati provenienti da Cina e Corea, primi focolai della pandemia, che indicano come i pazienti guariti possono tornare positivi al tampone. Anzi gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano con certezza che nel prossimo autunno è prevista la ripresa della circolazione del virus.

Pertanto, fermo restando la necessità di uno studio di fattibilità su questa proposta e ribadendo il nostro impegno di universitari a continuare a dare il nostro contributo in questa emergenza nazionale,

chiediamo a Giuseppe Zuccatelli di rivedere le proprie posizioni sulla proposta del Magnifico Rettore, che trova il suo razionale nelle raccomandazioni nazionali ed internazionali,

sempre nell’ambito di un confronto costruttivo e finalizzato esclusivamente alla tutela della salute dei cittadini calabresi.