Turismo, la Calabria continua a rimanere ai margini delle principali rotte

Il caldo che ormai si riappropria dello spazio stagionale che gli è proprio richiama la voglia di vacanze e proietta verso le agognate ferie. Si dice estate e si legge turismo, soprattutto pensando all’economia della nostra regione. Ma secondo le stime Istat relative al 2023 la Calabria continua a rimanere ai margini delle principali rotte turistiche: non riesce a decollare, restando una delle poche regioni italiane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici.

Rispetto al 2019, cioè ai valori pre-pandemici, le regioni in cui le presenze turistiche sono aumentate maggiormente – con incrementi superiori al 10% e decisamente più ampi della media nazionale (3,3%) – sono il Lazio, la Lombardia e la Sicilia. Non hanno ancora recuperato, invece, i livelli del 2019 solo sette regioni: il Molise (-2%), l’Emilia-Romagna (-2,9%), il Piemonte (-3,2%), la Toscana (-4,3%), la Campania (-8,7%), la Basilicata (-15,1%) e la Calabria (-18,3%)» si legge nel report dell’Istat pubblicato nei giorni scorsi.

Nonostante un aumento percentuale delle presenze, la Calabria è ancora in fondo alla classifica nazionale, una delle poche regioni a segnare un dato negativo. Mentre nel resto del Paese la crescita del turismo è uno dei principali segnali di ripresa economica, la Calabria fatica a tenere il passo.

Secondo quanto riportato dal report dell’Istat, nel 2023, dal punto di vista della distribuzione delle presenze per tipologia di alloggio, il settore alberghiero ha ospitato circa il 61% del totale delle presenze. Le strutture ricettive alberghiere arrivano ad assorbire addirittura più del 70% delle presenze turistiche regionali in Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e nelle due Province autonome del Trentino-Alto Adige.
Le potenzialità non mancano, il patrimonio naturalistico, storico e ambientale non può che essere a supporto delle attività che vanno messe a regime per rendere la Calabria protagonista. (Ben)