Referendum per dire no agli eolici, Petrusinu Ogni Minestra: “Occhiuto si faccia sentire”

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“L’impianto eolico off shore che si vorrebbe realizzare nel Golfo di Squillace è solo la punta di un gigantesco iceberg. In verità i progetti di impianti eolici off shore da realizzarsi nel nostro mare sono 5 per un totale di 200 pale eoliche alte più di 350 metri che devasterebbero per sempre l’orizzonte.

I calabresi devono ribellarsi è dire NO. Il territorio della Calabria, il mare, le colline, le montagne sono dei calabresi e non delle multinazionali o dei baroni locali. Dopo aver devastato il territorio e in particolare l’Istmo di Catanzaro, il marchesato e il vibonese ora vogliono devastare anche il nostro mare. Il 70% degli impianti in Calabria si trovano nella nostra provincia e in quella di Crotone e ne vogliono realizzare ancora. Dati che impongono riflessioni e domande.

Bisogna dire con forza NO e per farlo bisogna indire un referendum popolare (così come stanno facendo in Sardegna) che possa ostacolare anche dal punto di vista legale questi scellerati progetti.

Un referendum per dire NO a nuovi impianti eolici in Calabria. Per dire basta al proliferare della pale che stanno devastando il territorio calabrese senza portare nulla all’economia calabrese. Per chiedere che gli impianti realizzati dovranno essere smontati e smaltiti in tempi brevi (massimo 20 anni).

Questa la nostra proposta contro una situazione che, in tutta Italia, sta creando un movimento di pensiero contrario a questo scempio ambientale in atto. A tal proposito chiediamo al Governatore Occhiuto di tutelare il territorio calabrese e, soprattutto la volontà dei cittadini. Siamo, infatti, certi che la maggior parte dei calabresi sono contrari alle pale eoliche. E mentre al nord dicono no al proliferare degli impianti, al sud continuano ad alzarsi pale come di recente avvenuto tra Squillace e Borgia. E’ bene ricordare che la Calabria produce più energia elettrica di quanto necessario. Mentre al nord gli impianti eolici sono pochissimi, al sud sono tantissimi. Stanno usando i nostri territori preservando i loro. Siamo solo terra di conquista visto che la nostra regione ha un surplus energetico e non necessita di ulteriori impianti (non chiamateli parchi).

La Calabria produce il triplo dell’energia di cui ha bisogno 16mila gigawattora a fronte dei 5mila richiesti. ll 7% della produzione di energie rinnovabili (il 10% in termini di potenza installata) prodotta in Italia è calabrese. A differenza della Lombardia che, invece, non è autosufficiente. Eppure i calabresi pagano più dei lombardi per il fattore “omega” che, paradosso dei paradossi, è il più alto d’Italia. Dalla serie “cornuti e mazziati”. Non solo ci ritroviamo con un territorio devastano ma non abbiamo nessun vantaggio neanche sulla bolletta, tutt’altro! E’ chiaro che dietro questa situazione c’è una speculazione da parte di multinazionali ai quali nulla importa della Calabria e della malavita locale. A tal proposito vorremmo sapere che fine hanno fatto le diverse indagini delle procure calabresi. Solo fumo e niente arrosto? E la Soprintendenza che dice? Come fa ad autorizzare pale ovunque persino sui crinali delle colline e dei monti? Che fine ha fatto la famigerata “valutazione di impatto ambientale”?

Ma la cosa grave che nei prossimi mesi saranno alzate 500 torri eoliche in tutta la provincia di Catanzaro e persino nel nostro splendido mare. Una devastazione che va fermata con un referendum ad hoc che ponga finalmente fine a questo scempio. Pertanto invitiamo tutti i calabresi a partecipare alle diverse manifestazioni che il prossimo 29 settembre si terranno in diverse località della Calabria per dire NO all’eolico. Inoltre chiediamo ai sindaci delle nostre città e dei nostri comuni di avviare l’iter per indire un referendum popolare che faccia decidere ai calabresi cosa fare della propria terra e delle distese di pale eoliche che l’hanno devastata”. Lo scrive in una nota l’Associazione Culturale Petrusinu Ogni Minestra.

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