Un anno dall’uccisione di Willy, Anpi non vuole dimenticare

Tenere alta l’attenzione, illuminare questa triste vicenda tutti i giorni con il nostro impegno contro ogni forma di violenza e razzismo è quello che possiamo e dobbiamo fare

La deriva razzista tra alti e bassi è sempre presente nelle cronache del nostro paese. Di tanto in tanto desta preoccupazione, normalmente dopo qualche giorno dai fatti sparisce dall’informazione, oppure, al massimo, si dedica qualche rigo nelle pagine interne. I cultori seriali dell’odio in servizio permanente per accaparrarsi qualche voto non sempre trovano adeguato contrasto. Il prossimo 6 settembre- si legge in una nota stampa dell’Anpi Provinciale a firma del presidente Mario Vallone – sarà un anno dalla barbara uccisione del giovanissimo Willy Monteiro Duarte.
Non dimenticare questa vita spezzata a 21 anni dalla violenza deve essere per tutti noi un imperativo morale. Unica colpa del ragazzo il suo altruismo, l’aver voluto, pur in un contesto pericoloso, aiutare un amico in difficoltà.

Dei fratelli Bianchi autori delle violenze basta leggere quanto testimoni e inquirenti stanno raccontando al processo. Una serie di testimonianze agghiaccianti su cui non sarà possibile minimizzare: “Preso a calci in testa, come se colpissero un pallone”. Nessun dubbio per il medico legale sulle violenze subite da Willy dai due fratelli e i loro amici aggressori. Ecco perché ci riguarda questo anniversario unitamente al prosieguo del processo. Deve avere giustizia Willy è quello che chiede con compostezza la famiglia. Il padre quando afferma “crediamo nella giustizia e lasciamo che faccia il suo corso”; a seguire le affermazioni della madre prima di entrare in aula per l’inizio del processo – “Mio figlio è presente con noi oggi e ci dà la forza di affrontare l’udienza. Provo tristezza, solo tristezza”.
Tenere alta l’attenzione, illuminare questa triste vicenda tutti i giorni con il nostro impegno contro ogni forma di violenza e razzismo è quello che possiamo e dobbiamo fare.