Un Consiglio comunale aperto: al futuro, alla partecipazione, al senso di comunità

Al di là dell’esito delle vicende Facoltà e Azienda, la Città scrolli apatia e rassegnazione

“La Scuola di medicina e chirurgia di Catanzaro: prospettive di sviluppo del sistema universitario e del sistema sanitario calabrese”. Se questo è il tema, lapidario nella sua precisione, lo svolgimento è tutto da decifrare. La seduta di domani del Consiglio comunale, classificata come “aperta”, si terrà a partire dalle 11,30 e dovrà ancora una volta subire la concorrenza di iniziative contemporanee a base regionale, talvolta lato Giunta e talvolta lato Consiglio, che solo un’anima candida può pensare frutto del caso.

 

Questa volta ci ha pensato Roberto Occhiuto a complicare la vita di tutti, convocando con uno sfalsamento temporaneo apparente di sola mezz’ora una conferenza stampa il cui oggetto può sovrapporsi a, e inglobando in sé, quanto si andrà a discutere a Palazzo di Vetro: “Una nuova iniziativa del governo regionale per la consultazione pubblica dei cittadini in merito a determinati argomenti particolarmente importanti per la comunità calabrese”.

 

Guarda un po’. Un esempio? Si può partire dal Ponte sullo Stretto, opera di alto valore progettuale e di ancora più elevato impatto mediatico e (auto)promozionale. Oppure sul tracciato dell’Alta velocità ferroviaria che vorrebbe favorire l’accesso a Cosenza tanto per duplicare passati fasti. O ancora, sulle facoltà di medicina e chirurgia: i calabresi la vogliono una, bina o trina? Naturalmente, poiché si presume che l’iniziativa in itinere avrà comunque valore semplicemente consultivo su parametri quantitativi, è facile prevedere che prevarrà sempre l’opinione della porzione di territorio con maggior peso di popolazione residente: basta guardare l’estensione relativa delle cinque Province calabresi per avere una proiezione veritiera sugli esiti finali delle consultazioni senza scomodare Piepoli Ghisleri o Pagnoncelli. C’è a chi piace vincere facile, e come dargli torto.

 

Viceversa, di solito chi perde mastica amaro. E in questo senso il Consiglio comunale aperto di domani, per quanto il più unitario possibile, darà rumorosamente segno di sé, perché non c’è chi non avverta in tutta la tragicommedia in corso il senso di un copione già scritto il cui epilogo è presto detto: a fronte di un abbreviato iter per l’integrazione ospedaliera e la costituzione dell’Azienda Unica Dulbecco, si procederà con eguale solerzia a rimuovere gli ultimi ostacoli frapposti alla facoltà medica di UniCal. Ostacoli in questo momento rappresentati soltanto dai ricorsi al giudice amministrativo di cui vuole avvalersi l’Amministrazione comunale di Catanzaro (in parte sorretta da UMG) come da deliberazione di giunta approvata qualche ora prima dell’assemblea pubblica convocata mercoledì dal sindaco Fiorita e stranamente non comunicata esplicitamente nel corso dell’assemblea forse per non togliere pathos all’attesa del Consiglio di domani. A senso, non è appropriato fondare eccessivo ottimismo sull’esito dei ricorsi amministrativi, da considerare più l’espletamento di atti dovuti che intima convinzione della loro fondatezza.

 

Il che non vuol dire che non vadano perseguiti. Né che questa città debba subire continue espropriazioni di prerogative acquisite nel tempo, porgendo sempre e comunque, evangelicamente, l’altra guancia. Anzi, occorre che la città, intesa sia come comunità di cittadini che come sua rappresentanza ufficiale, si attrezzi ad agire, difendendosi quando è necessario ma attaccando quando necessario. Facendo valere le proprie qualità e le proprie abilità in tutti i campi, anche in quello universitario, accettando la sfida, rimuovendo apatia, sconfiggendo rassegnazione e tramutando l’istituto della delega, che non ha funzionato, nello strumento della partecipazione attiva, vigile, continuata. A cominciare dal Consiglio comunale aperto di domani.