Attivo all’Aba di Catanzaro il Master in “Gaming strategia” applicata alla rete museale foto

Illustrata dal direttore Piccari. Modalità contenuti e sbocchi professionali del nuovo corso post laurea, primo in Italia

Al giorno d’oggi, per non parlare del domani, si può “gamificare” quasi tutto. Basta saperlo fare. Intanto, cosa si intende per la sequela di fonemi che hanno tutti origine da “to game”, giocare: gaming, gamification, game-based learning e simili? Da un sito che se ne occupa (gamification.it) si può estrarre la definizione che appare più piana: “La gamification è una metodologia che usa il gioco per favorire il coinvolgimento emotivo. La Gamification è caratterizzata da un insieme di regole mutuate dal mondo dei videogiochi, che hanno l’obiettivo di applicare meccaniche ludiche ad attività che non hanno direttamente a che fare con il gioco”.

Generico febbraio 2024

L’Accademia di Belle arti di Catanzaro, prima in Italia, è stata da poco autorizzata dal ministero (Mur, Università e ricerca) a tenere il Master di I Livello in “Gaming strategia di valorizzazione delle aree archeologiche e delle collezioni museali”. Il suo direttore Virgilio Piccari ha tenuto questa mattina una conferenza stampa per spiegare caratteristiche e finalità del corso, affidandosi alle sue altrui competenze, in particolare di Marilena Cerzoso direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri e presidente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria; di Simona Bruni, direttrice del Museo Archeologico Lametino, di Filippo Demma direttore del Parco Archeologico di Sibari, impossibilitato a partecipare ma parte della rete, di Maurizio Lucchini docente referente del corso. È stato proprio Lucchini a dettagliare i contenuti del Master che è entrato a far parte dell’offerta formativa post laurea dell’Abac. Il Master accademico di I livello in “Gaming strategia di valorizzazione delle aree archeologiche e delle collezioni museali” si propone di formare competenze tecniche ed espressive altamente qualificate, legate alla figura professionale di storico dell’arte, programmatore e sviluppatore di video giochi in grado di progettare scrivere e realizzare proposte di valorizzazione di aree archeologiche e collezioni museali. Il Master ha durata annuale e rilascia il titolo di diploma di Master di I livello dopo la prova finale consistente nella produzione e presentazione di un elaborato audiovisivo o videogioco. Gli insegnamenti, la cui frequenza è obbligatoria, spaziano dalle Tecniche di animazione digitale alla Progettazione multimediale, dalle Tecniche di modellazione digitale al Computer games, dai Beni culturali contemporanei a quelli ambientali, dalla Concept art al Game design. Stage e tirocini in musei ed enti dedicati fanno parte del piano didattico.

“Abbiamo bisogno – dice a proposito Simona Bruni – di operatori culturali esperti in mediazione, assommanti capacità professionali di produzione di strumenti al servizio del museo e della rete delle istituzioni museali e culturali comunali regionali e nazionali, per non parlare degli archivi. Tutto un patrimonio che ha bisogno di essere valorizzato con un upgrade oltre il luogo fisico dell’esposizione delle collezioni museali e dei parchi archeologici, diventando strumento di comunicazione e accessibilità per il superamento delle barriere. Uno strumento, alla fine, democratico, se si attua il meccanismo partecipativo, non passivo, a tutti i livelli, formativo, ludico e di comunicazione biunivoca”.

“La valorizzazione del patrimonio culturale – ha aggiunto da parte sua Marilena Cerzoso – all’interno e all’esterno dei musei deve essere realizzata in rete. Ne sono convinta da sempre e ho sempre cercato di attuarla con le diverse istituzioni culturali interessate, siano esse le Università, le Accademie, le scuole e tutte le entità educative del territorio. Sapere di questa nuova opportunità, del Master in Gamification dell’Abac, è un traguardo molto importante, significa avviare un’ulteriore collaborazione con l’Accademia, già in essere fin dal 2018 per iniziative condivise, mostre e tirocini”.

“Abbiamo immaginato – è il direttore Virgilio Piccari a descrivere il percorso ideativo – prima di arrivare a chiedere formalmente l’autorizzazione ad aprire un Master con quei precisi orientamenti, di creare un sistema rete provando a condividere principi e valori con realtà tra loro accostabili. Abbiamo instaurato un primo dialogo con le realtà museali, un secondo dialogo con la nostra consorella di Reggio Calabria, e abbiamo posto al centro del dialogo la domanda su cosa fare per le nostre generazioni future. Affinché queste possano anche immaginare un futuro in altre realtà, non per costrizione ma per scelta di vita. Ciò ha portato a delle risposte: realizzare un progetto che ci colloca nella meravigliosa situazione di essere la prima Accademia in Italia ad aprirsi a questi linguaggi con un Master dedicato. Ma saremo realmente orgogliosi quando dimostreremo che professionisti usciti da questo percorso possono dare un contributo concreto al bisogno della nostra terra, che diventi appetita anche per queste motivazioni”.