Il giorno dopo la crisi di giunta, tra i corridoi di Palazzo De Nobili

C’è attesa per il Consiglio comunale odierno, i consiglieri attendono le comunicazioni politiche del sindaco Fiorita. I possibili scenari

Più informazioni su

Non si può certo dire che la crisi della giunta Fiorita promossa dallo stesso sindaco – in sintomatica sincronia con l’altro avente causa, il consigliere Antonello Talerico – sia stata un fulmine a ciel sereno. Non solo perché tuoni e lampi hanno imperversato ieri sera sul capoluogo calabrese fuor di metafora, ma anche perché la svolta è stata preceduta dal lungo accumularsi di tensioni sia politiche, vedi le redivive interpartitiche, sia amministrative, vedi bando raccolta.

Anzi, l’effetto prevalente nei consiglieri comunali, da quanto si è potuto constatare direttamente stamattina nei corridoi di Palazzo De Nobili, non era di smarrimento men che meno di preoccupazione. Anzi, al cronista è sembrato avvertire quasi un sentimento di alleggerimento rispetto ai giorni scorsi, quando l’incertezza regnava sovrana insieme agli interrogativi sulle mosse prossime venture del primo cittadino che, ieri, nella nota di accompagnamento all’azzeramento dell’esecutivo, ha voluto ricordare la pienezza delle sue prerogative.

Gli interrogativi, a dire il vero permangono tutti, ma avere tracciato una linea netta da cui ripartire ridà comunque slancio all’azione di Fiorita apparsa nelle ultime settimane compressa tra due diverse forze traenti: da una parte la rinvigorita coalizione di centrosinistra, dall’altra la consistenza, nei numeri e nei contenuti, della componente centrista che si richiama a Talerico. 


Oggi, come si sa, è in programma un Consiglio comunale per il quale è facile prevedere uno svolgimento alquanto tempestoso, anche se qualche voce isolata ha anche prospettato il suo rinvio. Ipotesi però minoritaria. Nelle previsioni e nelle attese dei consiglieri trova spazio la necessità e l’urgenza di una dichiarazione preliminare del sindaco su cui impiantare il successivo sviluppo del dibattitto che si prevede acceso, questa volta a ragion veduta rispetto ad altre recenti occasioni.

Il sindaco nella nota di ieri si è riservato un tempo di dieci giorni al termine dei quali darà corpo alla nuova giunta. Inutile quindi attendersi novità sconvolgenti dalle sue comunicazioni all’Aula. Piuttosto si possono prevedere le soluzioni cui perverrà alla fine del percorso, perché le realmente percorribili sono poche, in ciò condensando le diverse suggestioni carpite questa mattina tra i consiglieri di diversa estrazione. 
Questione preliminare utile a futuri sviluppi: la rottura tra Fiorita e Talerico è vera o rientra in una sorta di gioco delle parti? La tendenza è per la prima delle due, e darle consistenza sono i toni molto decisi fatti trapelare ieri dal gruppo Talerico ma anche dal richiamo venuto dal segretario provinciale di Forza Italia, nonché corifeo dell’opposizione comunale, Marco Polimeni, sostanzialmente teso all’ordine di partito. D’altra parte per risolvere il quesito, basterà attendere la composizione della prossima giunta, di quanto sarà politicamente diversa dall’attuale nella quale ben tre assessori sono ascrivibili al consigliere regionale (Arcuri, Borelli, Pino). Di converso, gli occhi di tutti sono puntati sulle intenzioni reciproche tra centrosinistra e Azione, tra Nicola Fiorita e Valerio Donato, tanto per personalizzare.

L’impressione ricavata da diversi colloqui è che, una volta interrotto il rapporto preferenziale con Talerico, i tre consiglieri di Azione (Donato, Parisi, Veraldi) possano trovare interesse a intavolare un discorso costruttivo con sindaco e centrosinistra, sempre se questi ultimi siano interessati a coinvolgerli su alcuni punti preminenti e per loro dirimenti, quali, citiamo a volo: Partecipate rapporti con Università, forte sforzo manutentivo. Programma forse minimale, ma concretamente riferito ai tre anni scarsi che ci separano dalle nuove amministrative. Altra ipotesi, che per la verità non esclude l’ultima: Fiorita si presenta con un esecutivo di alto spessore, più votato al tecnico che al politico, con il quale presentare programmi e progetti alla libera valutazione dell’Aula, senza maggioranza precostituita a priori. Opinione comune, per la verità ammessa a mezza bocca da buona parte consiliare, è che le intenzioni di voto positivo sarebbero superiori alle negative.

In ciò venendo, paradossalmente, anche incontro a quanto sostenuto in più occasione da quella che si potrebbe definire “opposizione ombra”. Non perché la sua contrarietà all’attuale gestione comunale non sia esplicita e manifesta (anzi…), quanto per l’abitudine dello stato maggiore di Lega (il capogruppo Riccio, il leader cittadino Longo) di riunirsi sotto la chioma dei quercioli a fianco di Palazzo De Nobili: lì elabora strategie e insieme prende un po’ di frescura. Come non essere d’accordo.

Più informazioni su