La frastagliata mappa politica del Consiglio comunale di Catanzaro

Alla vigilia della cruciale seduta di bilancio la maggioranza fa mostra di tranquillità. Ecco perché

Mentre sembra scemare – senza alcuna vera sorpresa – l’accordo nazionale Renzi-Calenda, nel Consiglio comunale di Catanzaro la ricomposizione delle parti, se non proprio dei partiti, conosce una stagione di irrefrenabile accelerazione. Per di più in coincidenza con la ripresa, domani venerdì, delle attività d’Aula con l’importante approvazione del bilancio di previsione ivi incluso l’inserimento dell’emendamento pro-Ceravolo-in-tempo-utile.

 

Come già commentato, la prova di forza della maggioranza nel tenere la seduta in prima convocazione mostra una inedita fiducia nella sua tenuta numerica. Dovuta certo alla necessità che il bilancio sia approvato in tempi utili, pena scioglimento del Consiglio, eventualità che nessun consigliere minimamente vuole sperimentare, e pena, cosa altrettanto esiziale per qualunque carriera politica cittadina, il frapporre un ostacolo madornale al godimento casalingo delle partite del Catanzaro in serie B. Ma l’inaudita prova di forza di Fiorita e company è figlia anche della variabilità della geometria di gruppo e di schieramento all’interno dell’Aula.

 

C’è intanto una semplificazione politica nella minoranza, nel senso che si è usciti definitivamente dall’equivoco post elettorale di un centrodestra all’opposizione guidato da un titolato esponente di sinistra. Saranno pure distinzioni dell’altro secolo, ma sono i punti cardinali rispetto ai quali fa ancora riferimento gran parte dell’opinione pubblica e votante. Così, l’Aula prenderà atto della presenza del gruppo “Lega Salvini premier”, forte del capogruppo Riccio e dei consiglieri Laudadio, Costa e Concolino. Il gruppo Lega si muoverà in piena sintonia governativa con “Catanzaro Azzurra” del duo Polimeni-Lobello, con il consigliere Arcuri transitato momentaneamente nel Misto per marcare la distanza da “Riformisti Avanti” nella cui lista era stato eletto a giugno, e con Verrengia subentrata nel gruppo FdI a Wanda Ferro per sopraggiunti impegni superiori. La destra consiliare– o il centrodestra –  è questa qui. Otto consiglieri sui 33 complessivi.

 

 

Per arrivare all’altra parte dell’Aula, alla sponda di maggioranza stabile e organizzata degli usuali 14 consiglieri (Fiorita, Bosco, Talerico, Celia, Capellupo, Belcaro, Serraino, Palaia, Caviano, Sergi, Buccolieri, Barberio, Serò, Procopi), c’è un tratto di mare aperto esposto ai venti variabili dell’hic et nunc, di difficile catalogazione tra maggioranza e opposizione, ubbidendo sia a sollecitazioni di ordine tattico interno all’Aula, sia a suggestioni di dimensione politica nazionale anche nella prospettiva del prossimo appuntamento elettorale europeo, vero e proprio banco di prova rispetto al quale è meglio arrivare, tutti, allineati e coperti.

 

 

Con sovrapposizione di situazioni e intenzioni si può tentare un’esplorazione tra i flutti, onda su onda. C’è chi, al momento delle elezioni comunali di giugno aveva opzionato per una lista ispirata da leader di centro destra che ora hanno sposato orientamenti più dichiaratamente centristi e non in linea con il governo nazionale (Scarpino, Costanzo Manuela). C’è chi, marcando anche orgogliosamente la opposizione sia pur non preconcetta, è in rapido avvicinamento alla sfera di Azione, come risulta anche dalla recente partecipazione alla convention della presidente Carfagna a Lamezia (Donato, Parisi, Veraldi). C’è chi di rimbalzo a questa nuova vocazione centrista di Rinascita trova maggiore assonanza di lista (Corsi). C’è chi semplicemente non ha aderito alla costituzione del gruppo Lega e non ha dato spiegazioni alternative alla più facile, ovvero che non erano per niente d’accordo (Lostumbo, Mancuso). C’è chi da tempo ha offerto la sua disponibilità a mostrarsi “volenteroso” ricevendone attenzioni e considerazione (Levato, Costanzo Manuela). C’è chi, pur di “Fare per Catanzaro”, qualche volta deve pur dire sì alle proposte del sindaco (Costanzo Sergio).

 

 

Questa, in sintesi, la mappa topografica alla vigilia della seduta di Consiglio che può ben essere interpretata come la prova di maturità della giunta Fiorita e della maggioranza che a questa si richiama. Che anche al suo interno ha qualche agglomerato che non coincide perfettamente l’ortografia planimetrica generale (vedi Talerico ancorato al centrodestra a livello regionale). È una mappa in cui le diverse particelle non hanno trovato accatastamento definitivo, e non è detto che per forza ci si arrivi. Anzi, talvolta una certa flessibilità è maggiormente funzionale alla stabilità complessiva di sistema. Chiamala se vuoi resilienza.