Nella ex Guardia medica a Santa Maria l’assistenza si presta tra calcinacci, rifiuti, vetri, cartacce foto

La nuova denuncia social su degrado e incuria da parte di un medico che presta servizio nella postazione per la continuità assistenziale

Più che una postazione per la continuità assistenziale, vala a dire la ex Guardia Medica, la sede in via Molise (che ospitava la delegazione comunale) nel quartiere di Santa Maria è quello che resta di un edificio dopo il passaggio dell’artiglieria leggera. Intonaci su pavimenti e mobili che si depositano negli angoli dell’ingresso dando l’impressione di essere cumuli di macerie; bagni maleodoranti; rifiuti della postazione depositati da giorni all’ingresso della postazione.

 

A denunciarlo sui social, con tanto di documentazione fotografica, è il dottor Alessandro Testa che ha già scritto all’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e al Comune per descrivere la situazione di incuria, insicurezza e scarsa igiene, in cui si trovano ad operare i medici della postazione per la continuità assistenziale, oltre che i pazienti che fruiscono del servizio.

 

 

“La postazione di continuità assistenziale di Santa Maria è dotata di accesso per i disabili – spiega in un post il dottor Alessandro Testa -. La porta a vetri si apre verso l’esterno ma il cancello ha la serratura solo fuori per cui è necessario uscire, fare tutto il giro dell’edificio, aprire il cancello e rientrare. L’accesso è comunque impedito da frammenti di infissi buttati davanti all’accesso. C’è un continuo cadere di intonaco sul pavimento e sui mobili (vecchie sedie e mobili da ufficio sgangherati) che a loro volta restringono notevolmente l’accesso”.

 

“Il rischio di ritrovarsi con la testa cosparsa di polvere è reale – scrive ancora -. I rifiuti della postazione, incluso materiale sanitario utilizzato per procedure come medicazioni, disinfezioni, ecc., sono depositati da giorni all’ingresso della postazione. Su quei gradini siede chiunque, spesso impedendo l’accesso ai pazienti: ragazzi, balordi, ubriachi, tossici, in un trionfo di bottiglie di vetro, cartacce, mozziconi”.

In passato le denunce social del dottor Testa sono riuscite a suscitare l’interesse dell’opinione pubblica e smuovere le acque, speriamo succeda anche in questo caso e l’appello alle istituzioni non cada nel vuoto.