La Catanzaroservizi in scena alla Terza Commissione del Consiglio comunale

Ascoltato l’amministratore unico Munizza. Il nodo dei dipendenti e della nuova sede sociale

Alla Terza commissione Finanze e Affari generali del Consiglio comunale di Catanzaro questa mattina è stato di scena, convocato dalla presidente Igea Caviano, l’Amministratore unico di Catanzaro Servizi spa, la società partecipata al 100 per cento dal Comune che svolge compiti di supporto a diversi settori comunali, quali i servizi cimiteriali, la manutenzione delle lampade votive, la lettura dei contatori idrici, la gestione canile del comunale. Ma non solo. Dei 113 lavoratori dipendenti in organico un’ottantina lavorano all’interno degli uffici comunali.

Una percentuale alta in relazione all’organico interno della partecipata, e per nulla indifferente rispetto alla dotazione in pianta organica del Comune, tanto che la narrazione corrente riporta la certezza che, qualora venisse meno l’apporto dei lavoratori di Catanzaro Servizi “applicati” negli uffici, la macchina burocratica interna resterebbe a secco, senza benzina, non più in grado di funzionare. Vero o esagerato che sia, di sicuro la situazione è quella che l’Amministratore unico Rosario Munizza, in carica da maggio 2021, ha rappresentato ai componenti della Commissione. Non lo si sarebbe saputo, se nel corso della veloce seduta odierna del Consiglio comunale non ne avessero accennato gli interventi di tre consiglieri dell’opposizione: Eugenio Riccio, Gianni Parisi e Rosario Mancuso. Tre coincidenze che mettono in moto l’istinto primordiale alla curiosità, senza scomodare il suo lato oscuro, quello del sospetto. Che sulla partecipata Catanzaroservizi l’attuale maggioranza sia alla ricerca di una soluzione soddisfacente, come lo è stato a lungo, anzi sempre, la precedente.

L’intervento di Munizza, articolato e preciso, esaudiente sulle diverse domande che gli sono state poste, è servito da utile ripasso agli “anziani” del Consiglio e da necessario vademecum per i nuovi. Tutti hanno comunque avuto la possibilità di rinverdire le critiche e le raccomandazioni contenute nella famosa relazione della commissione del Ministero economia e finanze che a fine 2019 riassunse l’ispezione compiuta negli uffici comunali riscontrando gravi criticità nell’impiego dei dipendenti di Catanzaroservizi in attività interne agli uffici, in virtù di un “contrattone” stipulato nel 2015 che in sostanza faceva della partecipata una sorta di agenzia interinale di somministrazione di forza lavoro.

Da allora molte parole sono state spese e molte azioni sono state tentate in Consiglio e in Giunta per ovviare alla situazione: si è approvato un atto di indirizzo rimasto allo stato di potenza, un sostanzioso aumento di capitale da parte del socio unico mentre un nuovo piano industriale è stato approntato da parte della partecipata. Anche di quest’ultimo ha parlato il dottor Munizza, rivendicando la volontà dell’Azienda di assumere ulteriori servizi economicamente fruttuosi, primi fra tutti la cura del verde cittadino, primaria sua mansione, e la manutenzione dei pontili. Di contro, ha suscitato perplessità tra i componenti della Commissione la ricostruzione del cambio di sede sociale di Catanzaroservizi che, sul finire della precedente amministrazione Abramo, fu indotta a lasciare gli uffici di proprietà comunale di Viale De Filippis per fare spazio a un’associazione di servizi per il volontariato.

Del fatto si parlò anche in Consiglio, e oggi l’Amministratore unico ha confermato di avere proceduto alla ricerca sul mercato immobiliare di una nuova sede in affitto, reperita in un edificio di via Indipendenza dietro corresponsione mensile di 1.300 euro. Da tutta la vicenda si recepisce come il dialogo tra Catanzaroservizi e burocrazia comunale non scorra tranquillo come il placido Don, bensì vada incontro a increspature di superficie che talvolta assumono le caratteristiche di vere e proprie rapide. Tanto che il confronto finora mediato da reciproca corrispondenza cartacea ed elettronica, assumerà a breve, forse nella stessa mattinata di domani, la fisionomia del confronto diretto tra amministrazione, dirigenti e partecipata.