Cara Catanzaro: “Rispettare la nostra storia: basta demolizioni”

L'associazione si riferisce a quello che sarà il destino della Maddalena: "Pollice verso da parte della Catanzaro offesa da questa incomprensibile logica demolitoria"

E si persevera. Il Comune – scrive l’associazione Cara Catanzaro – sembra aver intenzione di non guardare in faccia nessuno e prosegue nell’iter che porterà alla demolizione della “Maddalena”, l’Istituto scolastico edificato circa un secolo fa e destinato a essere sostituito da quello che appare (almeno dalle foto del progetto) l’ennesimo manufatto decontestualizzato nel nostro bellissimo ma sfortunato centro storico. E’ stato infatti appena aggiudicato l’appalto per il suo abbattimento. Eravamo già intervenuti sul “tema demolizioni” sperando di smuovere le coscienze e non ripetere errori del passato che tanto male hanno fatto alla nostra memoria storica. Un “vizietto”, questo, che ha purtroppo origini molto antiche

. Tutto ebbe inizio nel lontano 1462, quando i catanzaresi, forse vergognandosi di avere avuto dei feudatari, distrussero quasi completamente il meraviglioso Castello Normanno, fatto edificare da Roberto il Guiscardo attorno all’anno 1060. E con le sue pietre costruirono case, chiese e conventi (l’Osservanza). La sua cinta muraria fu utilizzata per appoggiarvi nuove costruzioni. E dopo qualche secolo di ”pace”, le demolizioni e successive ricostruzioni ricominciarono con una cadenza quasi scientifica. Sul finire dell’800 fu “allargato” il corso, tagliando le facciate dei palazzi; poi si proseguì addirittura con l’abbassamento del livello stradale all’altezza della Chiesa di San Giovanni. Si distrussero quasi completamente le sette porte di ingresso alla città. Si continuò ancora col Teatro Comunale (il “San Carlino”) nel 1938; largo Serravalle nel 1975; il teatro Politeama e il vecchio Mercato nel 1992. E in mezzo, gli insignificanti palazzacci anni ’50-’60-’70 nati in pieno centro storico sulle macerie di costruzioni ottocentesche. Ma quali quindi le reali cause di questa per noi demenziale abitudine?

Catanzaro non ha certo una memoria di cui vergognarsi, anzi tutt’altro! Una cosa risalta subito agli occhi: si è voluto costruire sul vecchio, sfruttando lo stesso suolo, quasi in controtendenza rispetto ai tempi attuali dove il consumo del suolo specie nei quartieri a sud è arrivato a livelli insostenibili. Ecco quindi che demolire la Maddalena rappresenta un “oltraggio” proprio a quella che dovrebbe rappresentare una presa di coscienza degli errori del passato. E nemmeno la motivazione alla base del progetto sembra giustificare il tutto, visto che gli alloggi per le forze armate potevano essere ricavati benissimo nella vicina scuola Mazzini ad esempio, visto che la stessa è ormai diventata un ricettacolo di sporcizia e degrado dopo il fallimento del progetto di recupero. O ancora la stessa Maddalena poteva essere adeguata allo scopo. Pollice verso, quindi, da parte della Catanzaro offesa da questa incomprensibile logica demolitoria, con la speranza che i nuovi amministratori che si avvicenderanno da qui a breve alla guida della città capoluogo di regione, abbiano un’altra visione della storia e della bellezza.  

CARA CATANZARO