Visita del ministro Piantedosi, sit in di protesta dell’Usb in piazza Matteotti foto

"Bisognerebbe discutere della difficile situazione del Sud ma non in seminari vuoti di contenuti"

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Oggi, 23 settembre, a Catanzaro, l’Unione Sindacale di Base (USB) ha organizzato un sit-in di protesta in Piazza Matteotti in occasione della visita del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Mentre il ministro era impegnato in un seminario dedicato al “futuro dei comuni”, i rappresentanti dell’USB hanno preferito esprimere il loro dissenso in piazza.

“Piuttosto che ascoltare quella che consideriamo propaganda, che solitamente si traduce in un nulla di fatto, abbiamo scelto di protestare”, si legge nella nota diffusa dai rappresentanti dell’USB, che ha contestato l’approvazione dell’autonomia differenziata e del cosiddetto decreto sicurezza, la cosiddetta “norma anti-Gandhi”, che prevede pene detentive per chi blocca strade o ferrovie durante le manifestazioni.

 

L’USB ha sottolineato che questa legge rappresenta una “deriva illiberale” perché criminalizza il dissenso, colpendo in particolare i giovani eco-attivisti, e ha espresso preoccupazione per l’impatto che questo avrà sulle minoranze. “In una democrazia solida e matura, le forme di protesta devono essere protette, perché sono l’essenza stessa della democrazia”, hanno aggiunto.

 

Oltre alle critiche sulla gestione della sicurezza, l’USB ha attaccato anche le politiche economiche del governo. “Piuttosto che destinare fondi ai cittadini, il governo ha scelto di spenderli per l’economia di guerra, finanziando il riarmo e lasciando i salari italiani, già i più bassi d’Europa, ulteriormente penalizzati dall’inflazione”, hanno affermato.

Infine, l’USB ha ricordato al ministro Piantedosi la difficile situazione del Sud, con un riferimento particolare ai 4.200 precari tirocinanti della pubblica amministrazione in Calabria, le infrastrutture vetuste e la crisi della sanità locale. “È su questi temi che bisognerebbe discutere, non su seminari vuoti di contenuti”, hanno concluso.

Durante il sit-in, l’USB ha anche fatto riferimento alla tragedia di Cutro, ricordando i “94 morti dei soccorsi negati”. Una protesta che punta i riflettori su tematiche centrali per il futuro del paese, con un appello a non dimenticare le disparità tra Nord e Sud e i diritti dei cittadini.

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