Ventinove anni di sacerdozio e un nuovo libro. Don Concolino e un dire Dio senza compromessi

Domani l'anniversario della sua ordinazione e tra qualche giorno la sua ultima fatica in libreria

Ha deciso di farsi un regalo o di farlo ai suoi fedeli per il suo ventinovesimo anno di sacerdozio.

Don Mimmo Concolino, 55 anni, cappellano dell’Università Magna Graecia e rettore della Rettoria di Montecorvino, domani festeggerà l’anniversario del suo sacerdozio e tra qualche giorno sarà in libreria il suo ultimo lavoro  dal titolo: “La parola affidata. Parlare di Dio in un mondo plurale”, Ed. Tau.

Libro nato in ambiente universitario

Dice don Mimmo “Nato in ambiente universitario, è un libro che desidera fare sintesi intorno al tema della ‘Parola di Dio’, cioè al comunicare la fede, partendo dalle quotidiane obiezioni, suggestioni e domande e che via via mi sono state poste in questi ultimi anni tra i corridori e le aule dell’università Magna Graecia di Catanzaro.

Molte volte erano dialoghi informali con docenti e studenti, con credenti, non credenti, o semplicemente ‘distratti’.

“Tale circostanza- prosegue don Mimmo –  però mi ha permesso di riprendere, un’antica passione e riflessione interrotta anni fa, al termine della mia ricerca dottorale, che verteva proprio sulla Teologia della Parola nel Concilio Vaticano II. Avevo dedicato una serie di studi al concetto di ‘Parola sinfonica’ con le sue implicazioni nel mondo di oggi e più in generale sulla presenza di un pensiero cristiano in luoghi di frontiera. Mi interessava il linguaggio di fede, la semplicità e forza di un dire Dio senza compromessi.

Quale è il posto della Parola nella nostra relazione con Dio?

In questo ultimo lavoro, mi sono chiesto, tra le altre, cose quale sia il posto della Parola nella nostra relazione con Dio, quale apporto di senso la parola della fede offre nei più svariati contesti culturali, una parola che sembrerebbe non trovare più cittadinanza nel cuore e nella mente d uomini e donne del nostro tempo, anzi proprio questa Parola si trova spiazzata dall’enorme massa di altre parole apparentemente più accattivanti e potenti. La parola della scienza, della tecnica, dell’economia, della politica, della spiritualità vaga, e di molte altre forme di pensiero chiedono e ottengono dagli uomini molti più consensi rispetto alla povera parola di Dio”.

Don Mimmo Concolino

Ma esiste davvero una inconciliabilità tra Parola di Dio e le parole di uomini che vivono nel mondo? O, allargando lo sguardo, c’è opposizione tra una weltanschauung cristiana e una presa di parola che sorge dai suddetti contesti ?

Ho cercato perciò di andare più a fondo, cercando di arrivare alle radici del pensiero cristiano (e non solo), e ricavare il senso originario e originante di quel Verbo che ha diviso la storia dell’umanità in due parti e che sorprendentemente continua a stupire e meravigliare. Anzi proprio in contesti che non ci aspetteremmo (per me è stata l’università ed il mondo della non credenza implicita ed esplicita), è possibile cogliere i frutti più significativi del suo darsi”.

La bellezza del Verbo di Dio dentro ogni esistenza

Prosegue don Mimmo raccontando di questo libro: “Ho cercato di parlare ancora una volta della bellezza del Verbo di Dio dentro ogni esistenza umana che voglia qualificarsi come autentica, di spiegare perché è una Parola che non distrugge le altre parole ma le invera, e per ciò che riguarda la parola biblica essa è parola che ci legge più che essere letta, che ci parla e si ascolta, più che essere un nostro possesso mentale.

Di questa Parola dunque, ho scritto, la Parola che ho amato fin da ragazzo e che continuo ad amare oggi nel mio apostolato quotidiano. Ho scritto di un Verbo singolare ed eccedente (perché precedente) ogni darsi scritturistico e testimoniale”.

Il ringraziamento al Rettore e a tutto il mondo universitario

“In fondo ho scritto ancora una volta di Lui, di una Persona, di un Volto e di storia specifica: quella del Figlio di Dio fatto uomo.

Spero come sempre che questa lettura possa aiutare molti a mettersi in cammino o riprendere il viaggio interrotto verso quel Dio che ha scelto di mostrarsi nel suo Verbo incarnato e non si è stancato mai di cercarci li dove si siamo rintanati.

Un particolare ringraziamento va al Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia, prof. Giovanbattista De sarro, che mi ha fatto dono della sua bella e secondo me sorprendente prefazione”.