Rapporto immigrazione 2022, in Calabria 849 stranieri in più

Presentato il documento redatto da Roberta Saladino del Centro Studi e Ricerche Idos. Preoccupa il calo democrafico: entro il 2030 nella nostra regione 138.354 abitanti in meno

A fine 2021, secondo i dati provvisori dell’Istat, la popolazione straniera residente in Calabria è pari a 93.845 unità, facendo registrare un incremento di 849 individui rispetto ai dati censuari del 2020. Nella graduatoria delle regioni per numero di residenti stranieri la Calabria scivola così al 14° posto, lasciando il 13° al Trentino-Alto Adige. L’incremento dei residenti stranieri si osserva in tutte le province ad eccezione del crotonese (-946): quella di Cosenza registra un aumento poco superiore alle 1.000 unità, seguita da quelle di Reggio Calabria (+432), Catanzaro (+271) e Vibo Valentia, con circa 40 stranieri in più. Sono dati estremamente significativi quelli diffusi oggi dal “Rapporto immigrazione 2022” e che riguardano, nello specifico, la Calabria, redatto da Roberta Saladino del Centro Studi e Ricerche Idos.

Generico ottobre 2022

Aspetti demografici e sociali

Secondo quanto riportato dal report, tra i residenti stranieri il rapporto tra i generi risulta comunque equilibrato, con una leggera prevalenza di donne: al 31 dicembre 2020 sono il 50,2% del totale. La proporzione, tuttavia, è estremamente variabile in funzione della cittadinanza. Con riferimento alle collettività di una certa rilevanza numerica, essa è nettamente sbilanciata in favore delle donne per quelle originarie dei Paesi dell’Europa dell’Est, come Russia (donne 83,8%), Bielorussia (83,3%), Polonia (82,0%), Ucraina (75,2%) e Moldavia (68,5%), da cui la maggior parte delle donne arriva in Italia per svolgere lavori di supporto e cura alle famiglie.

Al contrario quote prevalenti di uomini si rilevano tra i residenti ghanesi (91,7%), pakistani (90,6%), senegalesi (88,7%), bangladesi (85,7%), egiziani (85,3%) e tunisini (61,3%). Pressoché solo uomini sono i cittadini residenti del Gambia (97,2%) e del Mali (98,3%). Rapporti di genere più equilibrati si riscontrano per alcune collettività di più antico insediamento, come quelle marocchina, dove le donne rappresentano il 44,9% dei residenti, e albanese (50,3%). La collettività cinese, invece, prevalentemente strutturata in famiglie, presenta una perfetta parità tra i generi.

 

Le fasce di età. Il tema dell’invecchiamento attivo

La popolazione straniera residente in Calabria è una popolazione giovane: alla fine del 2021 l’età media è di 34,8 anni, a fronte dei 45,5 anni della popolazione italiana. Di conseguenza, l’età media della popolazione complessiva è di 44,9 anni, a conferma di come la più giovane struttura per età della popolazione straniera rallenti il progressivo invecchiamento di quella autoctona. A fi ne 2021 per la popolazione straniera il numero di persone che raggiungono l’età da lavoro è superiore rispetto a quelle che stanno per uscirne; infatti, il contingente con un’età compresa tra 15 e 19 anni è pari al 4,8% del totale dei residenti, mentre la fascia 60-64 anni è pari al 4,0%. Situazione opposta accade per quella autoctona, dove sono più coloro che stanno per uscire dal mercato del lavoro (7,2%) rispetto a coloro che stanno per entrarvi (5,0%).

Il tema dell’invecchiamento attivo è di attualità crescente in tutti i Paesi industrializzati e per l’Europa riveste una rilevanza centrale per il futuro del nostro modello sociale. Basti pensare che nel 2002 l’Indice di ricambio della popolazione attiva (Ir)1 in Calabria era pari al 74,9% mentre nel 2021 è salito al 140,0%, raddoppiando nell’arco di 20 anni; vi sono quindi circa 140 persone che escono dal mercato del lavoro ogni 100 che ne entrano. Purtroppo, la marcata trasformazione della struttura per età della popolazione ha comportato nel tempo un importante effetto sui rapporti intergenerazionali, determinando uno squilibrio tra il peso delle classi di età economicamente produttive più giovani e quelle che stanno per uscire dal mercato del lavoro.

 

 

Popolazione in decrescita in Calabria

Sulla base dello scenario di previsione “mediano”, dunque, l’Istat prevede una decrescita della popolazione residente in Calabria nel prossimo decennio: da 1.894.110 al 1° gennaio 2020 (punto base delle previsioni) passerà a 1.755.756 nel 2030 e l’Ir avrà un aumento pari a 14,5 punti percentuali (154,6%). Via via che le generazioni nate negli anni del baby boom tenderanno a estinguersi, questo squilibrio aumenterà verosimilmente sempre di più. Le previsioni sul futuro demografico in Calabria restituiscono un potenziale “quadro di crisi” che necessita l’adozione di più specifiche politiche socioeconomiche come strumenti di riequilibrio e di risposta strutturale ai cambiamenti demografici.

Le conseguenze del calo demografico sul settore scolastico

Conseguenze dirette del calo demografico, quindi, nel settore scolastico, con forti ripercussioni sulla formazione delle classi che porteranno verosimilmente al taglio di molte cattedre. In questi anni il fenomeno ha interessato i piccoli e medi centri urbani della regione, in cui si è assistito ad un’aggregazione di istituti scolastici che ha portato alla nascita degli Istituti comprensivi, ma ora lo stesso fenomeno si sta gradualmente estendendo anche ai grandi centri urbani. In Calabria sono anni che si registra un trend negativo della popolazione studentesca. Nell’anno scolastico 2010/2011 era pari a più di 300mila unità, mentre nell’anno scolastico 2020/2021 è scesa a meno di 280mila. Da sei anni anche gli alunni stranieri stanno facendo registrare un calo: sono passati da 12.580 nell’anno scolastico 2015/2016 a meno di 12mila nell’anno scolastico 2020/2021. Questi si ripartiscono tra i vari ordini di scuola come segue: 2.006 studenti stranieri nelle scuole dell’infanzia (con un’incidenza del 4,2% sul totale della popolazione studentesca e una quota del 65,5% di nati in Italia), 3.720 nella scuola primaria (4,6% e 52,6%), 2.387 nella scuola secondaria di I grado (4,5% e 40,4%) e 3.862 nella scuola secondaria di II grado (4,0% e 18,0%).

Le provenienze degli studenti stranieri risultano estremamente variegate, ma al contempo i numeri più elevati coinvolgono un gruppo limitato di Paesi; il 66,9%, infatti, proviene da Romania (3.159), Marocco (2.965), India (663), Albania (646) e Ucraina (575).