Solito bilancio regionale “ingessato”. L’aiuto come sempre viene dall’Europa

Oggi all’esame dell’Aula il Documento di Economia e Finanza e la nomina dei Garanti per disabili e vittime di reati

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Si apre alle 16 il Consiglio regionale della Calabria sotto la presidenza di Filippo Mancuso. Sono sei i punti all’ordine del giorno in gran parte di argomento finanziario e contabile, tra cui il riconoscimento di due debiti fuori bilancio, e due proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di presidenza, eredità della precedente seduta del 27 novembre, concernenti la nomina del Garante dei diritti delle persone con disabilità (in lizza Giuseppe Arfuso, Maria José Caligiuri, Giovanni Capacasale) e del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato (concorrono Giuseppe Arfuso, Antonio Lomonaco ed Ernesto Siclari). Ma saranno i tre punti iniziali ad attrarre particolarmente l’attenzione di consiglieri e assessori partecipanti, poiché incidenti notevolmente sugli equilibri finanziari dell’Ente. Anche per questo sono stati oggetto di discussione anche ieri pomeriggio con l’esame effettuato dalla seconda Commissione consiliare presieduta da Antonio Montuoro (Fratelli d’Italia) che sarà anche il relatore delle pratiche in Aula.
Si inizia con la proposta di provenienza dalla Giunta del Rendiconto esercizio 2022 dell’Agenzia Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura (ARCEA). Ieri in Commissione, presente il Commissario straordinario di Arca Francesco Alberti, a ribattere alla relazione di Montuoro si è adoperato il consigliere PD Raffaele Mammoliti che a parte i rilievi di merito ha chiesto se, rispetto alla grande mole di lavoro dell’agenzia, il personale ristretto nei numeri sia nelle condizioni di ottemperare a quanto di competenza e nei tempi dovuti.

L’aula di Palazzo Campanella passerà poi all’esame e all’approvazione del bilancio consolidato dell’anno 2022, comprendente le risultanze contabili del Gruppo di Amministrazione Pubblica ricompreso nel perimetro della Regione Calabria. I soggetti che ne fanno parte sono stati compresi in un elenco stilato dalla Giunta regionale il 28 dicembre 2022, suddivisi in organismi strumentali (Consiglio regionale), Enti strumentali controllati (ARSAC, ARCEA, ARPACAL, Calabria Verde, Calabria Lavoro, ATERP, Istituto per la Comunità Arberesh, Istituto per la Comunità Grecanica, Istituto per la Comunità Occitana, Ente per i Parchi Marini, Mediterranea Terina, Film Commission); Enti strumentali partecipati (Autorità regionale dei Trasporti); Società controllate in posizione di capogruppo (Ferrovie della Calabria, Fincalabra, Terme Sibarite, Sorical, Sacal).

Punto cruciale della seduta, a segnare l’inizio della sessione di bilancio, è l’esame e l’approvazione del Documento di economia e finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2024-2026. Il Documento, molto corposo (consta di 392 pagine e numerose e fitte tabelle), suddiviso in due sezioni (il Contesto di riferimento e il Piano programmatorio regionale – Gli obiettivi strategici, il sistema sanitario, gli ambiti della programmazione nazionale ed europea, il quadro generale di riferimento) tratteggia gli scenari economici e finanziari della Calabria “al fine di individuare e definire i principali elementi su cui incidere mediante adeguate politiche e azioni tese allo sviluppo e al benessere del territorio regionale”.

Nonostante i buoni propositi, il documento non può che ricalcare quanto riportato nelle sue precedenti edizioni, ovvero riferire di un bilancio “ingessato”, una vecchia e frustra metafora che sta a significare un bilancio impedito negli spazi di manovra, proprio a scapito degli obiettivi che il documento si prefigge.

Di fronte alla generale condizione dell’obbligo di equilibrio, occorre considerare come “gran parte delle entrate di bilancio, complessivamente pari a circa 5,98 miliardi di euro sia costituita da risorse assegnate dallo Stato o dall’Ue con vincolo di destinazione (87,1%), mentre solo il 12,9% circa delle stesse è soggetto alle scelte discrezionali da parte della Giunta e del Consiglio della Regione. Più in dettaglio, le entrate regionali, al netto delle risorse per la Sanità (66,9%), su base annua sono costituite in gran parte dalle risorse comunitarie, dal Piano di Azione e Coesione, dal Fondo Sviluppo e Coesione, nonché da ulteriori fondi di natura vincolata assegnati a vario titolo dallo Stato o da altri soggetti. Tali risorse sono utilizzabili esclusivamente per le finalità per cui sono state assegnate o per quelle concordate con il livello superiore di Governo (es. Accordi di programma). Le entrate libere da vincoli da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione ammontano, invece, a 774 milioni di euro pari, a circa il 12,9% delle risorse attualmente iscritte in bilancio nella annualità 2024”.

Esistono, naturalmente, anche le entrate proprie. Ma gran parte di tali risorse, pur soggette alle scelte discrezionali della Giunta e del Consiglio, è di carattere obbligatorio e difficilmente comprimibile nel breve periodo (personale, mutui, accantonamenti ai fondi previsti per legge), mentre altre risorse, anche consistenti, sono difficilmente manovrabili, in assenza di riforme strutturali, in quanto ineriscono a trasferimenti ad enti strumentali, all’erogazione di servizi (trasporti, politiche sociali), al precariato più o meno storico. Per tale motivo, negli ultimi anni le scelte discrezionali sull’utilizzo delle risorse autonome sono diventate via via più limitate”.

A fronte di questo quadro, nelle parti conclusive del documento, laddove si tratta delle azioni da intraprendere, si deduce che “un intervento di natura strutturale capace di incidere sulla legislazione regionale esistente, sui meccanismi di spesa consolidatisi nel tempo soprattutto nei confronti del variegato panorama degli Enti sub regionali è comunque difficile da attuare, fermo restando che ormai da diversi anni si è proceduto in ogni caso ad una spending review generalizzata, evitando al contempo di mettere in campo manovre espansive della spesa, peraltro complicate da attuare. L’idea che tutti i problemi della Regione, da quelli occupazionali a quelli che affliggono Enti locali e Società, possano essere risolti con questa fetta del bilancio della Regione, continua imperterrita a persistere malgrado sia ormai chiaro da diversi anni l’esatto contrario. Per tale motivo la situazione deve essere ben compresa da tutto il sistema regionale, dal livello politico nel suo complesso, dalle forze sociali, dagli enti locali e da tutto l’apparato burocratico. È sull’altra fetta del bilancio, ben più corposa, che devono essere concentrati gli sforzi e l’attenzione della politica e della burocrazia regionale. Appare evidente, infatti, in tale contesto, come le risorse finanziate dall’UE e dallo Stato, attualmente allocate nel bilancio, nonché quelle previste dal P.N.R.R., dalla nuova programmazione unitaria 2021-2027 e dai fondi destinati alla perequazione infrastrutturale, possono costituire una opportunità irripetibile per contrastare il deterioramento del tessuto economico finanziario calabrese, attraverso una idonea azione di accelerazione degli investimenti, per avviare finalmente in questa Regione un percorso di sviluppo sostenibile e duraturo”.

Le azioni da porre in essere – “senza indugio” dice il DEFR –  sono le seguenti: la tutela e il recupero dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni; la progressiva riduzione del contenzioso e dei pignoramenti; la riduzione delle spese negli Enti sub regionali; l’accelerazione del pagamento dei debiti commerciali; l’aumento delle entrate e recupero dell’evasione fiscale; la salvaguardia della disponibilità di cassa; Intervenire sull’apparato amministrativo regionale anche attraverso il potenziamento e la reale integrazione dei sistemi informatici regionali e una più efficiente allocazione e gestione del personale

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