Giallo intorno alle dimissioni (doppie) di Fabio Celia

Nulla di ufficiale, né da parte Pd né da parte dell’Ufficio di presidenza. Al momento Celia è segretario cittadino e capogruppo consiliare

di Raffaele Nisticò

Fabio Celia questa mattina è arrivato a Palazzo De Nobili, ha salutato i colleghi consiglieri con il solito fare affabile e finanche divertito, e ha infilato la porta della sala giunta dove era in corso la consueta riunione della Prima commissione che, tra l’altro, si occupa di urbanistica.

 

Apparentemente tranquillo, fin troppo per essere protagonista di doppia, annunciata dimissione: una da segretario cittadino del Partito democratico, disponibilità offerta vocalmente al segretario provinciale Domenico Giampà al termine dell’Assemblea cittadina di lunedì scorso alla Casa delle Culture; una da capogruppo del Partito democratico che, da regolamento, va presentata all’Ufficio di presidenza.

 

 

Non si hanno notizie né dell’una né dell’altra. Né tantomeno risponde il telefono di chi rimane, fino a evidenza contraria, segretario cittadino e capogruppo Pd. Nulla di ufficiale. Se Celia veramente avesse presentato le dimissioni da capogruppo qualcosa sarebbe filtrato nei corridoi del Palazzo municipale, e sicuramente non avrebbe trovato divertente chiedere notizie sul Gruppo misto in previsione di una sua convergenza, come pure ha fatto con evidente intento scherzoso nello scambiare qualche battuta con i colleghi consiglieri.

 

 

E, per quanto riguarda le dimissioni da segretario cittadino, anche volendo considerare plausibile che queste siano state formalizzate nelle mani del segretario provinciale Giampà e del segretario regionale Nicola Irto, poiché si tratta del segretario cittadino del capoluogo regionale e non dell’ultimo asfittico comune, quelle saranno state ben prese in considerazione ed attentamente valutate con il più che probabile esito di rispedirle al mittente.

 

 

Tanto da far sorgere il sospetto che l’annuncio dimissionario del segretario sia stato una sorta di ballon d’essai, un palloncino lanciato in aria per vedere che aria tira per ricevere, di rimbalzo, un rinnovato atto di fiducia da parte della dirigenza del partito che è comunque eletta, a tutti i livelli, dopo lunga latenza e pertanto pienamente legittimata.

 

 

Se così non fosse, l’effetto delle dimissioni andrebbe ben oltre il gesto personale, provocando scossoni inusitati quando, giusto a un anno di giunta Fiorita, si è in procinto di un rimpasto, alla vigilia delle nomine nelle Partecipate e si è in attesa delle sospirate novità sul Psc. Troppo per giustificare una reazione tanto eclatante a critiche giunte nel corso di un’assemblea convocata proprio per discutere, per di più al chiuso, al riparo dagli organi di informazione.