Dipendente Asp reintegrata nel suo ufficio, accolto il ricorso

Soddisfatto l’avv. Francesco Pitaro

Il Commissario dell’Asp Catanzaro Battistini con provvedimento del 30/5/2024 ha inopinatamente e improvvisamente spostato la dipendente Anna Senese dall’Ufficio Personale di Catanzaro ad altra sede dell’ASP nonostante vi fosse all’interno dell’Ufficio Personale altra dipendente recentemente assunta. Contro tale atto la dipendente Senese ha proposto ricorso d’urgenza dinanzi il Tribunale del Lavoro di Catanzaro con l’Avv. Francesco Pitaro. Nel ricorso si è rilevato che la dipendente era stata trasferita senza che vi fossero le dovute ragioni tecniche e organizzative e produttive e, peraltro, senza spiegare perché le presunte carenze di altro Dipartimento dovessero essere arginate attraverso personale dell’Ufficio Personale e perché dovesse essere “pescata” proprio la Senese nonostante vi fosse altra dipendente con minore anzianità di servizio.

Con il ricorso, pertanto, l’avv. Francesco Pitaro ha chiesto la disapplicazione in via d’urgenza dell’atto di trasferimento e la reintegra all’interno dell’Ufficio Personale della dipendente trasferita contra ius. Si è costituita in giudizio l’ASP Catanzaro. All’esito dell’udienza del 20/9/2024 il Tribunale del Lavoro di Catanzaro (Giudice Francesco Aragona) ha accolto integralmente il ricorso d’urgenza dell’Avv. Francesco Pitaro “disapplicando e dichiarando privo di effetti l’atto n. 64629 del 30.5.2024 che ha disposto l’assegnazione della ricorrente presso il Dipartimento Salute Mentale e Dipendente, accertandosi il suo diritto di continuare a lavorare presso l’Ufficio Gestione Risorse Umane dell’ASP di Catanzaro”.

“Esprimo soddisfazione per l’accoglimento integrale del ricorso con cui sono state accolte in toto le eccezioni sollevate dalla dipendente e con cui è stato confermato il diritto dei lavoratori di conoscere le ragioni per le quali il datore di lavoro decide il loro trasferimento e i criteri utilizzati per la scelta del dipendente trasferito – ha detto l’avv. Francesco Pitaro. Si è data tutela, pertanto, al diritto della lavoratrice di continuare a lavorare nell’Ufficio in cui lavora da anni anche al fine di permettere alla stessa di dare continuità alla propria attività e di potere crescere professionalmente.”

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