Riforma del welfare calabrese, terzo settore: “Comune incapace ed inadempiente nella gestione di un settore delicato”

Infatti manca tutt’ora una vera attivazione degli uffici di piano che impedisce l’adozione dei relativi piani di zona che rappresentano l’unico vero strumento di individuazione dei bisogni e delle azioni programmatorie

Il comune capo ambito di Catanzaro, capoluogo di regione, si dimostra incapace ed inadempiente nella gestione di un settore fragile e delicato quale quello delle politiche sociali che riguardano le fasce più deboli della nostra popolazione. Abbiamo da sempre espresso alla regione Calabria le difficoltà in cui si sarebbero trovati quasi tutti gli ambiti territoriali, specie a seguito dell’adozione di una frettolosa normativa, adottata nella scorsa legislatura regionale, definita pomposamente “riforma del welfare calabrese” ma da tanti definita “una non riforma”.

Trattasi, infatti ed in sostanza, di una semplice regolamentazione delle strutture socio assistenziali della regione. Da gennaio scorso dopo un tiepido tentativo della maggioranza in consiglio regionale di procrastinarne gli effetti, vennero trasferite ai comuni capi ambito le risorse per il pagamento dei servizi offerti da strutture socio assistenziali (disabili, minori, anziani, ecc). A tutt’oggi però vari ambiti risultano inadempienti – fra questi anche i comuni di Catanzaro e Soverato stranamente non indicati dall’assessore regionale nell’elencazione dei comuni insolventi. L’assessore ha diffidato e minacciato l’invio di apposito commissario per l’adozione dei provvedimenti dovuti. Ci chiediamo a questo punto se i comuni di Catanzaro e Soverato saranno compresi in questa determinazione, coscienti che, qualora non accadesse, comporterebbe ulteriori ritardi nel pagamento delle strutture ricadenti nei rispettivi ambiti territoriali. Oltre 10 mesi di ritardo stanno portando al collasso decine di centri di assistenza che giornalmente offrono servizi a centinaia di utenti. Il quadro complessivo, soprattutto in questi due ambiti, risulta altresì appesantito da gravissime ulteriori inadempienze che ci inducono a ritenere difficilmente attuabile una vera riforma socio sanitaria tanto più necessaria ed urgente in questa fase delicata del covid.

Infatti manca tutt’ora una vera attivazione degli uffici di piano che impedisce l’adozione dei relativi piani di zona che rappresentano l’unico vero strumento di individuazione dei bisogni e delle azioni programmatorie. Fa specie che i sindaci dei comuni interessati non abbiano alcunché da osservare. Essi ben sanno, altresì, che in tal modo si tradiscono le aspettative dei propri cittadini e non si danno adeguate risposte alle sofferenze giornaliere. Non riteniamo sufficiente la distribuzione dei buoni spesa quando si resta sordi alle vere esigenze delle famiglie portatori di gravissime problematiche e sconvolte da condizioni di autentico disagio.

Il portavoce
Giuseppe Apostoliti