Naufragio di Cutro, un superstite racconta: “Sapevo che l’Italia protegge”

Lo ha affermato un teste nell'incidente probatorio per il presunto scafista 17enne al Tribunale dei minori di Catanzaro

“Sapevo che l’Italia protegge”. A dirlo, secondo quanto si è appreso, è stato uno dei superstiti del naufragio di Steccato di Cutro sentito dal gip del Tribunale dei minorenni di Catanzaro, Donatella Garcea, nell’incidente probatorio per il presunto scafista 17enne.

L’uomo ha anche riferito che gli scafisti lo avevano rassicurato che una volta giunti nelle acque italiane i migranti sarebbero stati salvati. Il superstite ha poi detto che, una volta giunto a riva, c’erano solo due carabinieri ed un pescatore. Inoltre ha riferito di avere sempre viaggiato sotto coperta e di non essersi reso conto delle condizioni del mare. E poi, con l’avvicinarsi alla riva, di essersi molto preoccupato.

 

 

L’INCONTRO CON LA PREMIER – “La premier Giorgia Meloni si è messa a piangere durante l’incontro che abbiamo avuto ieri a Roma”. Lo ha raccontato un cittadino siriano che ieri ha fatto parte della delegazione ricevuta a Palazzo Chigi. “Da parte sua – ha aggiunto – c’è stato un forte carico emotivo. Ci ha chiesto delle nostre sofferenze e quando le abbiamo raccontate si è messa a piangere. E’ stata molto partecipativa. Chi voleva raccontare la propria storia ha potuto farlo”. L’uomo è sopravvissuto con il nipote ma un’altra nipotina di 6 anni non ce l’ha fatta. Stamani deve essere sentito nell’incidente probatorio al Tribunale dei minori di Catanzaro (Ansa).