Tante stazioni ma pochi treni, la situazione in Calabria secondo l’Istat

E' quanto emerge da un recente report sulle infrastrutture. Il quadro non migliora guardando ad autostrada, porti e aeroporti

In Calabria quasi il 70 per cento dei Comuni dista al massimo mezz’ora da una stazione ferroviaria. Meno del 30 per cento però ha un’accessibilità medio/alta ai servizi, ovvero può contare su collegamenti adeguati in partenza da quelle stazioni.

È quanto emerge da un’analisi dei Istat sull’accessibilità dei comuni italiani alle infrastrutture. La nostra regione non è in coda alla classifica, come spesso accade nelle graduatorie frutto di analisi di dati e parametri: nei fatti ci sono regioni già ‘naturalmente’ inaccessibili, a partire dalle isole fino ai territori alpini. Ma è per i servizi che la Calabria “soffre”: il che, unito a una distribuzione non uniforme delle infrastrutture sul territorio, vede la regione scivolare dietro.

Quattro i nodi presi in considerazione: stazioni ferroviarie, accessi autostradali, aeroporti e porti (con servizio passeggeri). Tre gli indicatori analizzati. Il primo riguarda le distanze, mentre il secondo – l’indice di accessibilità – prende in considerazione l’offerta dei servizi, ovvero il numero di treni giornalieri, di voli disponibili e di navi che attraccano. Il terzo valuta insieme la distanza lineare dall’infrastruttura e il tempo necessario per raggiungerla.

 

La fotografia della Calabria che se ne ricava è quella di una regione in chiaroscuro. Non è fanalino di coda, perché nei fatti ci sono regioni già ‘naturalmente’ inaccessibili, a partire dalle isole fino ai territori alpini. E in rapporto alle sole distanze dai nodi infrastrutturali, la Calabria potrebbe quasi guadagnare una posizione di metà classifica, tra l’ultra accessibile lombardo-veneto e le aree insulari, montane e più interne. Ma è per i servizi che la Calabria zoppica: il che, unito a una distribuzione non uniforme delle infrastrutture sul territorio, vede la regione scivolare dietro.

Per quanto riguarda i porti, la Calabria, dice l’Istat, «è la regione costiera con il tempo mediano più elevato» per raggiungere un porto passeggeri «in ragione di una scarsa infrastrutturazione del suo territorio». Pur potendo contare su 800 chilometri di costa, infatti, si impiega in media un tempo di 97 minuti, per raggiungere un porto. Distanza «equivalente ai 98 del Piemonte, che sfrutta le autostrade verso la Liguria, in particolare i porti di Genova e Savona».

Distante e inaccessibile, per molti comuni, anche l’autostrada: a essere tagliata fuori in Calabria è pressoché l’intera fascia ionica, da un capo all’altro della regione.

 

Venendo agli aeroporti: «Le maggiori quote di popolazione residente in Comuni con valori di accessibilità molto bassi si riscontrano in Sicilia, in Calabria e in Trentino-Alto Adige». In termini di distanza,  quasi il 40 per cento dei Comuni calabresi si trova a  più di un’ora dallo scalo più vicino. In termini di popolazione, parliamo del 30,4 per cento. Se si considera l’indice di accessibilità (quindi l’offerta di servizi), scopriamo che in Calabria nessun comune può vantare un livello di accessibilità ‘alta’ e meno del 40 per cento si attesta su un livello medio o medio-alto. I più penalizzati sono soprattutto i comuni dell’alto cosentino, la Sila, la fascia ionica cosentina e reggina.