Fazio caposezione Dia di Catanzaro: ‘ndrangheta più pervasiva durante la crisi da Covid

Contestualizzati territorialmente i dati contenuti nella relazione semestrale antimafia resa al Parlamento

Della Relazione resa dalla Direzione investigativa antimafia al Parlamento per il periodo luglio- dicembre 2021 abbiamo già parlato alcuni giorni fa qui, quando il documento è stato reso disponibile sul sito delle Camere.

Questa mattina nella nuova sede del nucleo operativo della Dia di Catanzaro, nel quartiere Sala, da poco inaugurato, il capo sezione Beniamino Fazio ha focalizzato l’ambito di osservazione nel distretto di sua competenza, sottolineando, nel contempo, la nuova organizzazione territoriale della struttura investigativa che fino all’anno scorso dipendeva gerarchicamente dalla sezione di Reggio Calabria ma che adesso ha competenza autonoma sul distretto di Catanzaro, comprendente anche le province di Cosenza, Crotone e Vibo.

L’analisi di Fazio è iniziata dalle contingenze macroeconomiche nel periodo considerato, con una crisi economica devastante che ha consentito alla criminalità organizzata, e in particolare all’ndrangheta, di insinuarsi nel tessuto produttivo in modo silente e pervasivo più di quanto avesse già fatto, offrendo disponibilità finanziarie agli imprenditori in difficoltà contassi usurari che le ha consentito di prelevare quote societarie e addirittura impadronirsi delle aziende attraverso intestazioni di comodo.  Le ingenti risorse di cui dispone la ‘‘ndrangheta le derivano dal narcotraffico internazionale del quale è protagonista oltre che nel tradizionale quadrante sudamericano nel nuovo scenario dell’Africa occidentale.

La penetrazione della ‘ndrangheta nell’economia nazionale è altresì reso ancora più preoccupante dall’atteso arrivo dei finanziamenti legati al Pnrr e agli altri aiuti europei, per cui da un lato si sono moltiplicate le raccomandazioni agli amministratori locali di oculata gestione dei fondi, e dall’altro si è dato giusto risalto alla meritoria azione preventiva svolta dalle prefetture con l’incremento considerevole delle interdittive antimafia. La ‘ndrangheta, ha continuato Fazio, mantiene la sua proiezione territoriale nazionale, con presenze riconosciute in tutte le regioni del centro nord – Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte – e anche in altri paesi come Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, l’Australia, Sud America, Canada.

La Dia, ha ricordato Fazio, accanto alle funzioni di polizia giudiziaria che compie insieme alle altre forze dell’ordine, opera anche con i settore Analisi, mettendo a sistema tutti i dati provenienti dalle attività di polizia di tutte le articolazioni operative dello Stato. Dati che confluiscono puntualmente nelle relazioni semestrali che talvolta possono non essere perfettamente in linea con la cronaca, cosa giustificata dal fatto che contengono esclusivamente dati che possono essere resi pubblici preservando tutto ciò che è ancora oggetto di indagine e pertanto non divulgabile per ovvi motivi. Basti un dato per tutti: nel semestre considerato in campo nazionale la Dia ha compiuto sequestri di beni per 86 milioni di euro, più di un terzo attribuibile alla ‘ndrangheta.