“Casa mia” di Tatho spopola in rete: a tu per tu con l’artista

"La Calabria, la mia Musa!"

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diAntonia Opipari

Non ha ancora pubblicato nessun album ma ha all’attivo la realizzazione di ben diciassette brani, tra cui tredici singoli e un EP da quattro canzoni. Il suo ultimo pezzo s’intitola Casa mia e sta spopolando online: lui è il giovane soveratese Antonio Callipari, in arte Tatho.

Casa mia, lo dice lo stesso titolo, è un brano dedicato alla tua terra e, soprattutto è una provocazione.

«Certo, la Calabria, la mia Musa! Di certo il brano vuole essere provocatorio ma non credo di averlo fatto apposta, a onor del vero. Si tratta più che altro di un inno, l’esternazione di cose che tutti pensiamo e che ho messo in rima sotto una tarantella. Tu statti ala casa tua ca minda staju ala casa mia, recita il ritornello e il senso è: sviluppa ciò che hai, poi è questione di scelte; Calabria è casa per tutti e siamo tutti fratelli calabresi. In questo ultimo mese mi sono reso conto che la “calabresità” (se così posso definirla) è qualcosa che ci rende fieri e soffrire dei pregiudizi alla lunga può stancare. Il brano dice questo e sono felicemente meravigliato dall’impatto che ha avuto, dai più piccolini agli anziani e questo per me è il vero successo».

Da quanto tempo e come è nata la tua passione per la musica?

«Mio padre ha giocato un ruolo decisivo in questo, come quando facevamo decoupage in garage lavorando quadri e invenzioni per la casa mentre da una cassa suonava la musica dei Delegation, degli Heart wind and fire e tanto cantautorato italiano da Dalla a Pino Daniele a Battiato… canto grazie a mio padre. Ecco. Mi sento figlio di un arte nascosta, come dico sempre anche a lui il quale, a sua volta lo è dal momento che mio nonno paterno fu un grande performer durante gli anni d’oro del Miramare di Soverato».

Quali sono i generi musicali che preferisci?

«Su tutti il pop: mi coinvolge melodicamente e poi il folk che per me è quella musica che sembra non essersi mai evoluta ma che è di una complessità sconvolgente».

Hai qualcos’altro in cantiere? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«Per il futuro ho tante cose in ballo, a cominciare dai concerti (mai così tanti da quando faccio musica!) e nuove produzioni in uscita nei prossimi due mesi e, poi chissà magari un progetto più consistente. La certezza è che resterò a casa, qui a Soverato: dopo tanti anni vissuti lontano, ora il mio futuro è qui».

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