In Corte d’Appello l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto di Catanzaro foto

Il presidente vicario, Gabriella Reillo: "Alla politica sulla giustizia manca una cultura di 'sistema' che parta da dati concreti"

Torna a Catanzaro, nella sede della Corte d’Appello in piazza Matteotti, la suggestiva cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto di Catanzaro, attualmente in corso.

“Purtroppo quanto manca alla politica sulla giustizia è una cultura di ‘sistema’ che parta da dati concreti, rilevati nel territorio, e che si faccia carico di effettuare proiezioni di fattibilità, rispetto agli organici e alle dotazioni nonché alla conseguibilità degli obiettivi enunciati. Invece assistiamo a un affastellarsi di riforme che si susseguono senza che prima vengano verificati gli effetti della riforma precedente, nel perseguimento di meri effetti propagandistici”, scrive il presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto di Catanzaro.

Generico gennaio 2023

 

“I tempi processuali ritardati dall’eccessivo carico giudiziario che si abbatte sulle Procure e sui Tribunali”

“Le riforme procedurali – prosegue Reillo – vengono rappresentate come quelle più incisive e determinanti per abbreviare i tempi di definizione dei procedimenti e assicurare un più equo contraddittorio. Ma se andiamo a vedere in concreto il rito non è risolutivo, come è resto evidente da quanto accaduto in questi anni e delle fortissimee differenze di performance a livello territoriale. Non mi dilungherò sul contenuto della riforma Cartabia, che pure contiene norme apprezzabili, ma devo rilevare che anche questa riforma è permeata dall’illusione di ridurre i tempi processuali, civili e penali, attraverso una riduzione dei termini. Sembra non si si renda conto – sostiene il presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro – che i tempi processuali non sono ritardati da termini eccessivamente lunghi bensì dall’eccessivo carico giudiziario che si abbatte sulle Procure e sui Tribunali, dalle endemiche e rilevanti scoperture degli organici, dal collo di bottiglia che si verifica nelle Corti d’appello quanto a sopravvenienze e risorse per la loro evasione. E’ inoltre stata persa l’occasione di ristrutturare il rito alla luce della nuova prospettiva della giustizia digitale”.

Generico gennaio 2023

Critiche alla riforma Cartabia: “L’improcedibilità si risolverà in una amnistia e per tutti i reati”

Nella relazione Reillo poi osserva: “Ugualmente nel settore penale la riduzione dei tempi per le indagini premilinari si scontra da un lato con l’elevato numero di fattispecie penali che unitamente al principio della obbligatorietà dell’azione penale scaricano sulle scrivanie dei pm centinaia di procedimenti al giorno, dall’altro con la complessità e gravita di vari reati che spesso, a prescindere dalla loro natura, necessitano di accertamenti istruttori specialistici e approfonditi. Ancora, con la previsione della improcedibiità in appello, istituto anch’esso fondato sulla riduzione dei termini, il legislatore ha riversato sulle spalle della magistratura la propria pavidità, non avendo avuto il coraggio di prevedere una seria depenalizzazione, atteso il dilagante populismo giustizialista. Con la conseguenza che – rileva il presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro – l’improcedibilità si risolverà in una amnistia e per tutti i reati, anche quelli più gravi, qualora dovesse attribuirsi alla norma natura sostanziale, alla stregua degli orientamenti della giurisprudenza di legittimità e costituzionale. Sebbene vada dato atto che questa volta la propaganda è rivolta all’Europa e non più banalmente all’elettorato dei vari partiti, come avviene normalmente, non per questo possiamo tacere dell’incapacità della riforma di incidere sui problemi sostanziali della giustizia”.

Generico gennaio 2023

La ‘ndrangheta resta l’emergenza del territorio

“Anche quest’anno l’attività nel settore penale è stata incentrata in maniera preponderante sui procedimenti aventi a oggetto delitti di competenza della Direzione distrettuale antimagia, essendo elevato il numero dei maxiprocessi per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché vari reati-fine. Tale situazione si pone in diretta e immediata correlazione con il fenomeno della presenza e proliferazione sul territorio di forme complesse di criminalità organizzata. Sul punto sono dettagliate le indicazioni del procuratore distrettuale che rileva come la ‘ndrangheta operante nel territorio del Distretto di Catanzaro è direttamente interessata dalle dinamiche di gruppi criminali operanti nel Nord Italia, che costituiscono proiezione delle cosche di origine e cion cui, pur in presenza di una autonomia operativa, mantengono salde le realzioni – si legge ancora nella relazione – Così sono risultati vari e rilevantissimi i collegamenti della ‘ndrangheta del Vibonese e del Basso Jonio Catanzarese con Lazio e Lombardia, di quella del Crotonese e del Lametino con Lombardia, Emilia e Veneto. Cui è conseguito l’allargamento del raggio di azione delle indagini e la necessità di strumenti di contrasto condivisi. Dal punto di vista dell’intervento giudiziale i procedimenti iscritti nell’anno per il delitto di cui all’articolo 416 bis codice penale sono stati 69, di poco superiori rispetto ai 67 dell’anno precedente, mentre si registra una flessione dei procedimenti iscritti per il delitto di cui all’articolo 74 Dpr 309/90, pari a 68, rispetto ai 93 dellanno precedente. Sono state avanzate 206 richieste di miure cautelari personali che hanno riguardato 1.126 indagati, di cui 952 per reati di competenza della Dda (371 per custodia cautelare, 198 per arresti domiciliari e 23 per misure interdittive)”.

 

 

La Procura di Vibo è la più produttiva

“In controtendenza con il dato nazionale, preso gli uffici di Procura della Repubblica del Distretto si registra l’aumento del numero di sopravvenienze cui corrisponde una buona risposta in termini di capacità definitoria, superiore rispetto alle iscrizioni”, scrive ancora il presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro, Gabriella Reillo.

“La Procura di Vibo Valentia – si legge poi nella relazione – presenta una notevolissima produttività, seconda solo a quella di Catanzaro, nonostante l’elevata scopertura di organico in rapporto alla forte presenza ‘ndranghetistica sul territorio e alla circostanza che la provincia di Vibo risulta essere quella con il più alto tasso di crimini violenti di tutto il territorio nazionale. Il dato purtroppo si invera nell’avvenuta commissione nello scorso anno, in quel circondario, di 17 reati di omicidio, consumato e tentato”.

 

I dati contenuti nella relazione

Questi i dati contenuti nella relazione del presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro: Procura di Catanzaro 17.471 procedimenti sopravvenuti, 17.934 definiti, 4.955 pendenti; Procura di Castrovillari 4.792 sopravvenuti, 4.114 definiti, 6.8569 pendenti; Procura di Cosenza 4.972 sopravvenuti, 4.941 definiti, 2.351 pendenti; Procura di Crotone 4.347 procedimenti con un tasso di smaltimento pari allo 0,8; Procura di Lamezia 5.955 sopravvenuti, 7.621 definiti, 3.116 pendenti; Procura di Paola 2.721 sopravvenuti, 2.133 definiti, 3.538 pendenti; Procura di Vibo Valentia 11.023 sopravvenuti, 17.178 definiti, 5.394 definiti.

“Piante organiche inadeguate”

“Relativamente alla dotazione organica dei magistrati, rimangono immutate le condizioni del passato: le piante organiche degli uffici del Distretto (requirenti e giudicanti) sono inadeguate”. “Gli aumenti di organici – scrive ancora Gabriella Reillo – rimangono sulla carta per mancata risposta agli interpelli o per il susseguirsi dei trasferimenti. La varianza resta singolarmente stabile: vi è simmetria tra nuovi ingressi di magistrati in prima destinazione e trasferimenti, il risultato è un movimento migratorio costante in uscita ed egualmente stabile in entrata di magistrati ordinari in tirocinio, con scarti temporali che creano rilevanti disfunzioni”.