Premio letterario “Carlo Caruso”: un’iniziativa per continuare a coltivare la speranza

A cinque anni dalla prematura scomparsa del giudice Carlo Caruso, il ricordo del suo operato rimane ancora vivido e la sua eredità culturale. All’Auditorium Giustizia Minorile di Catanzaro la cerimonia di premiazione della terza edizione

A cinque anni dalla prematura scomparsa del giudice Carlo Caruso, il ricordo del suo operato rimane ancora vivido e la sua eredità culturale e sportiva viene mantenuta in vita dall’associazione “Carlo Caruso”, presieduta dalla prof.ssa Anna Lucia Branca, vedova del magistrato.

L’associazione stessa ha indetto un concorso letterario nazionale dal titolo “Carlo Caruso: il giudice, l’Uomo, il Poeta” e, nella giornata odierna, presso l’Auditorium Giustizia Minorile di Catanzaro, si è tenuta la cerimonia di premiazione della terza edizione, moderata da Vinicio Leonetti, giornalista ed autore letterario.

Una terza edizione rinnovata nella struttura ma non nell’obiettivo perseguito

Il premio letterario “Carlo Caruso”, ideato nel 2019, è indirizzato a minori e giovani-adulti in vinculis, messi alla prova e/o sottoposti a provvedimenti penali/ civili dell’Autorità Giudiziaria Minorile in Italia. Per di più, come spiegato dalla prof.ssa Branca, è nato con l’intento di continuare a perseguire l’obiettivo che Caruso ha sempre portato avanti nel corso della sua vita professionale. “Lui credeva nella speranza di salvare i ragazzi che, per l’immaturità che caratterizza l’adolescenza, avevano commesso degli errori – afferma la vedova – ed ha operato 38 anni in questo senso”. In questa circostanza, rispetto al passato, alle due categorie in concorso sin dalla prima edizione, poesia e narrativa, è stata aggiunta la categoria rap. All’iniziativa del 2023, hanno partecipato 61 minori ed i loro componimenti sono stati giudicati anche da: Rita Gigliotti, avvocato e presidente di giuria; Simona Dalla Chiesa, esperta in politiche sociali e legalità; Don Mimmo Concolino, docente di filosofia morale dell’UMG di Catanzaro. Quest’ultimi, nel corso della cerimonia di premiazione, hanno espresso il loro parere sulle opere in concorso. L’avvocato Gigliotti, dopo aver ripercorso, attraverso la lettura dei passi più significativi di alcuni scritti, le emozioni che questa edizione le ha suscitato, ha fatto i complimenti a tutti i partecipanti.

“Ringrazio tutti gli autori – afferma – che hanno espresso i loro sentimenti, amori e conquiste, servendosi della scrittura come elemento di riscatto”. Simona Dalla Chiesa, invece, ha evidenziato quanto sia stata importante questa esperienza. “È stata un’esperienza bellissima e profonda- spiega- perché siamo riusciti ad entrare nella cultura, nell’animo e nelle emozioni dei ragazzi che vivono ristretti e che sono lì per aver commesso degli errori”.

 

“Gli autori hanno saputo arricchirci – aggiunge- con i loro problemi e con la loro capacità di affrontare le difficoltà che, molto spesso, è superiore a quella degli adulti”. Infine, Don Mimmo Concolino si è soffermato sulla luce emanata dalle parole dei ragazzi. “Leggendo questi lavori- illustra – sono entrato in empatia con chi li aveva prodotti ed ho visto quegli squarci di luce che, attraverso la parola, i ragazzi sono riusciti ad aprire nei luoghi dove sono ristretti”.

 

Successivamente, è stata letta la graduatoria nazionale delle tre categorie e sono stati premiati i primi tre classificati in ognuna di esse.

 

I propositi futuri

 

Al concorso letterario, come affermato dalla presidentessa dell’associazione “Carlo Caruso”, in futuro, potrebbero aggiungersi nuove competizioni. “Vorremmo crescere – dichiara la prof.ssa Branca – e valorizzare tutte le forme d’arte, perché Carlo amava l’arte e la bellezza, istituendo concorsi di fotografia, di pittura e tanti altri”. In merito, invece, alle opere letterarie raccolte nelle tre edizioni del concorso, le idee sembrerebbero essere abbastanza chiare. “Abbiamo in cantiere – spiega la docente – di pubblicare, in un libro, tutti i testi in concorso in questi tre anni, per sostenere gli stessi ragazzi o di chi ne ha bisogno”.