Poliziotti dell’Upg a piedi al Parco, per garantire il rispetto delle norme nella Fase 2 foto

Capillare e indirizzato soprattutto alla prevenzione il lavoro delle forze dell'ordine. Sì all'attività motoria, no allo stazionamento

Dal “signore perché è uscito” al “signore non può star seduto qui”. Dove il qui è una panchina di un parco comunale, un muretto, l’immenso prato verde del Parco della Biodiversità, la spiaggia. E’ così che i controlli affidati alle forze dell’ordine per la corretta  applicazione delle norme, nazionali, regionali e comunali, varate per il contenimento del contagio da Covid- 19, ovviamente cambiano con il cambiare delle ordinanze. Ma l’attività di Polizia e Carabinieri, non solo non diminuisce, ma diventa più capillare. La funzione della Prevenzione generale, riferita in particolare all’attività della Questura, è oggi ancora più incisiva, poiché viene riferita in maniera specifica, prima che alla sanzione, proprio alla “correzione”  di alcuni comportamenti che non sono solo censurabili in punta di norme, ma che sono ritenuti non consoni ad una politica di contenimento del contagio.

E così se a Milano il sindaco Sala ha pesantemente redarguito i suoi concittadini per le scene viste dal mondo intero, della gente  a passeggio senza protezione sui Navigli, al punto da chiedere 24 ore dopo l’intervento dell’esercito per mantenere l’ordine e se a Roma le forze dell’ordine hanno invitato i frequentatori di Villa Ada ad alzarsi dal prato, a Catanzaro i poliziotti dell’ Ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico, parcheggiate per un un po’ le Volanti, camminano tra gli avventori del Parco della Biodiversità, ricordando, a chi non ha inteso o ha solo fatto finta di non intendere, che l’attività motoria è consentita nei limiti strettamente connessi a ciò che questo significa e che lo stazionamento è escluso dalla possibilità di stare all’aria aperta.

E’ di tutta evidenza che le circostanze vengono valutate con ragionevolezza e buon senso. La mamma con il bimbo o il signore anziano hanno un margine di “trattamento differente” rispetto ai più giovani, che siano soli, in coppia o in compagnia.

Lo stesso buon senso che spesso però i cittadini non dimistrano.

Eccoli quindi, i poliziotti catanzaresi, che in questi mesi di emergenza hanno dovuto rimodulare anche il loro lavoro, senza mai modificarne però l’approccio che, al netto della repressione dei reati strettamente intesi, è stato sempre di prevenzione.

Ecco perché non è difficile incontrare tante persone che pongono le domande più diverse a quelle donne e quegli uomini in divisa che oggi, più di ieri forse, sono diventati avamposto dello Stato in mezzo alla gente.