Valerio Donato: come Catanzaro Lido diventerà Lido di Catanzaro

Il candidato di Rinascita conclude la campagna delle due liste ispirate da Filippo Mancuso che elenca i fondi già disponibili per la città e per il quartiere marino

“Idee per il futuro di Catanzaro e della sua Marina”, si proponeva il convegno che Filippo Mancuso ha organizzato fronte porto per chiudere la campagna elettorale delle due liste che portano il suo imprimatur, “Alleanza per Catanzaro” e “Prima l’Italia”, in principale sinergia con l’assessore comunale ai Lavori pubblici Franco Longo, in questi giorni investito direttamente dalle polemiche sul depuratore che non depura più di tanto. Proprio a Longo il candidato sindaco della coalizione, Valerio Donato, ha riservato un passaggio significativo del suo intervento conclusivo, nella parte dedicata alle accuse e alle controversie che hanno animato l’ultimo mese di campagna elettorale, per rilevare essere curioso che l’opposizione soltanto in questo particolare periodo si sia ricordata del problema depuratore dopo avere passato cinque anni a sonnecchiare sugli scranni del Consiglio “come se la puzza fosse questione solo di questi giorni: no – ha ragionato Donato – la puzza c’è sempre stata e si è palesata ai contestatori solo quando Franco Longo ha mostrato la gru sollevare un tubo rotto. Cosa che ovviamente può succedere in un impianto di depurazione, ma che viene mostrata come prova inconfutabile di inefficienza dell’avversario politico. Strumentalizzando, ovviamente”. La questione depuratore fa parte degli argomenti che Donato usa per smontare l’impostazione che i suoi competitor. Che non nomina, hanno dato alla campagna, etichettando come presa in giro degli elettori la promessa di poter eliminare la puzza da depurazione nell’arco breve di un mese, oppure di arrivare ala conclusione dell’iter costruttivo del porto in ventiquattro mesi: “sono promesse irrealizzabili – è sempre Donato – e chi le fa non solo prende in giro gli elettori ma dimostra di non conoscere nulla delle procedure di evidenza pubblica”.

Invita, Donato, a guardare alle cose possibili da realizzare che sono già tante, e che nell’insieme possono dare sostanza a una città in cui i servizi funzionano, i diritti dei cittadini non passino per favori, la macchina burocratica sia organizzata per il fine ultimo di essere celere ed efficiente, capace di adempiere alle sue funzioni in sinergia con la politica e con i cittadini. Insomma ‘la città gentile’ come segno della sua rinascita. Catanzaro Lido in questo disegno ha la sua vitale centralità, dovendole assicurare non soltanto l’adempimento alla sua naturale vocazione turistica, ma l’espletamento delle potenzialità di traino all’economia dell’intera città integrandola con produzioni anche agricole legate al turismo ma non a questo sovrapponibili. Per fare questo ci deve essere continuità fisica tra il quartiere costiero, i quartieri a sud e il centro cittadino, cosa che si può realizzare attraverso i ‘contratti fiume’ del Corace e della Fiumarella, finanziabili direttamente a sportello con fondi europei disponibili. “Quando ciò avverrà – ha concluso Donato – questo quartiere cesserà di essere Catanzaro Lido e potrà finalmente sentirsi e chiamarsi Lido di Catanzaro”. Sembrerebbe una questione puramente semantica ma, come sanno tutti, non lo è.

Ricco di spunti pratici anche l’intervento di Filippo Mancuso che da presidente del Consiglio regionale è andato quasi subito a elencare i finanziamenti già stanziati e le relative opere, non prima di avere però riassunto le fasi primordiali delle vicende elettorali, partendo dal naufragio delle pretese unitarie della coalizione di centrodestra e all’approdo finale verso Donato, rivendicandone l’assoluta novità in fatto di “scelta autonoma, indipendente, democratica e dal basso”, svincolata dall’imperio romano che ha sempre caratterizzato le candidature a sindaco dei capoluoghi di regione e di quello calabrese segnatamente. In questo perfettamente in sintonia con il candidato sindaco che, nel corso del suo discorso, bonariamente e simpaticamente osserverà: ”Mi hanno dato del leghista, accusandomi di essere in combutta con quel brutto e cattivo di Mancuso, per mettermi in difficoltà. Non è vero, naturalmente, ma noto che nessuno mi ha accusato di essere forzista, democristiano o socialista, per essendoci nella coalizione Forza Italia, Udc e socialisti”.

A Donato, curiosamente, Mancuso e i suoi sostenitori non chiedono di inventarsi e programmare opere pubbliche. Quelle ci sono già –  “ne abbiamo a bizzeffe” – e si tratta semplicemente di metterle a terra, come si usa dire correntemente nello slang politico. E qui Mancuso ha fatto un po’ l’Abramo della situazione, proiettando delle slide ricche di cifre e di fondi già assegnati per Catanzaro e, in particolare, per il quartiere marino solo di provenienza regionale. Un parziale di 2.610.000 euro risalenti alla giunta Santelli, di 4,3 milioni contenuti nella delibera di giunta 239 del 7 giugno 2022, a cui si aggiungono 4 milioni di interventi sul lungomare fino a Giovino e la realizzazione del ponte sulla Fiumarella. Cosa chiedono a Donato, allora, i suoi elettori tramite Mancuso.

Beh, dopo avere sistemato porto e depuratore e utilizzato i fondi di cui prima, di “cambiare la percezione che gli altri hanno della nostra città, per affermarla come città della legalità e degli eguali diritti, della burocrazia che non sia ostacolo ma accompagni in cittadini, di ridarle un’identità definita. Che città è Catanzaro, oggi? – si chiede il presidente – È una città di mare? È una città universitaria? È una citta della buona salute, come pure è stata per decenni?”. Insomma, il da fare per il professore non mancherà, qualora sarà lui il prossimo sindaco. Naturalmente, Mancuso lo dà per scontato, dopo avere invitato tutti a un ultimo sforzo di convincimento: “Vinceremo al primo turno, non ci sarà alcun ballottaggio”. Appalusi da parte dei convenuti nella sala convegni ripiena di candidati e di supporter, in attesa che domani, ultimo giorno utile di propaganda, si svolgano le manifestazioni conclusive. È prevista pioggia, Donato, come d’altra parte  i competitor, opterà per il chiuso di una sala d’albergo, questa volta ai Giardini, quartieri nord.