In piazza la Catanzaro che non discrimina fotogallery

Ordinata e colorata manifestazione di solidarietà ai discriminati per l’orientamento sessuale e di genere e contro l’ostruzionismo al ddl Zan

I colori sono quelli dell’arcobaleno, anche se la tavolozza va continuamente aggiornata con nuove tonalità.

lgbt

L’acronimo LGBT (indica persone lesbiche (L), gay (G), bisessuali (B), e transgender (T)), non basta più a rendere la realtà per quella che è, occorre da tempo aggiungere altre lettere, la Q (sta per Queer) e la I (le persone intersessuali) e la A (sta per Asessuale), che forse neanche bastano, per questo si aggiunge il suffisso + che significa varie ed eventuali. Il mondo è bello perché è vario, e non è una banalità.

Le sigle accorse sono tante, in questa piazza Prefettura di Catanzaro che alle cinque de la tarda è ancora assolata, tanto che i primi arrivati si rifugiano nella striscia d’ombra che costeggia il palazzo delle Poste.

Ma questa presto non basterà perché la “Catanzaro che non discrimina” è più numerosa e più viva di quanto dicano alcuni brutti episodi disseminati nel lato tenebroso e nerboruto del web culminati la settimana passata nell’imbrattamento dell’utilitaria di Davide Sgrò, attivista Lgtb cittadino che farebbe volentieri a meno dell’improvvisa popolarità che gli è piovuta addosso grazie all’improvvida frenesia graffitara di qualche omofobo in vena di offese.

“Sono felice – ci dice dopo essere brevemente intervenuto al microfono della piazza – che Catanzaro si sia esposta così, con questa partecipazione. Non me lo aspettavo. Sotto questo punto di vista è una città che deve maturare.

Però, già avere pensato e organizzato un evento del genere può svegliare le menti di molti. Prendo l’occasione per invitare chiunque è vittima di ogni genere di violenza di denunciare, di non trascurare nulla. Anche un insulto può ferire, come è successo ieri a Torino, insultato sui social e morto suicida. È importante lottare, ma anche avere vicino le istituzioni e le forze dell’ordine”.

Qui in piazza le forze dell’ordine, polizia in particolare ci sono, i loro mezzi si stagliano massicci verso il palazzo del Governo e chiudono gli ingressi laterali. Controllano che tutto proceda tranquillo, e così sarà. Al culmine della manifestazione si sono contati 300 partecipanti.

Le sigle che hanno organizzato sono tante, difficile elencarle tutte senza dimenticarne qualcuna. C’è il sindacato, la Cgil tutta e la Filcams in particolare, l’Usb, i partiti storici della sinistra, Pd e Psi, e Volt loro partner del Nuovo centrosinistra, la sinistra più in là, Potere al Popolo e Rifondazione comunista, Stella Popolare, il nuovo che irrompe, Calabria resistente e solidale, l’associazionismo che studia e ricorda come l’Anpi e l’associazionismo che si muove e diverte, come l’Arci, quello femminile come “Non una di meno” e “Ci siamo rotti i tabù”. C’è la Sardina Jasmine Cristallo, la cantastorie Francesca Prestia e Cambiavento.

“Bisogna sempre difendere i diritti e le libertà – ci dice il suo leader, Nicola Fiorita – perché quando vengono messi in discussione i diritti di qualcuno vengono messi in discussione i diritti di tutti. E significa difendere la nostra idea di città aperta, inclusiva, moderna, tollerante.

Per questo è bello essere qui con tanti ragazzi, dobbiamo assumere di esserci ogni qualvolta sarà necessario. Catanzaro ha risposto per come sa rispondere. É una città che ha a cuore la libertà e i diritti. È una città migliore di quanto venga descritta a volte. Penso che chi ha partecipato lo ha fatto per reagire a dei fatti che non hanno fatto onore alla nostra città”.

Anche se chi ha pensato la manifestazione l’ha fatto anche in antecedenza, per l’avvertita esigenza di promuovere e sollecitare l’approvazione definitiva del ddl Zan che tarda ad arrivare in aula al Senato per le obiezioni di una parte consistente del centrodestra parlamentare.

“La data della manifestazione di oggi, 28 giugno, non è casuale – ricorda Antonio Gallittu, responsabile dell’Ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale -perché coincide con il giorno dei moti di Stonewall, avvenuti nel 1969 ad opera del movimento di liberazione gay di New York. Non c’è alcuna ragione di tergiversare per l’approvazione definitiva del ddl Zan dopo che è stato abbondantemente discusso e largamente approvato alla Camera.

Il provvedimento legislativo, in verità, non fa altro che aggiungere la discriminazione fondata sul sesso, il genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità, a quanto già prevede la legge Mancino 122 del 1993, che punisce i crimini d’odio e dell’incitamento all’odio.

Né valgono le accuse artatamente mosse che il ddl Zan interferisca sulla libertà d’espressione, perché interviene solo sull’istigazione e sul commettere atti di discriminazione o di violenza, e non sull’eventuale propaganda a sostegno della propria opinione”.

Fare presto, è quasi un mantra in tutti gli interventi. È l’antidoto alla spirale d’odio verso l’orientamento sessuale non incanalato lungo i binari usuali del cisgender.