“Un primo cartello stradale posizionato su Bellavista che ci si augura non venga mai preso di mira dagli stessi incivili che hanno invece distrutto e sottratto, più volte, dei pannelli tattili collocati in sei specifici ed importanti luoghi della città”. Lo scrivono in una nota Luciana Loprete, Dirigente e coordinatrice UICI e Patrizia Giuffre Referente sport e turismo Uici.
“Pannelli informativi installati con la semplice finalità di condividere non solo con la popolazione catanzarese la storicità ma che contemporaneamente avrebbero dato l’opportunità e la possibilità, al non vedente e all’ipovedente, di poter leggere autonomamente e in braille la storia dei monumenti e dei vicoletti catanzaresi assaporando con il proprio “Io” quella bellezza artistica dei secoli passati.
Pannelli tattili informativi che alla fine del 2018 la Cooperativa Artemide, il Comune e l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Catanzaro avevano posizionato in sei precisi punti della città a seguito di un progetto messo in atto e che doveva proseguire nel tempo.
Pochi giorni dalla loro collocazione si denunciava l’atto vandalico causato da ignoti e tutto ciò accadeva più di una volta facendo sì che il danno causato venisse ripristinato per essere successivamente e in pochi giorni nuovamente distrutto e rubato da esseri a cui non si riesce a dare una precisa terminologia.
Oggi, a distanza di anni, di questi pannelli informativi in braille indicanti luoghi e monumenti non se ne parla o meglio non vi è più traccia e l’UICI si chiede se il progetto “Lo sguardo in un tocco” è ancora in essere, visto il mancato coinvolgimento in questa nuova iniziativa da parte della Cooperativa Artemide e del Comune i quali hanno deciso di progettare e di camminare SOLI.
L’Unione italiana ciechi e ipovedenti, accantonata ma sempre speranzosa e fiduciosa attende e si chiede anche che fine hanno fatto quei pochi ed esigui finanziamenti riguardanti il passato progetto come si domanda il perché non ha mai ricevuto un cenno o un riscontro ai vari solleciti di risarcimento per le spese sostenute ed affrontate nel ricollocare più e più volte le mappe, per qualcuno, scomode”.
“Lo sguardo in un tocco” era un progetto rivolto a chi purtroppo soffre di cecità ed ipovisione che mirava, con l’installazione di questi pannelli tattili informativi, a garantire accessibilità, inclusione e condivisione delle bellezze della nostra città.
Lo sguardo si è ulteriormente “spento” e del “tocco” purtroppo non c’è rimasto più nulla se non l’amara consapevolezza che i ciechi e gli ipovedenti, da sempre, sono dimenticati e catalogati come individui non facenti parte della comunità catanzarese.
La cecità fa paura ma chi ne è affetto può avere i giusti ed adeguati attributi per esternare rammarico per la scarsa o meglio assente considerazione che si ha nel contesto in cui si vive.
Delusione per un progetto che doveva essere continuità ed accrescimento e che forse adesso sta in un limbo.
Sconcerto nel leggere di questa nuova iniziativa tra la cooperativa Artemide e il Comune nel collocare cartelli stradali in luoghi storici e suggestivi della città dove la parola “inclusione” non viene più menzionata e la parola “accessibilità” viene attribuita ad un museo artistico aperto a tutti.
Perplessità nell’aver constatato, in un articolo del 2019, promesse vane dichiarate dalla Cooperativa Artemide nel volere in sinergia con il Comune e l’UICI una città alla portata di tutti e di voler ripristinare quanto distrutto e proseguire su questa linea.
Non è di certo l’uso del QR Code posto su un cartello a rendere accessibile la città anche perché lo stesso può non essere uno strumento per tutti.
La vera inclusione per i ciechi e per gli ipovedenti è quella di poter scegliere come “ guardare”, ammirare, conoscere e acculturarsi della propria città e poterlo fare magari e perché no con gli occhi del tatto.
Ben vengano tutti i progetti e tutte le iniziative ma cara Cooperativa Artemide e caro Comune non accantoniamone altre già intraprese precedentemente e mai portate a compimento e alle quali la nostra Associazione non sa più su quale gradino di una delle tante scale è posizionata in stand by.
Non è una critica al Vostro nuovo progetto “Social Signal” e al primo cartello posizionato “kiss please” e neanche a tutti gli altri che seguiranno a cui va il nostro plauso, ma è una puntualizzazione su un qualcosa andato forse nel dimenticatoio.
Amare Catanzaro?
Lo si può fare se viene permesso a tutti di vivere la città con le tante disabilità e non solo con un bacio, una poesia, un racconto, un hashtag, un abbraccio o uno striscione “Va tutto bene”.
Lo si può fare coinvolgendo con la loro “vitalità” e il loro “valore aggiunto” anche i giovani ciechi e ipovedenti mai menzionati e mai presi in considerazione ma che fanno parte dello stesso tessuto sociale.
Lo si può fare se le promesse fatte potessero concretizzarsi ed avere la continuità dichiarata; lo si può fare prestando attenzione e denunciando chi non ha cura di un bene comune e soprattutto se quel bene è indispensabile per qualcuno; lo si può fare tenendo presente che occorre essere rispettosi con TUTTI e sempre e soprattutto rivolgendo una qualche attenzione in più verso quelle persone che vivono una quotidianità più difficile come vivere la propria città”.