I Giardini “di sotto” si vestono di nuovi colori foto

Sono i poster art dei quindici nuovi artisti che hanno partecipato a Giardini d’arte. Intrattenimento musicale fino a mezzanotte. L’irruzione di Giangurgolo raffigurato da Luca Viapiana

Quando c’è un ‘sopra’ è inevitabile ci sai un ‘sotto’. Ma non è detto che siano la stessa cosa, al più sono due facce della stessa medaglia. Così è (è stato) per i Giardini di San Leonardo, per decenni punto di raccolta della ‘meglio gioventù’ catanzarese.

 

Non sapremmo, ora, per mero difetto di frequentazione, dire se sia sempre così. Ma all’epoca della giovinezza da Claudio Pistoia, classe 1953, l’artista che raffigura i suoi personaggi richiamandosi apertamente a Botero, i Giardini ‘di sopra’ erano la parte charmant, ridondante della dolce vita di periferia e risuonante di vespette primavera e di ducati 250, quelli di ‘sotto’ erano più naive, più intimi e appartati.

Generico giugno 2023

Ieri, ospite d’onore di ‘Giardini d’arte’, Pistoia ha lasciato sul muro la riproduzione ‘Una vita ai Giardini’, opera che nell’originale, pure esposto nella serata, è un olio su tela 120 per 180: “Ho rappresentato i Giardini di San Leonardo in un passaggio tra passato e presente. Il passato è la Vespa 50, per i giovani catanzaresi di allora era un’istituzione, venirci era come andare a Saint Tropez. Ci sono appunto i ragazzi che hanno vissuto i Giardini, si sono innamorati e poi magari sposati, e, insieme, si vedono gli elementi architettonici attuali, e una famiglia di genitori e figli li vivono oggi, nella vita quotidiana di tutti i giorni, una signora e il suo cagnolino, e un’altra che guarda in giù, verso questi Giardini ‘di sotto’ in cui ci troviamo”.

 

Che sono stati l’esterno in cui nella giornata di ieri si è sviluppata ‘Giardini d’arte’, “rassegna di writing poster art e musica in continuità con la prima edizione di Local Popular Museum messo su da Stefano Morelli nel 2014” nelle parole di Emiliano Lamanna che l’ha organizzata insieme a Gianluca Campagna e alle loro associazioni, rispettivamente ‘Venti d’autore’ e  ‘Catanzaro Alliance Promotion’. “Sono quindici artisti – illustra Lamanna – che con diverse tecniche si esprimono sul concetto di ‘L’amura ppe’ sti mura’ – l’amore per i muri della città – a partire da questo luogo magico che per tutte le generazioni di catanzaresi ha un significato intimo e molto particolare, cioè i Giardini di San Leonardo”. Gli artisti esposti sono: 0039, Bislak, Enrico Carnevale, Mike, Dade, Morne, Punch311, Paola Morpheus, Sonny, Emanuele Stranges, Luca Viapiana, Urban Magic, Zeus.

 


“Questi quindici artisti – spiega Gianluca Campagna – hanno preparato le opere e a partire dalla mattina le hanno affisse sul muro lavorandole ancora una volta, stese su pannelli con tecniche differenti, chi con colori a vernice spray, chi con lucidi, chi adottando tecniche simili al décollage del maestro Rotella. Il crogiolo che si è venuto a creare qui, con artisti di tutte le età di diverso stile pittorico e artistico, è proprio come il melting pot che si è formato qui a San Leonardo nelle diverse generazioni che hanno vissuto i Giardini.  Sono installazioni che non deteriorano i muri, il nostro scopo è contribuire al restyling cittadino. Il nostro sogno è partire da questo concept e portarlo nei vari quartieri cercando di fare un restyling artistico coinvolgendo tutti gli artisti della città, immettendoli in questo circuito tra noi associazioni e l’amministrazione, cercando tutti di collaborare per rendere la nostra città più bella, più vivibile, e culturalmente più attrezzata”.
La giornata è vissuta anche di musica, tra reggae black e rap, con il chiassoso e giocoso sottofondo offerto dal sound system di Catanzaion, culminato dalle 22 fino a mezzanotte nelle perfomance live di Kuanito e  Maddawg.

 

Luca Viapiana, certo il più noto tra gli espositori, era stato protagonista della precedente esperienza con il suo ormai classico ‘mazzo’ di carte. “In quella occasione come in questa, c’è stata grande partecipazione e credo che questo sia il dato più interessante, perché c’è bisogno di occasioni come questa in cui la partecipazione attiva e soprattutto disinteressata stimola lo spirito di comunità e di condivisone, strumentali a creare nuove dinamiche sociali e culturali. Per l’occasione ho ristretto un po’ l’oggetto – dice l’artista a Catanzaroinforma – ma in fondo omaggiando sempre la città, dedicando l’opera alla sua maschera, a Giangurgolo. Erano anni che volevo farlo, volevo celebrare la maschera e l’attore che da sempre la interpreta, Enzo Colacino. È stato un piacere e anche molto divertente, conoscendolo da tanti anni”.

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E Luca Viapiana ed Enzo Colacino sono stati efficaci protagonisti del simpatico siparietto che ha fatto da traino allo scambio di doni tra Luca ed Enzo, perché come ha detto Colacino e dice donna Lena: “Si voi ma l’amicizia si mantena, nu piattu va e n’atru vena”. L’originale di un bel Giangurgolo firmato Luca Viapiana ad Enzo, un sembiante di Giangurgolo creato da una cartapestaia di Lecce da Enzo a Luca. Il dialogo tra i due, con la collaborazione della piccola Scilla, si è sviluppato dapprima in rima e si è poi sciolto in un abbraccio di sincera reciproca stima. “Ti trovo bello turgido/sempre pronto al duello/che sia con una donna/che con un buon morzello/…/orsù bando alle ciance/c’è ancora tanta strada/speriamo solamente che ti regga la spada”, da Luca ad Enzo. Ed Enzo a Luca: “E aspetta ma ti vasu/senza rima, cosa fina”.

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Insomma, arte in allegria e ironia, che non guastano mai. Per Donatella Monteverdi, assessora alla cultura del Comune di Catanzaro che ha patrocinato l’evento “siamo difronte una delle più belle espressioni d’arte prodotta negli ultimi decenni perché frutto della libertà interpretativa di tanti autori catanzaresi e non. E’ sempre bene mettere insieme le cose prodotte dal territorio con quelle che vi giungono per le vie traverse dell’arte perché è importante sentirsi parte di un mondo più complesso, espressione di quella che chiamo generazione nomade che sta dando tanto alla città, di giovani donne e giovani uomini che vivono le loro esperienze e portano qui la pienezza dei confronti che vivono fuori”.

 

“Questo è un luogo – riprende Antonio Borelli assessore al Turismo – che vive la promiscuità culturale in modo intenso ed entusiasmante, permettendo alla città di riappropriarsene con una nuova visione. Grazie all’estro di questi artisti, di Lamanna, Campagna e dei rapper, una componente della cultura cittadina contribuisce a dare tanto come attrazione del territorio e al suo marketing. Per questo dobbiamo spingere e fare in modo che siano rappresentati in tutti i territori cittadini, partendo da qui, andando verso i quartieri a sud per poi qui ritornare”. Molto soddisfatto, anzi visibilmente contento e partecipe il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco: “L’Amministrazione comunale deve sostenere manifestazioni di questo tipo che dimostrano come i cittadini possono riappropriarsi degli spazi comuni. I Giardini sono un simbolo della città e i laboratori sociali e culturali servono a ravvivarne l’uso quotidiano e partecipe. Spero che l’iniziativa possa essere riproposta in altre parti della città”.