Naufragio migranti, “la degna sepoltura per tutti”

La riflessione di Antonio Carioti, presidente dell'Associazione musulmana di Catanzaro Dar assalam

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Per noi musulmani, le anime pure, quelle dei bambini, arrivano direttamente da Allah, al livello più alto del paradiso. È questa l’unica consolazione per il dolore immenso che la morte di un bambino porta.

 

Si rende doveroso per noi, dell’Associazione musulmana di Catanzaro, Dar assalam, emettere una nota in risposta alle dichiarazioni del Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. Ci dispiace dover constatare che, le nostre richieste, in merito ad un’area dedicata alla sepoltura per culti diversi, ad oggi, dopo anni, nonostante il cambio di amministrazione, siano ancora rimaste inattese. Sappiamo che prevedono un lavoro lungo ma, se mai si inizia, mai si giungerà ad una soluzione! Abbiamo proposto davvero qualunque soluzione: creare una rete tra Comuni limitrofi, acquistare di “tasca nostra” un terreno adeguato che ci possa essere indicato dal Comune di Catanzaro, abbiamo trovato solo un atteggiamento frettoloso perché preso da altro ( l’annoso problema dell’acqua).

 

Vogliamo ricordare al Sindaco di Catanzaro che, oltretutto, ben conosce il diritto islamico, quanto sia fondamentale il rispetto della sepoltura secondo il culto musulmano (come per ogni altra confessione) ed è per questo che, chiediamo, nel rispetto della piccola bimba e della sua famiglia, che il cimitero di Reggio Calabria, unico in Calabria adibito a culti differenti, accolga il suo corpo per la sepoltura. Esattamente come ha già fatto in passato per due bimbe morte a Catanzaro perché la nostra amata città, Catanzaro, ancora, non è pronta.

 

E purtroppo mai lo sarà se il nostro Sindaco, in interventi come quello di ieri sera, nel menzionare il cimitero e le sue innovazioni programmate, esattamente come nel suo programma di campagna elettorale, parla di cimitero per gli animali, parla di forno crematorio e non menziona, neanche dopo gli animali, i culti diversi. Proveremo a fare, con Associazioni come la nostra, presenti sul territorio calabrese, una richiesta comune alle autorità competenti.
Non è portando a Catanzaro il corpo di una bimba e dandole un nome che non appartiene alla sua cultura ma, “simbolo”, solo per chi vive da questa parte del mondo, che si crea integrazione. Peraltro tutte le persone morte nel naufragio, sono musulmane, tutte!

 

E, probabilmente, nessuno di loro, o solo pochi, se Reggio Calabria darà disponibilità (perché già saturo), potrà essere sepolto nel rispetto del proprio culto. Troppe volte abbiamo affrontato questo argomento con le istituzioni e sui giornali ma a nulla è servito. Sindaco, come le abbiamo già detto, la morte non aspetta.

 

 

Antonio Carioti Presidente dell’Associazione musulmana di Catanzaro Dar assalam