Elezioni regionali: è contesa tra Bruno e Pitaro per un posto nella lista PD

Lunedì si riunisce la direzione provinciale per trovare una soluzione. La grana poi passa al commissario Graziano

Si riunirà lunedì pomeriggio alle 17 la Direzione provinciale di Catanzaro del Partito democratico. I suoi trenta componenti, unità in più o in meno, sono chiamati a predisporre la proposta delle candidature della lista dem nella circoscrizione centro della Calabria che, comprendendo anche le province di Vibo Valentia e di Crotone, deve necessariamente tenere conto delle legittime aspettative di tutti i territori. Naturalmente, trattandosi del Pd, non è solo questione di rappresentanza territoriale, né di applicazione delle norme concernenti la parità di genere, ad agitare le acque interne. C’è una evidente ragione di fisicità materiale, di ingombro personale, che, se fosse declinata in canzone, potrebbe essere rappresentata dalla mitica “Fatti più in là” delle Sorelle Bandiera. I posti da coprire sono otto, perché otto sono i seggi in Consiglio regionale destinati a questa parte della regione. Di questi otto, tre devono secondo norma essere occupati da rappresentanti del genere femminile. Da questo lato le cose sono abbastanza chiare e definite. Dovrebbero fare parte della lista Pd: Aquila Villella che è stata consigliera comunale a Lamezia e provinciale a Catanzaro; Giusy Iemma che ha svolto il ruolo di presidente dell’Assemblea provinciale del Pd in epoca renziana, e Anna Caiazza che vanta nel curriculum la carica di vicesindaco di Crotone.

Per coprire gli altri cinque posti disponibili i nomi in posizione utile sono, in rigoroso ordine alfabetico e disordine geografico: Ernesto Alecci, Enzo Bruno, Fabio Guerriero, Raffaele Mammoliti, Francesco Pitaro, Luigi Tassone. Da rapida conta sono sei personaggi in cerca d’elezione. Fra tutti il più sereno dovrebbe essere Tassone, nel 2016 sindaco di Serra San Bruno, è consigliere uscente, già eletto nella lista Pd nelle elezioni 2020. Mammoliti, a lungo sindacalista di vaglia della Cgil fino ad esserne il segretario interprovinciale, ha già partecipato con onore e ottimi voti alle precedenti regionali. Questi due, espressione della provincia vibonese, sono sicuri per ragioni oggettive. Lo stesso si può dire per Guerriero, presidente di “Socialisti & Democratici”, che nel 2020 ha fatto parte con buona affermazione personale della lista PD. Più in là ci si addentra nel sentiero minato dalle prese di posizione, detti e non detti, incompatibilità vere o presunte, dinieghi, aut aut. Alecci, sindaco di Soverato, ha dalla sua la disponibilità generazionale di molti dei segretari di circolo catanzaresi, oltre che l’avallo romano della “potente” corrente di Base riformista impersonata da Luca Lotti e Lorenzo Guerini, che poi è quella cui aderisce con ampia riconoscenza il commissario regionale Stefano Graziano. Difficile smuovere Alecci, e prospettargli, per esempio, la possibilità di un posto nella lista intestata ad Amalia Bruni, dove dovrebbe inesorabilmente entrare in rotta di collisione con un altro sindaco dem, Davide Zicchinella, già ingaggiato dalla neurologa candidata del centrosinistra. L’alternativa, dentro o fuori, sembra dovere interessare Bruno e Pitaro. E qui sono dolori.

Enzo Bruno è un uomo dell’apparato Pd, temprato dalle molte elezioni e premiato da diversi riconoscimenti istituzionali, ultimo dei quali la presidenza della Provincia di Catanzaro. Per lui è l’esordio nella competizione per le regionali, pur potendo citare nel curriculum una lunga frequentazione nelle strutture politiche di Palazzo Campanella. Oltre che sull’appoggio di un paio di segretari cittadini dei circoli del capoluogo, può contare su quello di Nicola Oddati, fondatore di “Prossima”, ultima nata nella nursery correntizia del Pd.

Francesco Pitaro è colui che ha gettato scompiglio nella calma relativa del recinto Pd di Catanzaro e dintorni. Eletto nel 2020 nella lista di “Io Resto in Calabria”, dopo solo qualche seduta di Consiglio ha salutato Pippo Callipo prima ancora che Pippo Callipo salutasse tutti e si ritirasse a vita imprenditoriale deluso, anzi addirittura nauseato dalla politica, tanto da non volerne più parlare, secondo un’intervista rilasciata all’Adnkronos. Francesco Pitaro ha optato per il gruppo Misto, e da quella postazione ha esercitato con costanza e caparbietà l’opposizione alla maggioranza di centrodestra e al governo Santelli-Spirlì, spesso, anzi quasi sempre in sinergia con il gruppo consiliare del Pd, ampliando la sua compliance politica e la sua audience mediatica. Fino al suo ingresso ufficiale nel partito a luglio 2021, tesserato direttamente dal segretario Gianluca Cuda e dal presidente provinciale Michele Drosi che lo hanno annunciato con clamorosa soddisfazione, a cui ha fatto seguito la manifesta contrarietà del coordinamento dei circoli catanzaresi. Tutto in proiezione a quanto si stato verificando in questi giorni: un posto nella lista ufficiale del Pd.

Ambedue le parti, pro Bruno e pro Pitaro, attendono il primo responso della Direzione provinciale di lunedì, che terrà conto delle valutazioni del terzetto incaricato di presentare le candidature: Antonio Viscomi parlamentare del collegio, Libero Notarangelo consigliere uscente e non candidato per sua volontà, Gianluca Cuda segretario di federazione. Qualora non si raggiunga l’accordo, la palla passerà al commissario Stefano Graziano, con parola finale devoluta alla candidata presidente Amalia Bruni. Tutto da svolgere in pochi giorni: il limite massimo per la presentazione delle liste agli uffici circoscrizionali è al trentesimo giorno precedente l’apertura dei seggi elettorali, il 3 e 4 ottobre 2021.