Catanzaro sempre più marginalizzata. Dallo smembramento del 1992 in poi

Un futuro condiviso Catanzaro-Lamezia per non scivolare nel baratro

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Catanzaro, capoluogo di Regione con numerose anomalie, non conta più niente sul piano politico e per questo va sempre più marginalizzandosi. Questa affermazione forte, ma vera, deriva non solo da una classe politica debole che non sa guardare al futuro, ma anche e soprattutto dallo smembramento della vecchia provincia e la conseguente nascita di quelle di Vibo e Crotone. Era il 16 aprile del 1992 quando entrò in vigore il Decreto legislativo 245 del 27 marzo 1992. Quel giorno Catanzaro abdicò dal ruolo di guida della Calabria, divenendo piccola per estensione territoriale (i due nuovi enti contenevano solo territori appartenenti alla vecchia provincia) e quindi poca cosa all’interno delle istituzioni che contano, schiacciata come era e come è, tra la provincia di Cosenza (la più grande d’Italia) e quella di Reggio Calabria, con quest’ultima divenuta, addirittura, città metropolitana. Come risollevare, allora, le sorti di questo territorio che lentamente sta scivolando verso il baratro?

La risposta non può che essere una e una sola: futuro condiviso. Questo non solo perché l’unione fa la forza, ma anche perché l’unione crea sviluppo, progresso e nuove opportunità di crescita. Chiusi ognuno nel proprio orticello non si va da nessuna parte. Bando, quindi, ai campanilismi inutili e obsoleti che mortificano l’intelligenza delle nostre popolazioni e, senza alcuna prevaricazione, stare insieme per fare dell’aria centrale della Calabria il motore dell’intera regione. Occorre, allora, trovare un dialogo nuovo e propositivo che non tolga o aggiunga alcunchè agli attori principali di questa opportunità di rilancio e che sono Catanzaro e Lamezia Terme.

Si tratta di due città dal potenziale enorme che ha bisogno solo di concretizzarsi in fatti. Il capoluogo di regione e la città della Piana hanno bisogno l’una dell’altra per il salto di qualità. Si mettano su un tavolo di discussione e di confronto i punti di forza e di debolezze di ognuno e si scoprirà che le eccellenze avranno un nuovo impulso e diventeranno elementi su cui creare le fondamenta della nuova casa comune, mentre le debolezze si risolveranno in un quadro di mutuo soccorso e di cooperazione che dovranno essere gli elementi fondanti dello stare insieme.

È necessario, dunque, dare un nuovo e definitivo impulso all’idea di un istmo forte e capace di affrontare le sfide del futuro, altrimenti questo lembo di terra scivolerà sempre più ai margini della Calabria fino a scomparire finendo nel dimenticatoio.

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