“Stare al Centro”: come essere utili, divertendosi, al Centro calabrese di solidarietà

Mercoledì 17 maggio al Teatro Comunale di Catanzaro si incontrano don Mimmo Battaglia e monsignor Claudio Maniago

Passano gli anni ma trentasette sono lunghi. Fa un po’ impressione a dirlo, noi immersi nella contemporaneità, ma il Centro Calabrese di Solidarietà è già roba dell’altro secolo, nato nel 1986 a Catanzaro, periferia nella periferia, al di là del fiume e degli alberi.

Generico maggio 2023

 

Non per nulla l’aspirazione di oggi, nelle parole di Isolina Mantelli che lo dirige, è portare il Centro al centro, metafora che racchiude il desiderio che la città se ne appropri come cosa sua, espressione delle sue migliori intenzioni.

 

Ambizione fatta propria in un loop circolare da Francesco Passafaro, anima pensante e recitante del Comunale, Teatro al Centro del centro storico. Le due tensioni centripete troveranno plastico compimento nel pomeriggio di mercoledì 17 maggio, quando nel Teatro Comunale a partire dalle 18,30 avrà inizio “Stare al centro”, evento di festa e di testimonianza con appendice di spettacolo.

 

L’evento ruota intorno all’incontro pubblico tra due testimoni della pietas cristiana, che, per coincidenze tanto casuali quanto benvolute, fanno incontrare sul palco del Comunale due città, Napoli e Catanzaro, oggi unite da un fortunato trend calcistico: Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli dialogherà con Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro. L’attesa è notevole. Perché Battaglia, per tutti nella conferenza stampa “don Mimmo” se non semplicemente “Mimmo” è l’artefice e ispirato conduttore del CCS fino a quando non è stato chiamato a guidare più ampie comunità di fedeli in terra campana. E perché monsignor Claudio Maniago ha già avuto modo di farsi apprezzare per la partecipe autorità con la quale da poco più di un anno guida la diocesi catanzarese.

 

 

Ma “Stare la centro” sarà anche altro. “Sarà la prima volta che vedo don Mimmo Battaglia – dice Francesco Passafaro – mentre con monsignor Claudio ormai c’è buona consuetudine. Sono felice di poterlo farlo insieme ai ragazzi degli Istituti che abbiamo coinvolto, e con i ragazzi del Centro Calabrese nei momenti di spettacolo che stiamo preparando. Posso assicurare che sarà emozionante, la parte artistica non lascerà a bocca asciutta, grazie all’aiuto che per la parte musicale ci sta assicurando Piero Dardano. Il biglietto costa dieci euro, è acquistabile sul nostro sito www.ilcomunalecz.it. Sono dieci euro ben spesi, perché entrano nel progetto di Fundraising che ci vede impegnati a favore di una delle realtà di Catanzaro che fa del bene, che finora ha più fatto che comunicato.

 

Ecco, è il momento per meglio comunicare quanto fa il Centro calabrese di solidarietà”. Come da disclaimer ufficiale, il Centro Calabrese di Solidarietà è Ente no profit che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, attraverso l’accoglienza e le azioni di reinserimento sociale di soggetti svantaggiati quali donne vittime di violenza, tossicodipendenti, alcool dipendenti, immigrati, giovani disagiati e famiglie. L’attività è complessa e si declina in molti progetti che hanno bisogno di uomini donne e, naturalmente di risorse economiche. La sa bene Pierluigi Monteverdi, affermato imprenditore del food che del Gruppo Fundraising del CCS è uno dei principali attivatori.

 

 

“Al di là delle belle parole – dice Monteverdi – il sostegno economico è fondamentale. Mi sono avvicinato sia come persona che come imprenditore al Gruppo Fundraising insieme agli altri per trovare le risorse utili a fare crescere il Centro e soprattutto sostenere i ragazzi che ci vivono. È importante che l’opinione pubblica e gli imprenditori si avvicinino alle realtà sociali della città perché insieme si può operare per farla crescere. Ho avuto modo di frequentare altre realtà per il lavoro che faccio e mi sono reso conto che le sinergie tra imprenditori, società civile e attività sociali danno ricadute importanti sul territorio. Merito di Isolina è avere voluto questo gruppo, e sono contento che stia dando buoni frutti sotto la guida costante e assillante di Nino. Crescerà ancora – si dice convinto Pierluigi Monteverdi – con l’aiuto delle preghiere che sono certo don Mimmo non lesina per noi”.

 

 

L’evocato “Nino”, cognome Piterà, è il responsabile del Gruppo Fundraising. Interviene accennando al logo grafico del Gruppo, due mani che si aprono e si incontrano: “Mani che donano e accolgono in un abbraccio fecondo. Faccio memoria del fatto che sono arrivato al Centro quando avevo 23 anni, e mi emoziona pensare che saranno presenti tanti adolescenti che potranno emozionarsi come ha fatto io, motivo per il quale sono rimasto così tanto all’interno di questa famiglia. I toni profetici di Isa – dice Nino Piterà riandando al breve discorso introduttivo della presidente – mi danno speranza che gli adolescenti grazie a un’esperienza come quella che offriamo possano costruire un sogno che per me si è realizzato. Anche Pierluigi mi ha emozionato, il primo imprenditore che ha messo le mani in pasta come noi, fino a diventare parte di noi. È bello pensare e sapere che altri imprenditori in silenzio si accingono a fare la stessa cosa. Il che vuol dire che questa città non è morta di solitudine, ma ha ancora ben presente l’opportunità di tenere vive le migliori sensibilità”.

 

 

“È emozionante pensare che occupiamo questa città da 37 anni – lo aveva preceduto Isolina ‘Isa’ Mantelli -. È stata una scommessa che abbiamo vinto, nessuno ci contava quando siamo partiti in una stanzetta che ci ha donato il Comune per poi lentamente crescere come lievito che ha trasformato la farina in un grande pane. Vuol dire che il bene produce, contrariamente a quanto si pensa. Il male è più facile, trova strade più facili per percorrere. Ma il bene offre l’opportunità della costanza, virtù che consente a noi stessi di stare bene”. “Rivedere don Mimmo Battaglia è un momento importante – confida Mantelli riandando al momento clou della serata -. Penso che egli viva una grande nostalgia, che è la nostra. Ci sarà un abbraccio pubblico in cui sia noi che lui potremo dichiarare di essere parte l’una dell’altro. ‘Mimmo’ ha portato a Napoli ciò che il Centro è stato per lui, e noi continuiamo a portare avanti ciò che è stato per noi”.