Una “staffetta della memoria” per Giovanni Puccio, il “mediano della politica” nel cuore di tutti

Una iniziativa pubblica per ricordare il compianto funzionario democrat e lanciare l'idea di una Fondazione destinata alle giovani generazioni per la formazione politica continua

All’appuntamento con Giagià non si poteva mancare. Anche se in linea diretta con il cielo. C’è da scommettere che si sarà imbarazzato parecchio anche da lassù, Giovanni Puccio, l’ultimo vero funzionario di partito, devoto servitore silenzioso di una politica votata al bene comune, che non amava per nulla parlare far parlare di sé e si è ritrovato al centro di una partecipata iniziativa pubblica in sua memoria, ieri sera a Botricello.

 

Ma la sua scomparsa, avvenuta il 17 gennaio scorso dopo una lunga malattia, ha lasciato un vuoto enorme, non solo nella famiglia che lo amava tanto, con in testa la sua compagna di vita e di partito, Teresa Esposito, “custode” di questa sua storia esemplare.

 

Era un mediatore di quelli che non cercano l’accordo più semplice, ma hanno un rispetto profondo per le proprie convinzioni e di quelle degli altri

 

Una comunità di militanti – quelli del Partito democratico, ex Democratici di Sinistra, ex Pci – simpatizzanti, amministratori e anche avversari, è rimasta orfana di un riferimento autentico per umanità, formazione politica ed intellettuale, capace di dire tutto anche con i suoi silenzi, sempre al servizio dell’organizzazione sociale, della costruzione di una visione collettiva. Un mediatore – “un democristiano” azzarda il sindaco Simone Puccio nel suo ricordo personale in apertura – di quelli che non cercano l’accordo più semplice, ma hanno un rispetto profondo per le proprie convinzioni e di quelle degli altri.

 

Quella di ieri è stata una “staffetta della memoria”. Un ritrovarsi insieme non solo per ricordare ma per mantenere viva la presenza di Giovanni attraverso il perpetrarsi di una idea di politica fatta di rispetto, dignità e umanità

 

Quella di ieri è stata una “staffetta della memoria”. Un ritrovarsi insieme non solo per ricordare ma per mantenere viva la presenza di Giovanni attraverso il perpetrarsi di una idea di politica fatta di rispetto, dignità e umanità, una linea ideale che conduce alla costruzione di una società altra e alta, di una Calabria migliore: quel sogno che da funzionario, da amministratore e da uomo non ha mai chiuso nel cassetto della rassegnazione, nonostante le sconfitte e le ferite.

E come ha ricordato il nipote Salvatore Procopio, a nome anche della sorella Concetta, richiamando le parole di Ghandi “La sua vita è il messaggio”.

L’iniziativa pubblica, in piazza Pertini a pochi passi dal Comune di Botricello che è stata la sua casa da primo cittadino, è stata organizzata dal comitato promotore della costituenda “Fondazione Giovanni Puccio” e dal Partito Democratico della Calabria. Si tratta di un primo appuntamento voluto per ricordare l’uomo ed il politico Giovanni Puccio, mettendo insieme il grande patrimonio di esperienze condivise con compagni ed amici nel suo lungo percorso.

Generico giugno 2023

A ricordare Puccio, tra gli altri, Filippo Veltri, il presidente provinciale del Pd Michele Drosi (che ha scritto un libro su di lui), Mario Paraboschi che con Puccio ha attraversato gli ultimi 50 anni di partito, il già commissario del Pd Alfredo D’Attorre, il già ministro e presidente della Regione Agazio Loiero e il segretario del Pd calabrese Nicola Irto. A tirare le somme nella commozione generale, Teresa Esposito coordinatrice delle donne democrat e soprattutto compagna nella vita di Puccio.

 

E come ha ricordato il nipote Salvatore Procopio, a nome anche della sorella Concetta, richiamando le parole di Ghandi “La sua vita è il messaggio”

E non solo, tra i presenti prima di tutto l’amico di sempre, il giornalista Pasquale Motta; i consiglieri regionali Ernesto Alecci e Amalia Bruni; l’ex deputata Enza Bruno Bossio, l’ex vice presidente della Regione Nicola Adamo; l’ex deputata Rita Commisso; Donato Veraldi; il professore Valerio Donato, consigliere comunale di Catanzaro; il segretario provinciale democrat Domenico Giampà con quasi tutta la segreteria al completo; il vice sindaco di Catanzaro, nonché presidente dell’assemblea regionale democrat, Giusy Iemma. E tanti dirigenti, in carica e non, collaboratori negli anni di Giovanni, e con lui colonna portante dell’organizzazione del partito, a partire dalla instancabile e affezionatissima Florinda Aloe.

“Giovanni con il suo sorriso riusciva a ricucire tutto, ma non perché era un elemento di mediazione, il suo era un attaccamento ad un’idea – ha sottolineato Filippo Veltri – un atteggiamento che sembra così lontano dall’attuale idea che abbiamo della politica. Quella di Giovanni è stata una vita da mediano: e il ricordo che rinnoviamo deve indicarci la strada dell’impegno politico legato alle idee, le sue idee”.

Veltri: “Quella di Giovanni è stata una vita da mediano: e il ricordo che rinnoviamo deve indicarci la strada dell’impegno politico legato alle idee, le sue idee”

“Sono contento che questa piazza abbia potuto ospitare iniziative su zio Giovanni, qui nel comune dove ci sono le sue radici – ha detto il nipote Salvatore -.Ha contribuito moltissimo alla mia formazione politica e mi ha insegnato il rispetto delle istituzioni. Giovanni sapeva dialogare con chiunque, non avrebbe mai compiuto uno sgarbo nei confronti di un sindaco, aveva rispetto delle istituzioni e della diversità. Peccato che non tutti siano riusciti ad apprezzare quell’insegnamento, ci ha messo sempre anima e cuore senza avere quello che meritava”.

Di “umanità navigata e sguardo sofferto, occhi di intelligenti e vispi” che si approcciava in modo dignitoso ha parlato don Rosario Morrone. “Non lo conoscevo direttamente, ma ho sentito un sacco di cose su di lui, come il fatto che non ha mai lasciato il posto degli ultimi – ha detto ancora -. E’ stato un politico che non si è fatto i palazzi, come si dice. Ha sempre avuto una grande capacità di fare squadra e dialogare con chi la pensava diversamente da sé”.

Generico giugno 2023

E mentre Michele Drosi ha ripercorso la storia politica di Giovanni, dal suo impegno nelle lotte contadine fino alle rilevanti funzioni svolte al fianco dei commissari e dei segretari regionali del Pd come responsabile dell’organizzazione, richiamando i contenuti di un breve ma importante scritto sull’esperienza del funzionario che è stato, tra l’altro, segretario provinciale dei Ds e più volte candidato a vari livelli istituzionali, oltre che – come ricordato in apertura – sindaco di Botricello.

Mario Paraboschi ne ha tratteggiato con cura anche l’aspetto umano di una vita trascorsa insieme, macinando chilometri e anche litigando. “Giovanni era un tessitore – ha detto ancora – il modo migliore per ricordarlo è continuare il percorso nella prospettiva di rinnovamento della Calabria, facendo rivivere quella grande capacità di tessere relazioni e radicamento. E sarebbe il primo a dirci: basta con questo lutto”.

 

Paraboschi: “Giovanni era un tessitore  il modo migliore per ricordarlo è continuare il percorso nella prospettiva di rinnovamento della Calabria”

 

Intenso e diretto il ricordo di Alfredo D’Attorre, del quale Giovanni è stato prezioso collaboratore nel corso dell’esperienza da commissario regionale democrat, oltre che di parlamentare eletto in Calabria. “Giovanni era una persona vera, leale, generale, affidabile. Dotato di una fede razionale nella politica, non inferiore a quella religiosa – ha detto D’Attorre – una fede al servizio. Aveva anche una fiducia profonda nelle istituzioni e nel confronto democratico: da funzionario è stato al servizio di una idea, intesa come idealità e convinzione profonda”. L’attuale componente della segreteria nazionale del Pd ricorda la forza morale e la pazienza di Puccio che “aveva un profondissimo pudore e faceva fatica a parlare di sé. Era un anti-narciso: il collettivo e la squadra venivano sempre prima. La sua assenza ci dice che Giovanni continua a parlarci con i suoi silenzi, quel suo dosare le parole, quel suo senso del limite, quella sua onestà continuano oggi ad esistere. Questa iniziativa è il modo più diretto e reale di dire: grazie”.

Generico giugno 2023

L’ex presidente della Regione Agazio Loiero ha voluto ricordare come Giovanni si schierò al suo fianco in occasione della candidatura, “come non capitò a uomini che erano dalla mia parte. Era un uomo dignitoso, onesto, al servizio, con un profondo senso del dovere e dell’appartenenza che oggi è difficile riscontrare”.

“Ognuno di noi, qui presenti, avrebbe potuto raccontare un aneddoto, un episodio che lo lega a Giovanni – ha affermato il segretario regionale democrat e senatore, Nicola Irto -. Era un amico, un compagno, la sua è una storia di militanza per i partiti che hanno attraversato la sua vita. Un esempio di coerenza rara. Giovanni c’era sempre: c’era nelle sconfitte e nella storia tormentata dalla sinistra, la stagione dei commissariamenti. Era un autentico riformista, aveva capito esigenza di avere grande Partito democratico. Oggi abbiamo il peso responsabilità di dare a Giovanni quello che non gli è stato dato in vita, perché ha dato molto di più quello che non ha ricevuto”.

 

D’Attorre: Giovanni era un anti-narciso: il collettivo e la squadra venivano sempre prima. La sua assenza ci dice che continua a parlarci con i suoi silenzi, quel suo dosare le parole, quel suo senso del limite, quella sua onestà continuano oggi ad esistere

 

A tirare le somme in questo viaggio intimamente collettivo è stata la compagna Teresa Esposito: “Abbiamo onorato l’uomo, il politico, il compagno: Giovanni vi aveva tutti il cuore, raccontava tutte storie che erano un pezzo del suo cammino. Aveva una esperienza incredibile, e conoscenza. Parlava con i suoi silenzi, con quello che non faceva dire: serate come queste servono per ricordarci il progetto di Giovanni che deve andare avanti”. Da qui, l’intento di dare vita al Comitato promotore per la Fondazione “Giovanni Puccio”, che servirà “alle giovani generazioni per la formazione politica continua, che sia funzionale al partito nella formazione classe dirigente. Abbiamo questa eredità: saremo custodi del pensiero di Giovanni”.