Convocata per il 18 maggio nella Sala consiliare della Provincia una “Capigruppo” dedicata alle pratiche urbanistiche

Allargata a tutti i consiglieri alla presenza del sindaco e del dirigente, una sorta di Consiglio a porte chiuse

Una riunione della Conferenza dei capigruppo convocata appositamente per lei. Non è di tutte le pratiche ricevere le tante attenzioni di cui è oggetto quella urbanistica ritirata con ampio consenso durante il Consiglio comunale del 4 maggio su richiesta del dirigente dell’Area tecnica ingegnere Laganà.

 

Indice dell’importanza attribuita alla materia trattata che, ricordiamo, riguardava l’esclusione di parti di territorio ai sensi dell’articolo 9 comma 1 della legge regionale n.25 del 4 luglio 2022 “Norme per la rigenerazione urbana e territoriale, la riqualificazione e il riuso”.

 

 

Il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco ha convocato la Capigruppo per le 15 di giovedì 18 maggio nella Sala consiliare dell’Amministrazione provinciale con un ordine giorno volto al plurale – “Discussione delle pratiche urbanistiche” ma è chiaro a tutti che l’interesse sarà rivolto in preminenza alla pratica ritirata con l’intenzione di essere meglio ponderata e, appunto, discussa.

 

 

L’insolito luogo della riunione per l’organismo, che nella normalità si svolge nell’ufficio del presidente o nella sala giunta di Palazzo De Nobili, trova spiegazione nell’ampio ventaglio delle convocazioni: il sindaco, il vice sindaco nonché assessore al ramo, il dirigente dell’Urbanistica, i capigruppo, i consiglieri comunali. Della serie arboriana: più siamo meglio stiamo.

 

 

 

In pratica, si tratterà di un Consiglio comunale a porte chiuse, considerata la giusta riservatezza che vige sulle riunioni della Conferenza dei capigruppo. Sul ritiro, ma anche sul contenuto, si sono variamente espressi sui diversi mezzi di opinione diversi esponenti dei vari gruppi e professionisti degli ordini professionali interessati, in particolare architetti e ingegneri. Insomma, il dibattito è aperto con la partecipazione dettata dalle varie sensibilità e anche dei diversi interessi.

 

 

Come già detto, è la validità complessiva della legge regionale a sollevare più di una perplessità, perché fa riferimento a un articolato già censurato dalla Corte costituzionale per il continuo ricorso alle proroghe e per il ridondante accumulo di premialità costruttive e che a rigore avrebbe dovuto essere già superato da una nuova legge regionale che ancora non ha trovato sbocco nell’aula consiliare di Palazzo Campanella.