Roberto Guerriero, le ragioni della scelta

Conferenza stampa del consigliere comunale di Catanzaro che si è dimesso pur non essendo indagato nell’inchiesta sulle fittizie commissioni. Gli subentra il primo dei non eletti nel 2017 nella lista S&D, Maurizio Mottola D’Amato

Da consigliere, è stato l’unico da non indagato a rimettere il mandato. Roberto Guerriero è stato anche tra i meno esposti mediaticamente in queste tre settimane da raccontare in cui è successo di tutto e niente. Come nelle dissolvenze magiche, quando nell’alambicco gorgogliano e fumano due reagenti densi e colorati e dopo un po’ non si trova null’altro che fumo. Le dimissioni di un intero gruppo, l’attesa per la caduta di sindaco e Consiglio e poi nulla, abbiamo scherzato, signori le comiche.

Oggi Guerriero è ritornato sul luogo del misfatto a palazzo De Nobili, per presentare colui che gli succederà nell’aula consiliare, Maurizio Mottola D’Amato, primo dei non eletti nel 2017 nella lista del Democratici e Socialisti. Hanno deciso così, dopo avere preso in considerazione la tecnica cara nel calcio a Edmondo Fabbri, la rinuncia a oltranza, che qualche risultato in contropiede lo dava pure ma a costo della sofferenza continua per difendere il risultato. E poi, scorrendo la lista può anche darsi che alla fine qualche candidato avrebbe accettato. Così, meglio dare un senso compiuto alla surroga, perché, in politica come nella vita, dare importanza a ogni gesto è ciò che salva dall’ignavia.

«Le ragioni della scelta di dimettermi – ha detto Guerriero nel corso della conferenza stampa – da consigliere comunale risiedono nella costatazione che – in seguito all’inchiesta definita “Gettonopoli” che ha visto 29 consiglieri su 32 destinatari di un avviso di garanzia – è venuta meno la credibilità, etica prima di tutto, di un percorso avviato nell’interesse dell’intera comunità di Catanzaro nel 2017.

In attesa che la magistratura abbia l’ultima parola in merito, e nel mentre sono convinto che i colleghi sapranno chiarire la propria posizione, penso che quanto accaduto lascia lacerazioni profonde nel rapporto tra i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, e la città. Nel corso delle trasmissioni che si sono succedute su la 7 si è spettacolarizzato ciò che è nei fatti: l’inadeguatezza di una classe politica che ha fallito, sotto diversi punti di vista. Va dato merito all’Associazione i Quartieri – in ciò Roberto concorda con il fratello Fabio, candidato non eletto alle ultime regionali, che ha brevemente introdotto l’incontro, ndr – che con coraggio ha sollevato e denunciato i problemi che hanno portato al clamore mediatico.I catanzaresi non meritano di passare agli occhi dell’intero Paese come una comunità passiva e rassegnata e rassegnata a farsi rappresentare da una classe politica che spaccia per cortesia e favore ciò che è sacrosanto diritto. L’inchiesta mette in evidenza l’interesse economico nell’esercizio della funzione pubblica. Nonostante le distinte posizioni dei colleghi, si getta comunque un’ombra sull’operato dell’intera amministrazione, di riflesso espressione di una comunità che non è in grado di scegliere i migliori in capacità etiche e morali. Un Consiglio comunale delegittimato, non più credibile».

Le dimissioni, nel mio caso – ha continuato Guerriero – così come per gli altri consiglieri dimessi, non sono ammissione di colpa, ma esattamente il contrario. È un’aggravante invece il vergognoso atteggiamento del primo cittadino di Catanzaro che con noncuranza alcuna si sottrae a una delle sue dirette responsabilità: rappresentare e difendere la città dai tanti attacchi mediatici che raffigurano la massima assise del capoluogo come un coacervo di malfattori. Ma il fallimento di un’intera classe dirigente della città si evince non solo per via della vergognosa vicenda legata alle commissioni e alle presunte assunzioni fittizie ma soprattutto dal continuo riposizionarsi di consiglieri comunali ondivaghi che ancora oggi si dichiarano di sinistra, finanche imponendo alle ultime elezioni regio ali candidati del centrosinistra e che di fatto garantiscono per questioni ignote la tenuta della maggioranza al sindaco in carica.

Asserisco con fermezza, senza paura di essere smentito, che Abramo è un sindaco a tempo. È certo infatti che non appena sarà scaduto il termine ultimo per consentire l’esercizio del voto a maggio, il sindaco leghista si dimetterà riponendo nelle mani del vicesindaco la guida della città sino alla prossima primavera. Ancora una volta sarà calpestata la volontà dei catanzaresi che per un semplice gioco di potere si vedranno governati da qualcuno scelto da Abramo e non votato da loro. È giunto – ha concluso Roberto Guerriero – il momento che dopo 20 anni di immobilismo questa amministrazione di destra, riscopertasi leghista, liberi Catanzaro dalla sua opprimente presenza».

A Guerriero ha fatto eco Maurizio Mottola D’Amato: «Con Roberto abbiamo condiviso lo stesso percorso fin dal 2017. Le sue dimissioni sono state con me concordate perché riteniamo giusto dal punto di vista generale restituire la parola agli elettori. Per le scelte operate dai consiglieri comunali in carica questo non è avvenuto, per cui vogliamo continuare a dare il nostro contributo sia pure all’opposizione, fino alla scadenza o fino a quando altri consiglieri non decideranno di prendere una strada diversa. Concordo con Guerriero che nel momento in cui diciassette consiglieri contestualmente rassegnassero le dimissioni, noi saremo i diciottesimi».