Facoltà di Medicina a Cosenza? Occhiuto non lo esclude

Le dichiarazioni del presidente di giunta a margine del convegno di cardiologia a Catanzaro, Pietra di paragone, il Veneto, con otto facoltà

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Roberto Occhiuto non ne farebbe una questione di campanile, eppure difficile sottrarre l’ombra a una questione che viceversa dimostra giorno dopo giorno di avere sostanza e corporeità. Solo i fantasmi, le entità che non esistono, non fanno ombra. La facoltà di medicina ad Arcavacata o, meglio, a Cosenza perché legata al progetto del nuovo ospedale della città, prende sempre più corpo. Per reazione avversa, come suggeriscono i ripetuti allarmi di Valerio Donato sulla questione. Per assuefazione implicita all’idea, come sembra tranquillamente disposto ad ammettere il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto a margine del suo intervento a Catanzaro al convegno nazionale di cardiologia. Per farlo, come spesso in tema di sanità, Occhiuto prende a paragone le migliori e più grandi realtà regionali.

Generico settembre 2022

Questa volta è il Veneto a fungere da paragone. È vero, è leggermente più grande e popoloso, sette province e 5 milioni di abitanti, ma ha – dice il presidente, ben otto facoltà di medicina. La Calabria scarsamente non raggiunge nemmeno i due milioni di residenti e, conti alla mano, potrebbe anche sopportare due facoltà. Anzi, se i conti non sono opinabili, e se questo è il metro di misura di Occhiuto, potremmo addirittura arrivare a tre o quattro. Cosa sono poi queste quisquilie, quando difronte alla vastità dei problemi di cui soffre la sanità in Calabria c’è un territorio che si offre spontaneamente a sopperire alla mancanza di medici con una nuova facoltà? Ben venga dunque un’altra facoltà di medicina, che non si potrà chiamare nemmeno seconda perché destinata, viste le relative proporzioni dei due atenei, a diventare presto la prima. Poi, il presidente concede bontà sua all’Umg la legittima aspirazione a esistere e crescere. Purché, e qui come dargli torto, Università di Catanzaro e Policlinico incidano realmente sulla sanità del territorio e della Calabria.

Per dire che finora non lo hanno fatto, e il pensiero di tutti va subito alla nullità dell’apporto in termini di urgenza ed emergenza. Come potrebbero farlo se una seconda facoltà di medicina in Calabria sottrae a Catanzaro iscritti, specialità, posti letto, laureati? Forse Occhiuto ha la soluzione in mente e ancora non l’ha esplicitata. Dopo i cinquecento medici cubani, cosa c’è di più facile, e risolutivo, che importare 5000 studenti? Un’ambasciata disposta a collaborare la si troverà pure. 

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