Parifica del rendiconto 2021 della Regione Calabria: la Corte dei Conti dice sì, ma…

Permangono le criticità in tutti gli abiti esaminati: gestione, sanità, fondi comunitari, partecipate, indebitamento

Si è svolto questa mattina, nell’aula di udienza della Corte dei conti di Catanzaro, il giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio 2021. Un appuntamento annuale al quale – come ha detto Roberto Occhiuto nella parte che gli competeva come difensore delle buone ragioni dell’ente che presiede – i presidenti di Regione non partecipano mai volentieri. Perché anche a volere essere oltremodo buona, una parifica che dica che tutto va bene non si è mai sentita. E figuriamoci in Calabria, dove spesso, se non sempre, la formula della delibera conclusiva della Camera di Consiglio della Sezione è più o meno questa: la Corte parifica il rendiconto nelle sue componenti del conto del bilancio e del conto del patrimonio ad eccezione …. È stato così l’anno scorso, è stato così questa mattina, quando le eccezioni, lette dopo la breve Camera di Consiglio della presidente di Sezione regionale di controllo Rossella Scerbo sono state, accogliendo in ciò le richieste formulate in udienza dal procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma: la quota di recupero  del disavanzo iscritta  in bilancio come prima voce di spesa per l’importo di € 29.389.711 in luogo di € 34.014.975 a causa della mancata iscrizione dell’ultima quota del ripiano del disavanzo sostanziale  al 31.12.2014, con conseguente  impatto sul risultato di amministrazione della gestione di competenza;
la non corretta quantificazione dell’utilizzo fondo anticipazioni liquidità all’1.1.2021 in € 217.321.380, in luogo di € 136.474.167;
la non corretta determinazione al 31.12.2021 del rimborso prestiti fondo anticipazione di liquidità in € 217.321.380 in luogo di € 213.430.028;
conseguentemente, al risultato di amministrazione che passa da € 1.447.675.450 a € 1.445.015.875 con un peggioramento di € – 2.659.575,75 con conseguente impatto sulla parte disponibile del risultato di amministrazione e sugli equilibri di bilancio.

Generico novembre 2022

Queste sono le risultanze contabili finali. Ma il giudizio complessivo che consegnano la requisitoria del procuratore e la delibera della Sezione – illustrata sulla Gestione finanziaria dalla presidente e arricchita dai contributi dei magistrati relatori Ida Contino su Servizio sanitario regionale e Fondi Comunitari, Emanuela Friederike Daubler su Conto del Patrimonio, Conto Economico, Indebitamento e Debiti fuori bilancio, Salvatore Antonio Sardella su Partecipate, Enti strumentali e Fondazioni – è impietoso in ogni capitolo toccato.

Le criticità gestionali
Ha detto e ha scritto nelle conclusioni la presidente Scerbo riguardo alle criticità gestionali: “si tratta di criticità già rilevate nelle precedenti parifiche, in relazione alle quali è stata sollecitato un deciso intervento dei competenti organi regionali” E cita i vincoli di cassa derivanti dai pignoramenti, dove “non sono stati compiuti progressi nella situazione di mancata conoscenza da parte dell’Ente delle cause dei vincoli e dell’attualità e validità dei rispettivi titoli”. Permane poi “una situazione meritevole di un adeguato controllo in relazione al mantenimento in bilancio del residuo attivo relativo alla costruzione della diga sull’Esaro-Cameli, la cui riscossione, stante la remota origine e la mancata movimentazione, appare allo stato incerta, data anche la mancanza di un positivo riscontro da parte dell’amministrazione erogante”. Così come fa cenno ai “residui afferenti agli Accordi di Programma Quadro (APQ) che, all’esito dell’istruttoria svolta, sono risultati gestiti in maniera massiva e, pertanto, confusa”.

Gestione della sanità: servizi inadeguati nonostante le ingenti risorse
Simili conclusioni negative sono emerse dalle altre relazioni. Per l’impatto preponderante che ha sul bilancio regionale, particolare attenzione, anche nella risposta del commissario presidente Occhiuto, ha ricevuto la relazione del consigliere Ida Contino. “Nonostante la Calabria riceva ingenti risorse destinate alla salute dei cittadini, e sebbene i calabresi in questi dodici anni abbiano continuato a finanziare copiosamente la sanità regionale con il versamento delle extra aliquote Irap e Irpef, i cittadini non godono di servizi sanitari adeguati”. Se la sintesi è questa, la si comprende meglio scendendo nel dettaglio delle cifre: “Circa il 20% dei ricoveri dei calabresi è effettuato in strutture collocate al di fuori del territorio regionale. Nel 2021 il saldo della mobilità interregionale è pari a -242 milioni di euro”. Per quanto riguarda i Livelli essenziale di assistenza a maggio 2021 la Calabria “si è collocata all’ultimo posto in Italia avendo totalizzato un punteggio pari a 125 su un minimo di 160 in diminuzione rispetto all’anno precedente ove il punteggio ottenuto era stato di 162. I posti letto sono sottodimensionati di 654 rispetto a quando previsto nel programma operativo 2019-2021″.

L’accesso alla diagnostica strumentale è estremamente difficoltato: nelle tipologie considerate, le attrezzature a maggior impegno tecnologico (acceleratori lineari, angiografi, gamma camera computerizzati, mammografi, risonanze magnetiche)  presenti nel territorio regionale sono 213 di cui 120 in uso presso le strutture pubbliche e 93 nelle strutture private, proporzioni rispettate anche per quanto riguarda le risonanze magnetiche che su un totale di 55, trentasei sono in uso in strutture private e 19 in strutture pubbliche. Ci sono voluti più di nove anni tra l’acquisto e il collaudo di una risonanza magnetica alla azienda universitaria di Catanzaro, più di sei anni e mezzo tra l’acquisto e il collaudo alla azienda ospedaliera di Cosenza e più di cinque anni tra l’acquisto e il collaudo di due risonanze magnetiche all’Asp di Cosenza e tre all’Asp di Reggio Calabria”. Ancora, rileva la magistratura contabile: “permane la criticità dell’effettiva determinazione dell’ammontare del debito, assenza ormai non più giustificabile del bilancio consolidato del settore sanità. Come reiteratamente segnalato dagli organi di revisione la gestione delle aziende sanitarie è connotata dalla non attendibilità dei dati in conseguenza del disordine nell’amministrazione degli ingenti flussi finanziari dedicati all’assistenza sanitaria. Tale non tollerabile e illegittima condizione in violazione dei più elementari principi in materia di contabilità pubblica”.

Fondi comunitari

Il Consigliere Ida Contino scrive di “un preoccupante ritardo nell’attuazione del Programma, che pone a rischio obiettivi di sviluppo e crescita, con conseguente potenziale perdita di risorse comunitarie. È necessario dare impulso ed accelerare tutto il processo di spesa per scongiurare la perdita di importanti e significative risorse (rischio calcolato nella misura presunta del 9%), rilevanti per tutto il sistema economico calabrese. Occorre infine, intercettare tempestivamente le economie di progetto maturate o maturabili per riorientare risorse su Assi/azioni più performanti”. 

Criticità gestionali generali che si ripercuotono sui risultati conseguiti
In generale, il bilancio regionale soggiace a una sorta di ingessatura che gli consente poca agilità. Queste le cifre date dal procuratore Palma.” “L’analisi dei dati acquisiti al giudizio evidenzia come il valore di risorse di natura vincolata sia consistente: il 62,4% per la sanita’, il 15,8% per investimenti (Por, Pac, Fsc e Pnrr) e l’8,2% per altri fondi vincolati. Entrate libere da vincoli sono pari al 12,2%. Ciò rappresenta un limite oggettivo all’azione di governo”. In sintesi, secondo il procuratore:” “l’esito della gestione 2021 è caratterizzato dal permanere della Calabria all’interno dell’area delle Regioni meno sviluppate nonostante l’ingente flusso di risorse messe a disposizione per colmare le differenze strutturali con le altre regioni d’Europa”.