Gratteri: farò domanda per la Pg di Roma. Ma se potessi resterei a Catanzaro fino alla pensione

Ospite di Corrado Formigli a "Piazza Pulita" parla della velocizzazione dei processi e rinnova le critiche alla riforma Cartabia. "Dico sempre quello che penso.Per me stare zitto è complicità”

“Il mio sogno sarebbe quello di rimanere a Catanzaro fino alla pensione. Io sono il felice procuratore di Catanzaro, faccio cose bellissime ed emozionanti a Catanzaro, che non si vedono da altre parti. Lavorano con me magistrati straordinari e una polizia giudiziaria di altissimo livello. Purtroppo, il 16 maggio 2024 finisco gli 8 anni a Catanzaro, quindi prima che scada questo termine devo trovare un’altra collocazione. Per questo faccio domanda per altre sedi”. E rispondendo ad una domanda del giornalista Corrado Formigli, ospite di L7 a “Piazza Pulita”, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, svela che oltre ad aver fatto domanda per la Procura di Napoli, a giorni farà domanda per la Procura generale di Roma.
“Gratteri ministro della Giustizia? No. Gratteri capo del Dap? No. Gratteri capo della direzione nazionale antimafia? No. Ma allora, ce l’hanno con lei? Gratteri deve rimanere lì, in Calabria”, gli ha infatti chiesto Formigli, dopo averlo incalzato su questioni come la Riforma Cartabia, le intercettazioni e le misure da adottare per velocizzare i processi.

 

La ricetta per “velocizzare i processi”

Su quest’ultimo argomento, Gratteri rimarca: “Bisogna fare i concorsi perché mancano 1.600 magistrati; bisogna riportare l’età pensionabile da 70 a 75 anni, così ogni anni si recuperano 300 magistrati; limitare i fuori ruolo. Mentre noi parliamo ci sono 250 che hanno vinto un concorso e sono fuori ruolo. Bisogna assumere più magistrati e quelli che ci sono bisogna farli lavorare a regime”. All’elenco, Gratteri aggiunge: chiudere i tribunali piccoli e informatizzare ulteriormente.

Tra Buonafede, Cartabia e Nordio, chiede ancora Formigli, chi promuove e chi boccia, il procuratore capo di Catanzaro? “Io non faccio pagelle – sottolinea -. Dico quello che penso perché mi sono costruito una vita per avere le mani libere e dire quello che penso nei confronti di chiunque e in qualsiasi momento. Non è questione di simpatia o antipatia: io non posso stare zitto, perché nelle condizioni in cui sono, il lavoro che faccio, ho 64 anni, non ho vita privata. Per me stare zitto è complicità”.

 

“Sui territori ad alta densità criminale il capomafia dà più risposte rispetto al politico”

Dall’arresto di Matteo Messina Denaro, alle criticità della Riforma Cartabia, oltre che ai sempre attuali rapporti tra Ndrangheta e Politica, il procuratore Gratteri si confronta a lungo su Formigli anche sullopportunità di legalizzare le droghe leggere come strumento per depotenziare gli affari della ‘ndrangheta.  “Il dato che Matteo Messina Denaro sia stato catturato in Sicilia non testimonia che sia stato lì per 30 anni. Tendenzialmente anche i boss della ‘ndrangheta latitanti non possono si allontanano dal territorio, restare in loco serve ad amministrare. Gli appoggi della politica dati alle mafie sono stati svelati in più occasioni. I legami con la ‘ndrangheta, ad esempio – spiega il procuratore Gratteri – vengono “istituzionalizzati” negli anni ’70 con la creazione nei rituali della dote della Santa che consente una doppia affiliazione: alle cosche e alle logge massoniche deviate. Ciò ha creato una cogestione della cosa pubblica: non si decide più solo chi deve vincere l’appalto, ma quale opera pubblica dovrà essere realizzata. Sui territori ad alta densità criminale il capomafia dà più risposte rispetto al politico perché è presente sul territorio, quindi risulta quasi subalterno alle mafie”.

 

“La Riforma Cartabia va abolita”

“Il sogno era leggere solo un rigo: la Riforma Cartabia va abolita, creerà solo rallentamenti della giustizia”. Torna anche sulla proposta del ministro Nordio di limitare le intercettazioni che, secondo Gratteri, “deve ancora essere chiarita. Il 15 dicembre 2022 è stato mandato dal Ministero della Giustizia alle Procure un nuovo listino prezzi con costi ridotti del 15%, quindi non è vero che sono spese insostenibili. Dal 1989 mi occupo di intercettazioni – rimarca il procuratore di Catanzaro – ho sperimentato insieme alle società telematiche le nuove tecnologie: prima costavano circa 40 euro al giorno, oggi circa 3 euro al giorno. Il ministro Nordio garantisce che le intercettazioni che riguardano la mafia non saranno toccate, ma serve specificare se intendono limitare anche quelle riguardanti corruzione, concussione e peculato dove spesso si annida la collusione con la criminalità organizzata. Il ministro Orlando ha già ristretto la possibilità di pubblicare le intercettazioni, ciò che non riguarda l’ipotesi di reato non viene divulgato, quindi non c’è alcun rischio. Per quanto riguarda la riforma Cartabia credo vada abolita, rallenta la giustizia, le modifiche che apporta non snelliscono i tempi dei procedimenti”.