Cauta attesa all’Umg sull’integrazione Mater Domini – Pugliese

Il rettore De Sarro: firmerei anche subito. Il cardiochirurgo Mastroroberto: irreversibile? L’università è pronta

Al giornalista che avvia la sua domanda aggettivando come “irreversibile” l’integrazione ospedaliera tra Mater Domini e Pugliese, il professore Pasquale Mastroroberto ribatte, abbastanza inusualmente: “Lei ritiene che sia irreversibile? Che sia immediata? … Io ci andrei un po’ cauto. È fondamentale questo sì, per Catanzaro e per la Calabria. L’università è perfettamente d’accordo. Mi auguro che le parti in causa, quindi la Regione, siano altrettanto concordi. Ma devono fare in fretta…”.

Con queste premesse, è quasi obbligo chiedere parere al rettore Giovambattista De Sarro, presente insieme ai due emeriti Aldo Quattrone e Francesco Saverio Costanzo al report sui dieci anni di Cardiochirurgia universitaria al policlinico Mater Domini. C’è intanto la proclamata, da più parti, imminenza della sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Università e Regione. Anche qui una sorta di attesa cauta: “Lo spero – dice ai giornalisti l’illustre farmacologo -. Aspetto che sia mandata ai ministeri, io posso firmare anche subito, non ho problemi. Aspettiamo la firma e aspettiamo di poter chiudere questo atto, che i catanzaresi e i ministeri aspettano da tanti anni”. Poi, succedanea, l’altra domanda: ma c’è spazio per una seconda facoltà di medicina in Calabria? Sarebbe una cosa buona e giusta? “Non aiuterebbe, mi spiace – risponde il rettore, trincerandosi prima di riprendere dietro un sorriso un po’ amaro -. Questa università ha quarant’anni di storia medica e per questo ha potuto istituire tutte le specialità che ha: è stata costruita mattone per mattone, è stata formata in una certa maniera. Nessuno può improvvisarsi docente a Medicina, ci vuole una conoscenza delle problematiche che non si inventa in due giorni o in due anni”.

 

Sui dieci anni di Cardiochirurgia universitaria, il tono di De Sarro si fa più disteso, convinto della bontà del percorso intrapreso e dei risultati raggiunti e in itinere: “L’attività – afferma – è cresciuta in maniera importante, credo che sia anche il risultato della buona collaborazione tra la parte universitaria e la parte ospedaliera. L’obiettivo ovviamente ora è crescere ulteriormente per fare un servizio importante per l’intera regione ma anche per le regioni vicine alla Calabria, perché davvero si potrebbe ridurre in maniera concreta l’emigrazione sanitaria in questo campo. Il professore Mastroroberto ha ricordato le difficoltà nel passato, difficoltà che oggi per fortuna sono ridotte. Potremmo anche ipotizzare di migliorare i servizi in questo ambito ma per migliorare i servizi occorrono anche attrezzature più moderne, e questo non affligge solo l’Università ma l’intera regione. È necessario mettere a disposizione mezzi diagnostici più moderni, per il bene dell’intera sanità calabrese».

Sul ruolo fondamentale dell’Unità operativa cardiochirurgica universitaria De Sarro non ha esitazioni: “Questa cardiochirurgia è davvero una struttura unica in Calabria, anche perché quella ospedaliera di Reggio lavora ancora poco. Il centro della cardiochirurgia resta Catanzaro. Per quanto riguarda l’area cardiologica più generale, auspico che con l’integrazione ci sia anche una parziale differenziazione, ossia ciascun reparto potrebbe dedicarsi a una parte specifica della cardiologia. Cosa significa questo? Più bypass si fanno in un posto più si formano gli allievi e più si fa esperienza. Che ci siano due strutture va benissimo, che si integrino va bene, ma ognuna potrebbe differenziarsi in modo tale da creare meno punti di gelosia. Il bacino d’utenza lo consente anche perché la cardiologia a Catanzaro ha una certa importanza, sia nell’uno sia nell’altro ospedale. Peraltro vige una sorta di osmosi, qualcuno che si è formato da noi è andato lì, qualcun altro da lì è tornato da noi. In ogni caso, checché se ne dica la cardiologia di Catanzaro è sempre stata ottima, e ha saputo interloquire e fatto cose buone”.