L’efficienza dei medici di Croce Rossa dell’Hub vaccinale Ente Fiera: niente è lasciato al caso

L’anamnesi del Dottor Errico ha condotto alla diagnosi di tumore per un paziente. “Valori fuori norma, non l'ho ritenuto idoneo al vaccino, avrei preferito avere torto”

Scrupolosi, appassionati, competenti, e potremmo definirli ancora con tanti altri buoni aggettivi i medici di Croce Rossa dell’HUB dell’Ente Fiera di Catanzaro. Sono dottori con esperienza pluriennale e medici giovanissimi che insieme formano un team d’efficienza. All’interno della struttura niente è lasciato al caso e l’idoneità al vaccino passa per un’accurata intervista amnestica che, nel caso del giovane dottore Enrico Antonio Errico, ha portato alla scoperta di un tumore del sistema linfatico di un paziente pronto per la vaccinazione, una notizia che il giovane non avrebbe mai voluto apprendere. Nell’intervista al dottore Errico abbiamo cercato di capire quali sono le procedure scrupolose e approfondite seguite dal team che consentono di dare l’idoneità o meno alla vaccinazione.

Dottor Errico, può spiegarci com’è strutturato il lavoro dei medici di Croce Rossa all’HUB?

Siamo divisi in due tipologie di lavoro, un gruppo di medici si occupa della fase amnestica, quella in cui io sono attualmente impegnato, grazie alla quale ci si accerta dell’idoneità dapprima al vaccino in generale e successivamente a quello che abbiamo a disposizione. Il nostro sito ha somministrato e continua somministrare soprattutto il vaccino AstraZeneca, oggi VaxZevria, abbiamo avuto anche qualche dose di vaccino Moderna, ma vorrei sottolineare una cosa importante: le controindicazioni al vaccino VaxZevria sono infinitesimali, tanto è vero che, dopo un’accurata analisi di idoneità, io ed i miei colleghi spingiamo affinché avvenga la vaccinazione, siamo tranquilli delle informazioni scientifiche che abbiamo a disposizione e ci fidiamo della nostra competenza che ci permette di comprenderle. Molti arrivano prevenuti, abbiamo ricevuto diverse rinunce nelle settimane passate, ma questo, è un ottimo vaccino se si è idonei a farlo, non abbiamo avuto nessun problema o segnalazione proprio in virtù del grande lavoro amnestico che facciamo.

L’anamnesi, dunque, non è affatto superficiale, l’intervista al paziente scende nello specifico, c’è difficoltà nel raccogliere sufficienti notizie a riguardo?

Spesso dobbiamo fare molte domande, magari le persone arrivano dicendo di non avere alcuna patologia e poi invece interloquendo scopriamo che assumono molti farmaci. Non sarebbe male se prima della somministrazione del vaccino le persone si confrontassero con il medico di famiglia, questo sarebbe anche molto utile a noi, ci permetterebbe di scegliere per loro con più serenità.

Dopo l’ok del medico di turno si passa all’iniezione…

Sì, e a seguire l’altro gruppo di medici di Croce Rossa monitora i vaccinati nella postazione ABZ, in quest’area si sosta per 15/20 minuti, l’arco temporale più critico per quelle che possono essere gravi reazioni allergiche o anche emotive. E’ normale che qualcuno possa avere un po’ di ansia, la presenza di un medico competente in questo frangente temporale è utile per rasserenare qualora ce ne fosse bisogno, o intervenire per particolari emergenze.

Il suo e quello dei suoi colleghi è un lavoro scrupoloso, vi impegna insieme in prima linea nella lotta al covid, è anche grazie al vostro impegno se si potrà uscire dall’emergenza sanitaria. Consiglierebbe ai giovani medici come lei questa esperienza?

Certamente. Anzi dirò di più, l’ho già fatto. Ho consigliato a molti giovani amici e colleghi di unirsi a noi perché è un’esperienza che dà tanto, credo che si possa spiegare solo vivendola in prima persona, mi sento parte di un gruppo che si sta spendendo tanto per gli altri, per tutti. All’interno dell’HUB siamo tutti medici della Croce Rossa con contratto etico, ci sono medici con tanti anni di esperienza alle spalle e medici giovani come me che hanno tanta voglia di spendersi e dare quel quid in più a questa grande squadra.

A testimonianza dell’impegno e della scrupolosità con cui opera ogni giorno, c’è stato il caso di un paziente pronto per la vaccinazione che non ha potuto, purtroppo, ritenere idoneo…

Ho ritenuto di non procedere alla vaccinazione con quel paziente perché, guardando le analisi, mi hanno insospettito dei valori. Voglio precisare che al paziente non ho fatto una diagnosi, è impossibile farlo leggendo solo poche analisi. Mi sono sentito però di consigliare al signore di chiamare il suo medico di famiglia per la prescrizione di una visita ematologica, per me quei valori non erano nella norma e non me la sono sentita di dare l’idoneità al vaccino, rinviandolo a dopo gli accertamenti.

Il signore ha seguito il suo consiglio, tanto che abbiamo appreso la terribile notizia: è iniziata la sua battaglia contro il Linfoma di Hodgkin. E’ qualcosa che non avrebbe mai voluto sentire, vero?

Non riesco a ritenere quello che è accaduto una cosa bella, avrei preferito non aver avuto ragione a consigliargli ulteriori accertamenti e ad aver sbagliato a non procedere con la vaccinazione.

Il signore l’ha più rivisto o sentito?

No, non ci siamo sentiti, ma mi auguro che questa sua problematica si risolva quanto prima possibile. Spero poi che possa presto vaccinarsi perché quel giorno davanti a me era entusiasta di essere ad un passo dalla tanto attesa vaccinazione, lo si capiva perché aveva uno sguardo brillante. Mi è dispiaciuto non poterlo vaccinare ma mi auguro che possa farlo a breve e con lui tutti gli altri. Lavoro anche nell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale e visitando tanti pazienti covid ho visto situazioni molto critiche, anche in giovanissimi, e sono convinto che vaccinarsi sia l’unico modo per uscire da questo incubo.