Cattedrale di Catanzaro: la grande assenza

Lo stato dell’arte non induce a rosee previsioni per la riapertura, nonostante gli auspici di sindaco e vescovo e le attese della cittadinanza

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L’ultima celebrazione liturgica è del 21 gennaio 2018, dopo che erano passati dieci mesi dal crollo di una delle cappelle laterali della Cattedrale di Catanzaro. Ma i segnali di una precaria condizione statica del più grande e rappresentativo luogo di culto della città datavano da tanto, troppo tempo. Una storia antica e finanche tribolata, passata attraverso terremoti e bombe, non l’hanno protetta, a mo’ di vaccinazione preventiva, contro l’incuria e una ricostruzione post bellica che l’arcivescovo Claudio Maniago ha definito, con caustica bonomia tosco-veneta, “sgrammaticata”.

La ricostruzione del 1959
Se ci si prende la briga di consultare nostra onniscenza Wikipedia la ristrutturazione terminata nel 1959 viene qualificata come “anacronistica”, bocciando così l’operato progettuale in stile razionalista firmato Domestico e Fasolo, per nulla conservativo della precedente architettura tardo rinascimentale e neoclassica. Ma l’aderenza stilistica alle tradizioni pregresse, o la rispondenza ai dettami più o meno individuali del gusto, poco hanno a che fare con l’empatia spontanea che ogni catanzarese prova per la “sua” chiesa madre, rafforzata dal sentimento di “assenza” che la forzata chiusura, che dura ormai da cinque anni quasi esatti e destinata a protrarsi per un tempo ancora indefinito, provoca.

Generico gennaio 2023

Gli auspici per la riapertura del sindaco e del vescovo
Non si hanno notizie certe al riguardo, ma solo accenni atemporali sulla futura riapertura e vaghi sull’inizio dei lavori. Il sindaco Nicola Fiorita due mesi orsono in un video messaggio registrato in una Piazza Duomo pochi giorni prima riaperta alla pubblica fruizione affermava: “Sappiamo che pochi mesi ripartiranno i lavori che restituiranno alla città la sua Cattedrale”. Monsignor Maniago nell’incontro natalizio con i giornalisti si è detto più che fiducioso che “l’anno che va per aprirsi sarà salutato dall’avvio del cantiere. L’architetto Argenti procede con passo deciso”.

Lo stato dell’arte: i finanziamenti e la gara per la progettazione

L’architetto Argenti su cui l’arcivescovo ripone tanta fiducia ha nome Stefania ed è alla direzione della Soprintendenza archeologica per Belle Arti e Paesaggio delle province di Crotone e Catanzaro da luglio 2021. Spulciando nella documentazione pubblica, qualcosa sullo stato dell’arte si riesce a reperire. Attualmente lo “statino”, o il “pallino” se si preferisce conferire l’aurea filmica de “La Stangata” alla vicenda che ha pochi filotti nel suo segnapunti, è in mano a Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo che, offrendo servizi alla Pubblica Amministrazione per accelerare la spesa dei fondi comunitari e nazionali e per la valorizzazione dei beni culturali, funge da Stazione appaltante per la realizzazione di interventi strategici sul territorio. Comune e Curia, che all’occhio profano potrebbero apparire come principali manovratori e decisori, svolgono al più la funzione nobile di “moral suasion” in una vicenda che vede come principali attori protagonisti la Regione, in forza del finanziamento di 2milioni600mila euro finalizzati dalla giunta Oliverio nel 2017, la Soprintendenza che partecipa anche allo sforzo finanziario con 500mila euro concessi dal Ministero ai Beni culturali, e Invitalia, centrale di committenza del Mibac per l’opera, che ha prodotto finora due atti fondamentali: la gara indetta il 4 agosto 2021 per l’affidamento dei servizi di progettazione definitiva ed esecutiva, piano della  sicurezza e coordinamento  in  fase  di  progettazione relativi ai lavori di: “Recupero e restauro della  Chiesa cattedrale Santa Maria Assunta di Catanzaro” e la relativa aggiudicazione, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, avvenuta il 6 giugno 2022 al Raggruppamento temporaneo d’impresa tra Studio Battista Associati (mandataria), ingegnere Gaetano Sagliocca e architetto Maria Vittoria Iazzetti (mandanti). L’importo contrattuale complessivo dell’appalto è pari a €128.000,07 al netto di Iva.

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Battista Associati è uno studio di architettura basato a Napoli nell’elegante via Raffaele Morghen, sul Vomero, era uno dei 9 partecipanti alla gara di Invitalia. Secondo il disciplinare dell’appalto, il periodo concesso all’aggiudicataria per produrre la progettazione è di 135 giorni naturali e consecutivi dall’aggiudicazione. Non si hanno al momento notizie sulla presentazione degli elaborati. Quel che è certo è che è ancora completamente scoperto un tratto fondamentale dell’iter ordinamentale, ovvero il bando per l’affidamento dei lavori. Mai successo, a meno di procedure commissariali, che si impieghino alla bisogna meno di sei mesi dalla sua indizione. Il che si traduce, a volere essere ottimisti, nella previsione di fine 2023 per l’avvio effettivo del cantiere. In ciò contraddicendo, salvo successive e gradite smentite, gli auspici di sindaco e arcivescovo. 

Le previsioni per l’avvio dei lavori e l’incognita conclusione

Sulla durata dei lavori pochi si avventurano in previsioni scientificamente attendibili. Ciò a causa delle difficili condizioni rilevate all’esito dello svolgimento degli studi preliminari che pure si sono svolti con abbondanza di tempi e mezzi. Subito dopo la concessione del finanziamento, la Regione si adoperò per la sottoscrizione di un protocollo per la consulenza tecnico-scientifica tra il Segretariato regionale del Mibact rappresentato da Salvatore Patamia e il Dipartimento di ingegneria civile di UniCal diretto da Paolo Veltri per l’espletamento di analisi strutturali volte anche alla valutazione della vulnerabilità sismica dell’opera.

Le ricerche, i cui responsabili scientifici del Dipartimento sono stati i professori Fabrizio Greco, ordinario di Scienza delle costruzioni, e Luciano Ombres, associato di Tecnica delle costruzioni, non hanno dato esiti molto confortanti. Preludio alle difficoltà tecniche furono già i tre mesi di sospensione per il rinvenimento di resti ossei umani nella chiesa che da accertamenti svolti dalla Procura sono stati fatti discendere dalle salme di preti sepolti in chiesa nell’Ottocento, non è dato sapere se prima o dopo l’editto napoleonico di Saint Cloud.

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Ma ciò che preoccupa maggiormente i tecnici è la sostenibilità dell’intervento antisismico che presenta grandi difficoltà dovuti alla consistenza idrogeologica del sito e alla sua sussistenza in ambito urbano prossimale alle vicine costruzioni civili. In ogni modo, l’unico pericolo scampato è quello di ritrovarsi con una campana sulla testa: l’unico intervento nel frattempo attuato con successo è la deposizione in apposita camera trasparente dell’imponente apparato campanario. L’Assunta, invece, svetta sempre al culmine del campanile. Non saranno le “Mille statue che toccano il cielo” della “Cattedrale di pietra e sassi” di Fausto Leali (Sanremo 1969). Ma, nel nostro piccolo, ci accontenteremmo di sentirne il rintocco entro fine decade.      

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