Ridefinire le linee del PSC non è compito della Giunta

L’ex consigliere comunale Antonio Gigliotti critica il metodo adottato dalla recente delibera dell’esecutivo Fiorita. “Consiglio esautorato delle sue prerogative nel silenzio generale

Antonio Gigliotti, ex consigliere comunale di Catanzaro da sempre attento alle vicende urbanistiche della Città sui tre colli un mare e molte periferie, non perde occasione per intervenire sul tema, talvolta, ma anche no, stimolato dall’attualità amministrativa. Ieri, per dire, si è saputo che è stata programmata una seduta di Consiglio comunale per lunedì 7 agosto 2023 in cui, tra l’altro, si delimiteranno le aree di salvaguardia dagli effetti della ancora vigente legge regionale 25/2022, che sotto il cappello della rigenerazione e del riuso urbano, nasconde delle vere e proprie insidie per il destino prossimo delle porzioni di territorio cittadino che mal sopporterebbero aumenti volumetrici spropositati.
L’occasione è ghiotta per Antonio Gigliotti per riproporre il suo ritornello che pressappoco recita così: “Le vicende urbanistiche di Catanzaro presentano delle anomalie del tutto peculiari”.

 

Gigliotti, era l’incipit di un suo intervento sul Psc e dintorni del dicembre 2022, a cento giorni dall’insediamento della giunta “moviventista” di Nicola Fiorita che anche sul piano dell’urbanistica avrebbe dovuto interpretare un cambio di passo e di direzione. Adesso di mesi ne sono passati dodici, ma il Psc rimane al palo.
“Non vorrei sembrare magniloquente e sentenzioso, ma è giusto premettere che il Psc, dietro l’apparente schermo tecnico, deve servire per delineare l’identità culturale, le scelte strategiche di sviluppo accanto alla tutela dell’integrità fisica ed ambientale. Se posso indicare due momenti fondamentali del recente passato amministrativo in chiave urbanistica, li individuerei nell’atto di indirizzo del novembre 2016 di adesione al principio di consumo zero secondo la previsione della legge regionale 19/2002, che d’altra parte non faceva che riprendere la delibera n. 25 del 13 maggio 2015 che approvava gli indirizzi di pianificazione finalizzati alla redazione del Psc. Il disegno generale che si intravede risulta essere il contenimento dell’espansione urbana a favore di una strategia di riqualificazione e rigenerazione con azioni convergenti sull’obiettivo: incentivazione al recupero dell’esistente, concentrazione delle nuove residenzialità negli ambiti già parzialmente urbanizzati, riutilizzo degli edifici dismessi o parzialmente utilizzati. Ma, soprattutto, stabilire i criteri di intervento sulle tre aree tematiche di Germaneto, Giovino e Area portuale. Su questi temi si misurerà l’effettiva volontà e la concreta capacità del sindaco Fiorita di voltare pagina rispetto al passato, rispetto ad anni in cui si sono verificate le maggiori compromissioni del territorio. Dubito che ciò possa avvenire senza il suo fattivo contributo, insieme politico e tecnico”.

 

C’è la sensazione, prevalente a intermittenza, che il Psc di Catanzaro fin dalla sua concezione abbia sofferto di qualche indeterminata contrarietà saturnina. A iniziare dall’affidamento a titolo gratuito, ma forse anche prima…
“Sì, in effetti. Basta ricordare come l’Amministrazione Abramo sostenne a lungo la tesi secondo cui la legge regionale che fissava i termini perché i Comuni si dotassero del Piano strutturale, non si dovesse applicare a Catanzaro perché il suo Piano regolatore era stato approvato dai commissari nel 2002 dopo l’approvazione della Legge urbanistica regionale. Il contenzioso con la Regione e la melina sugli incarichi gratuiti portarono Abramo a conferire l’incarico “gratuito” per la redazione del Piano soltanto ne luglio 2018 allo studio Dinale, unico partecipante alla gara bandita dal Comune. Fatto sta che l’Amministrazione di centro destra non è stata in grado di dotare la Città di uno strumento di pianificazione facendo trascorrere inutilmente dieci anni che hanno sostanzialmente impoverito la città con la desertificazione del centro storico e la delocalizzazione di molte attività.

 

Vogliamo ricordare queste tappe, potrebbe essere un utile esercizio mnemonico alla luce degli ultimi sussulti di attività, che tratteremo subito dopo?
“Il Consiglio comunale con delibera n. 25 del 13 maggio 2015 approvò all’unanimità, gli indirizzi per la redazione del Psc. Nel marzo 2018 è stato assegnato in via definitiva l’incarico professionale a titolo gratuito con il solo rimborso delle spese per l’elaborazione del Psc e del Regolamento edilizio urbano. Il documento preliminare, completato e presentato dal gruppo di progettazione incaricato (il Rtp Studio D:RH Architetti e Associati) a luglio 2019 risultava in linea con gli “Indirizzi per la redazione del Psc” approvato dal Consiglio comunale nel 2015. La giunta comunale con delibera n.328 del 10 agosto 2021ha proposto al Consiglio comunale l’adozione del documento preliminare del Psc e del Reu. Senonché l’iter di approvazione della proposta di deliberazione n. 13660 del 1° settembre 2021 non è stato completato e
la proposta è stata pertanto annullata dalla segretaria generale per fine legislatura”.

 

Bene, arriviamo finalmente al tempo corrente, a quasi dieci anni dall’approvazione delle linee di indirizzo.
“Diciamo che Fiorita si è trovato davanti a un bivio. Poteva riproporre lo stesso atto oppure no, come ha infatti deciso, verificando il Documento preliminare raffrontandolo s alle linee di mandato 2022-2027. La nuova Amministrazione ha così chiesto al Rtp con capogruppo Dinale di ridefinire il Documento preliminare alla luce delle linee di mandato del sindaco Fiorita e dell’intervenuta legge regionale n. 25/2022, implementandolo con i Piani programmatici adottati dall’Amministrazione, come il Pums Piano urbano della mobilità sostenibile e con la visione programmatica della “Grande Catanzaro””.

 

Beh, fin qui tutto mi pare abbastanza legittimo e consequenziale. In fondo non si stravolge nulla, anche se il tempo è una variabile di cui pochi tengono conto. E così scivola via impunemente…
“Il problema arriva proprio adesso, è un portato delle ultime settimane. Anche inatteso, considerando le mosse preparatorie dell’assessore all’Urbanistica Iemma, che aveva svolto diverse iniziative anche pubbliche, anche incontrando gli ordini e le associazioni di categoria. Tutto lasciava supporre che si sarebbe trovata una sintesi da proporre al Consiglio comunale. Invece il 10 luglio la Giunta ha approvato una delibera, la 429, che dà mandato ai progettisti del PSC, per il tramite del settore pianificazione territoriale, di implementare e rimodulare il Documento preliminare, sostituendosi di fatto al Consiglio comunale. Il tutto è passato senza che si levasse una voce di dissenso sull’iter seguito per la formulazione della proposta, sulla sua legittimità il cui grado è dubbio essendo stato il Consiglio comunale espropriato delle sue proprie prerogative”.

 

Questo di Antonio Gigliotti è un giudizio negativo sul metodo. Anche se la delibera di Giunta comunale 429 del 10 luglio ha contenuti di per sé notevoli perhé prescrive di implementare il Documento preliminare del PSC secondo linee di indirizzo ben precise, arrivando a richiamare sia la visione della “Grande Catanzaro” sia la recente attribuzione della Bandiera Blu, “consentendo – è scritto nella proposta – l’attuazione di funzioni ripartite in forma strutturata e omogenea sul territorio comunale: 1. Polo sanitario d’eccellenza; 2. Città dello Studio – Università Magna Graecia; 3. Distretto di Giustizia; 4. Città del Mare: Porto, Polo fieristico, nuova Piattaforma depurativa; 5. Borgo delle Arti, della Cultura, dell’Alta formazione, del Gusto. Il nuovo PSC dovrà proporre una visione unitaria del territorio affidando a parti di esso un proprio ruolo nel funzionamento del sistema complessivo”. Il documento prosegue appunto mettendo in relazione le finzioni con i diversi nuclei urbani. Ma questo, direbbe il buon Carlo Lucarelli, è un altro discorso.