Parificazione, Roberto Occhiuto: “Si giudica il 2021, ma non mi tiro indietro”

La difesa del presidente-commissario ai rilievi della Corte dei Conti

Un Roberto Occhiuto colloquiale ha risposto alla requisitoria del procuratore regionale per la Calabria della Corte dei conti Romeo Palma e ai rilievi precedentemente esposti dalla presidente e dai consiglieri della Sezione di controllo in merito alla parifica del rendiconto 2021 della regione. Tanto colloquiale da esordire, chiedendo relativa venia alla Corte, salutando il presidente della Corte Guido Carlino presente eccezionalmente in aula e, subito dopo il prefetto Maria Teresa Cucinotta in procinto di lasciare Catanzaro per guidare l’Ufficio di governo a Palermo. Ma, a parte questo, anche il tono successivo del presidente di Giunta è apparso rilassato e discorsivo. Per il semplice motivo che, in fondo, dei tanti rilievi mossi dalla Corte poteva ritenersi responsabile solo per i due/dodicesimi del 2021, essendo in carica solo da fine ottobre dell’anno in esame. Ma anche perché, dei tanti temi affrontati in modo critico dai magistrati contabili, sia direttamente che con la mediazione dei dirigenti regionali aveva già avuto modo di discorre nei colloqui pre-parifica, l’ultimo dei quali poche settimane fa.

Pur giudicando sul 2021 “sono rilievi importanti – ha detto Occhiuto ai giornalisti dopo la lettura della delibera – perché la Corte dei Conti dà contezza di quello che va fatto per migliorare i conti e la qualità dei servizi. Per cui sono molto soddisfatto dell’esito del giudizio di parifica che per fortuna non produce conseguenze sui documenti contabili che abbiamo approvato, essendoci correzioni nell’ordine di quattro milioni di euro. È andata molto meglio dell’anno scorso (a dicembre 2021 si era appena insediato, ndr) e soprattutto abbiamo accolto molte osservazioni che segnano una traccia di lavoro per il futuro. In fondo il 2021 contiene in qualche modo la somma di tutte le questioni che si sono stratificate nella nostra regione che piano piano attraverso riforme coraggiose e strutturali dobbiamo cercare di risolvere”.

Medici a gettone
Medici itineranti pagati anche 150 euro a ora di prestazione. Qualcuno grida allo scandalo, qualcuno si piega alla ferrea legge del mercato. E Occhiuto, commissario alla Sanità in Calabria? Intanto è “contento che se ne accorgano tutti, anche Anac ha chiesto alla Corte dei Conti nazionale di intervenire su questo tema. Quando l’ho denunziato in Consiglio regionale molti dicevano che avevo esagerato, poi ne hanno parlato tutti i giornali nazionali. Sono contento perché si può mettere mano a una distorsione nel mercato delle professioni sanitarie che dà problemi soprattutto alle Regioni più povere. Regioni come la Lombardia e il Veneto possono consentirsi di pagare 150 euro a ora al medico, la Calabria no. Intervenire nella direzione di dare più risorse ai medici che lavorano nel pubblico è la soluzione per evitare che società private che intermediano il lavoro delle professioni sanitarie rubino risorse destinate alla cura dei cittadini”.

Livelli essenziali di assistenza, minimi in Calabria
“Sui Lea siamo ultimi – conferma Occhiuto -. Il fatto che oggi siamo in avanzo di amministrazione è dovuto sì al fatto che abbiamo riconciliato i conti degli anni precedenti con i ministeri vigilanti, non è una buona notizia. Vuol dire che nelle casse delle aziende sanitarie regionali ci sono le risorse e non vengono spese, per cui credo che già dai prossimi giorni approfondiremo anche le questioni legate al governo delle Aziende sanitarie della nostra regione”.

Commissari precedenti: di Scura ce n’è uno, tutti gli altri…
La Corte dice a chiare lettere che non c’è alcun segno tangibile di cambiamento nell’azione del Commissario. “Sì, ma hanno specificato che tutto è riferito all’operato dei commissari fino al 2021. Che – concede il Commissario alla Sanità in carica – ho difeso, io che non sono stato mai generoso nei confronti dei Commissari che mi hanno preceduto. Secondo me quello più bravo è stato Scura, ma in molti casi si è trattato di commissari che avevano fatto altro nella vita. Persone per bene ma che non avevano contezza di problemi legati alla gestione e all’organizzazione della sanità e lasciati soli dallo Stato. Per cui in effetti oggi (i magistrati contabili, ndr) si sono lamentati dei commissari che mi hanno preceduto, ma questa volta li ho difesi, citando la sentenza della Corte costituzionale secondo cui poco potevano fare se non assistiti dallo Stato centrale con risorse e personale. Sono impegnato a rifondare un sistema sanitario che ho raccolto in macerie. Non sarà semplice, non sarà un’attività che concluderemo nell’arco di qualche settimana o di qualche mese, ma sarà un’attività che concluderemo dimostrando che anche la sanità in Calabria può essere governata”.

Partecipate e dintorni
Anche sulla Partecipate regionali la Corte non è stata tenera. “Sulle partecipate – dice Roberto Occhiuto – ho risposto che il mio governo non ha creato nuove Partecipate, ha tenuto un atteggiamento molto prudente e ha assunto ulteriori partecipazioni in società che già c’erano. Ho spiegato alla Corte dei Conti che l’alternativa era far fallire la società degli aeroporti che era sottoposta a una procedura di revoca della concessione, o far diventare le Terme Luigiane un esempio di archeologia industriale. Quando si governa occorre farlo con coraggio, spiegando le proprie ragioni alla Corte dei Conti quando queste hanno solidi fondamenti legislativi”.
Non c’è che da attendere dicembre 2023, quando si parificherà il rendiconto 2022. Anno pieno dell’era Occhiuto.