Psc, Buccolieri risponde a Riccio: “Dimentica gli anni che trascorsi senza approvarlo”

"Hanno portato solo danni alla città"

L’autorevolezza e la credibilità di questa amministrazione comunale si misureranno su uno dei tavoli più importanti, quello legato al nuovo Piano Strutturale Comunale che rappresenta lo strumento strategico fondamentale per il governo della città. L’idea di chi ha assunto la guida politica di Catanzaro da pochi mesi è quello di ribaltare la visione di un percorso procedurale che, superando il lavoro finora tenuto stretto tra le mani di pochi interlocutori, veda al centro il modello di un confronto partecipato ed il più possibile esteso a categorie e addetti ai lavori.
Esperienze già vissute da altre realtà urbane, anche più rilevanti di Catanzaro, e che possono essere replicate per declinare insieme un indirizzo socio-economico che garantisca ordine e sviluppo sostenibile alla nostra città. La mia è una premessa necessaria per rispondere a chi, come il collega Eugenio Riccio, tra i consiglieri presenti nella civica assise da oltre quindici anni, è intervenuto sul tema urbanistica e PSC, quasi dimenticando, o omettendo, il quadro a dir poco confuso che ha caratterizzato anche le sue esperienze politiche passate.
Nel delineare suggerimenti e richieste utili alla causa, ci saremmo aspettati da Riccio un atteggiamento meno censorio verso la nuova amministrazione che si è trovata, da subito, a lavorare sulle macerie e le incompiute ereditate. Voglio ricordare che le amministrazioni precedenti, di cui lo stesso consigliere
Riccio ha fatto parte, hanno fatto trascorrere quasi vent’anni senza riuscire ad approvare il Psc, avvallando delle scelte scellerate in termini di concessioni urbanistiche, che hanno portato ad una disordinata e scriteriata gestione del territorio.
Le parole di Riccio sembrano arrivate fuori tempo massimo, quello che deve essere chiaro a tutti è che l’amministrazione Fiorita non ha alcuna intenzione di fare del Psc uno strumento fantoccio e che farà tutto ciò che è più opportuno per salvaguardare gli interessi pubblici della città, giammai quelli privati, a dispetto delle vecchie logiche finora imperanti, che hanno prodotto solo danni alla città, sacrificando il bene pubblico.