Tragedia Satriano, Tansi: La colpa è degli uomini

Esistono responsabilità oggettive perché un luogo frequentato doveva essere sorvegliato e non può essere lasciato alla macchia

Non ho parole per descrivere l’immane tragedia che ha colpito l’intera comunità di Soverato, per la perdita di una loro figlia, la giovane Simona Cavallaro, aggredita e uccisa da un branco di cani nella montagna di Satriano. Un fatto tremendo che però, in questo caso, non può ridursi a essere interpretato come una semplice fatalitá. Questa morte è l’emblema del sottosviluppo in cui è precipitato negli ultimi trent’anni la Calabria per la mancata tutela e manutenzione del territorio. Lo si legge in una nota di Carlo Tansi. 

Stiamo assistendo a un lento e costante abbandono della montagna e dei boschi. Processo inesorabile iniziato da almeno qualche decennio.
Lá dove vi erano sentieri e strade battute ora vi è
una terra di nessuno invasa dalla vegetazione e minacciata da incendi che hanno devastato il territorio in modo irreversibile. Tutto questo per colpa dell’uomo che non fa la manutenzione del territorio.
Lo sappiamo tutti, perché tutto è sotto gli occhi di tutti che un territorio così abbandonato diventa anche facile preda di frane e alluvioni. Ma non solo: nel caso della drammatica morte di Simona Cavallaro esistono responsabilità oggettive perché un luogo frequentato doveva essere sorvegliato e non può essere lasciato alla macchia. Il fatto che un branco di cani circolasse per quei luoghi e nessuno prendesse provvedimenti è un fatto gravissimo soprattutto perchè il randagismo era un fatto risaputo e molto diffuso. La Regione ha la responsabilità di tutto ciò e non ha attenuanti. Rivolgo le mie preghiere alla povera Simona e ai suoi genitori, che dovranno affrontare la vita senza più la loro adorata figlia