Secondo “Cara Catanzaro”: lo stadio allo stadio

"Gli attuali problemi di viabilità e accessibilità facilmente risolvibili con semplici interventi"

“Ci sono tanti buoni motivi per dire assolutamente no all’ipotesi nuovo stadio in periferia. Da quelli “romantici” legati al fascino della storia (e ricordiamo che il fascino non si compra) a quelli economici legati al grave nocumento in termini di presenze che ne devirerebbe per la città storica (già sofferente per lo spostamento di università e uffici regionali); da quelli ambientali legati alla necessità di scongiurare la cementificazione di ettari di terreno in pieno periodo di crisi climatica, a quelli di facile risoluzione delle problematiche che l’attuale collocazione dello stadio Ceravolo comporta”. Ad intervenire nel dibattito acceso in questi giorni sul futuro dello stadio “Ceravolo” anche l‘associazione “Cara Catanzaro“.

 

“Iniziamo da quest’ultimo aspetto che sembra quello a cui i favorevoli al nuovo stadio fuori le mura si appigliano maggiormente e cerchiamo di dimostrare come anche il “cocuzzolo”, come in maniera ingenerosa e dispregiativa qualcuno cita la città storica, sia quindi assolutamente compatibile con un moderno impianto sportivo – si legge nella nota -. Nelle ultime partite di questo meraviglioso campionato, si è sperimentato, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, il bus navetta dal parcheggio del Musofalo. Una sperimentazione riuscitissima che si potrebbe benissimo replicare con regolarità anche da altri parcheggi come quello della funicolare e anche quello di disponibilità dell’attuale proprietà giallorossa, con centinaia di posti auto, a ridosso della sede di via Gioacchino da Fiore, un parcheggio chiuso o sottoutilizzato da anni che troverebbe quindi un utilizzo ottimale”.

 

 

“Ma c’è molto di più. Con una spesa certamente non trascendentale, si potrebbe realizzare una bretella di poche centinaia di metri che collegherebbe gli ampi parcheggi già esistenti a ridosso del cimitero e del campo scuola, alla strada per Siano, e quindi alla tangenziale, scongiurando così la necessità di entrare in città per raggiungere il Ceravolo, utilizzabile a favore sia della tifoseria giallorossa, ma anche e soprattutto di quella ospite, che si troverebbe, in pratica, direttamente a due passi dal settore riservato appunto agli ospiti. Un accesso facilmente raggiungibile sia da ovest e da nord tramite la tangenziale, che da sud e da est tramite la bretella per Siano. Parcheggi che si potrebbero facilmente ampliare con sistemi modulari sopraelevati già utilizzati in tante altre realtà. Una soluzione – si legge ancora – che andrebbe a vantaggio non soltanto dello stadio in occasione delle partite, ma che si rivelerebbe utilissima tutti i giorni della settimana decongestionando notevolmente dal traffico la zona dell’ospedale. E al proposito, immaginiamo solo un attimo se si concretizzasse il nostro antico sogno (ne parliamo da anni) di avere il Campus universitario al posto dell’ospedale Pugliese e viceversa. Si creerebbe un centro sanitario d’eccellenza al servizio di tutta la regione, con ospedale e policlinico finalmente integrati anche fisicamente a Germaneto, e un fantastico Campus (per le materie umanistiche e giuridiche) al posto dell’ospedale e integrato con il Parco della Biodiversità che farebbe invidia (almeno come collocazione) a Oxford e non solo. Basti immaginare gli studenti  popolare il Parco anziché le assolate colline di Germaneto. Stadio e Campus insieme, sarebbe fantastico”.

 

 

 

 

“Il Ceravolo, da parte sua, si può benissimo ammodernare e rendere architettonicamente più gradevole con minimi interventi, come la realizzazione di un secondo livello di spalti ai due lati della palazzina (armonizzando così quest’ultima) e il rifacimento delle due curve rendendole dritte e anche queste a due livelli con prosecuzione direttamente dai distinti. La tribuna, fermo restando il rifacimento della copertura con eliminazione dei fastidiosi pilastri, potrebbe restare com’è attualmente, magari “legandola” alle nuove curve con delle torri, stile il Marassi di Genova. All’interno delle torri si potrebbe creare la sede sociale con annesso “museo” storico; palestre e attività commerciali, così come nello spazio attualmente sterrato posizionato dietro la tribuna si potrebbe creare un piccolo centro sportivo con campi da tennis, padel ecc., senza considerare l’ormai imminente recupero del limitrofo palazzetto dello sport “Geppe Greco”.  Uno stadio Ceravolo non solo stadio quindi, da vivere sette giorni su sette”, evidenzia l’associazione.

 

 

 

“Detto e soprattutto “spiegato” quanto sia conveniente da tutti i punti di vista mantenere lo stadio nell’attuale posizione (ripetiamo che la costruzione di un nuovo impianto comporterebbe la devastazione di ettari di verde a favore del cemento, opere di urbanizzazione, aree parcheggio e strade di collegamento), andiamo a motivare come nell’ambito comunale non esista un’area tanto vasta per ospitarlo. Germaneto? Gli spazi sono stati già ampiamente occupati da una cementificazione illogica e selvaggia, basti guardare una foto satellitare per capire che non esiste un’area attualmente libera e abbastanza ampia da ospitare un nuovo stadio con gli annessi e i connessi di cui dicevamo prima. Barone? Assolutamente impensabile soprattutto perché fuori dalle direttrici della ormai quasi pronta metropolitana di superficie, il cosiddetto Pendolo.Sarebbe davvero assurdo pensare al nuovo stadio come a qualsiasi altra grande opera senza collegarla al Pendolo”, si specifica.

 

 

“Ma pur volendo fare una forzatura e trovare un’area abbastanza ampia, non ci sarebbero le strade di collegamento e si creerebbe uno spaventoso imbuto all’altezza della motorizzazione, come già sperimentato in occasione dell’inaugurazione del centro commerciale qualche anno fa. Disagi che all’epoca costarono addirittura la vita a una giovanissima coppia di fidanzati in sella a una moto proprio la sera dell’inaugurazione e proprio a causa del gran traffico. Una vera tragedia. Signorello? Idem come Barone. Giovino? Da pazzi, visto che l’unico collegamento sarebbe la famigerata statale 106, senza considerare la vocazione turistica di quell’area insieme a quella di Bellino. E quindi? Bisognerebbe uscire dal comune di Catanzaro, magari andando in quello di Maida sui terreni di cui parlava il presidente Merlo ai tempi della serie A. Vogliamo davvero questo?”, conclude la nota.