Zes Unica: “C’è il rischio che si rimetta in piedi la Cassa per il Mezzogiorno”

Le perplessità dei consiglieri comunali di Catanzaro Alberto Carpino e Danilo Sergi    

Nota dei consiglieri comunali Alberto Carpino e Danilo Sergi  

La chiamano Zes Unica ma la sensazione, spiacevolissima, è che possa trattarsi di una nuova Cassa per il Mezzogiorno, uno strumento all’insegna della visione accentratrice del governo, che annulla le peculiarità delle singole realtà regionali e anzi rischia di metterle in concorrenza tra loro innescando il ritorno dei più perniciosi meccanismi clientelari, quegli stessi meccanismo che hanno prodotto al Sud i disastri che conosciamo bene e di cui continuiamo a pagare le conseguenze.

Dal primo gennaio del 2024, dunque,  la cosiddetta struttura di missione – che il governo ha avuto l’astuzia di non chiamare cabina di regia, visto che questa definizione odora fin troppo di scatola vuota – farà piazza pulita delle attuali singole gestioni commissariali dando sostanzialmente al governo centrale il diritto all’ultima parola su comparti e iniziative economiche cui destinare le agevolazioni. Per la Calabria, sicuramente una notizia negativa, visto che è opinione comune che l’attuale commissario si sia dimostrato fin qui molto operativo, veloce, capace di un’ottima e proficua interlocuzione coi sistemi produttivi e con le Istituzioni locali sulle diverse iniziative che hanno preso corpo nell’ambito della Zes Calabria.

Niente di tutto questo sopravvivrà. Torneremo a dipendere da Roma, condividendo il medesimo destino con il resto delle Regioni e nel dubbio più che lecito di una dotazione finanziaria del tutto insufficiente. Insomma, una replica dello scippo già consumato sul Pnrr da Salvini e con l’aggravante della nascita di una struttura elefantiaca politico burocratica nella quale rischiano di finire inghiottite le ultime speranze del Mezzogiorno.