Talerico: sfiducia a Fiorita subito, dimissioni a gennaio, si voti a giugno.
Ma anche no

Intanto si ricompatta il centro destra, possibile il suo rientro nel gruppo consiliare di Forza Italia

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Nessun dissidio di natura ideologica o politica all’origine del “divorzio” tra Nicola Fiorita e Antonello Talerico che rappresenta uno degli effetti (o delle cause, il dubbio permane ancora oggi) dell’azzeramento di giunta deciso dal sindaco un attimo prima o un attimo dopo (la tempistica è tutta da verificare) come esito inatteso della verifica di attività amministrativa (“il tagliando”) lasciata crescere su se stessa per un’intera estate ed esplosa a inizio settembre.

Generico settembre 2024

È la premessa da cui è partito il consigliere regionale di Forza Italia e comunale di Catanzaro nell’introdurre la conferenza stampa in cui ha fornito la sua visione dell’attuale quadro amministrativo che vede il sindaco impegnato nel tentativo di ricostituire un esecutivo – si è concesso dieci giorni di tempo di cui tre o quattro sono già trascorsi – che traghetti la città fino a conclusione consiliatura, nel rispetto confermato delle linee programmatiche a suo tempo presentate. Al traguardo mancherebbero ancora tre anni e la credenza generale è che in qualche modo ci si arriverà, anche se non si può escludere del tutto l’altra eventualità, ovvero la sua interruzione anticipata derivante dalla sottoscrizione e il deposito della volontà della maggioranza dei consiglieri comunali – diconsi quantomeno diciassette sui trentatré in carica – di far decadere sindaco giunta consiglio e tutto il cocuzzaro.

Generico settembre 2024

In proposito, ha consigliato Talerico in conferenza stampa, se proprio ci si deve arrivare, e non è per contrario a prescinder, meglio farlo a gennaio/febbraio che subito, nella considerazione che farlo adesso significherebbe condannare la Città a perlomeno un anno di commissariamento, e sarebbe una paralisi che non sopporterebbe nella “condizione di coma” – ipse dixit – in cui si trova. La diagnosi dello stato di salute cittadina, con una prognosi che definire riservata è poco – “Se continua così ci vorranno altre due consiliature perché si riprenda” – arriva non senza torsione da parte di un ex esponente di maggioranza che fino al penultimo Consiglio comunale si era speso in prima persona e con tutte le abilità della sua arte oratoria per difendere l’operato di una giunta e di un sindaco che ora definisce insufficiente e non rispondente né alle attese né alle necessità. Questioni di metodo e di merito, che sono le ragioni che secondo Talerico hanno portato alla rottura.

Nonostante la funzione che gli è stata attribuita, di “sindaco ombra” – che rifiuta perché non si reputa ombra di nessuno – il consigliere regionale rivela che in effetti né lui né i suoi assessori – ne annoverava tre la seconda versione della giunta Fiorita – sono stati messi nelle condizioni di poter contare realmente sulla conduzione amministrativa, perché le decisioni ultime sono sempre state appannaggio del sindaco che alla condivisione di maggioranza avrebbe sempre preferito fare di testa sua o al massimo dopo una consultazione con un cenacolo ristretto e neanche intraneo all’amministrazione. Nel merito, molto di ciò che Talerico e i suoi hanno via via proposto – in relazione a centro storico, piano di manutenzione straordinaria, illuminazione pubblica, project financing cimiteriale, piano del commercio, parcheggi, rapporti con l’Università, isola pedonale – è stato ascoltato, posticipato a data da definire e infine messo da parte.

Insomma, nonostante una compattezza di facciata, tra l’altro spesso esibita, i rapporti nella ex maggioranza e nella giunta sarebbero giunti a un tale grado di sopportazione che, ha detto testualmente, “spesso entravamo nelle riunioni e neanche ci salutavano”. Insomma, un rapporto logoro la cui fine, verrebbe da concludere, dovrebbe risultare una liberazione. 
Sulle prospettive, il quadro tracciato dal consigliere regionale è altrettanto complicato. Intanto, stigmatizza come massimamente incoerente il tentativo in atto – o in potenza – di fare convivere nella stessa futura maggioranza i tre consiglieri di Azione che, in tal caso, dovrebbero gettarsi alle spalle le accuse elargite a piene mani di atti illegittimi su diversi provvedimenti amministrativi per i quali più volte hanno manifestato avversione e pubblica denuncia.

Per non parlare dell’alto coefficiente di incoerenza insito in un futuro accordo Fiorita – Donato finora “l’un contro l’altro armati”. Se poi si volesse passare dalle parole ai fatti, visto che sente e legge della disponibilità di diversi consiglieri al ritorno alle urne, ha anche un suggerimento operativo: ci si conti in Consiglio su chi vuole proseguire l’esperienza o decretare il game over, si firmi intanto un atto di sfiducia che da sé non comporterebbe nulla se non un impegno con la pubblica opinione al quale a tempo debito si facciano seguire le dimissioni effettive.

Talerico però pensa anche al prosieguo della consiliatura, perché in fondo ammette che si arriverà alla fine naturale. Non trova per nulla scandaloso, anzi nell’ordine delle cose, che possa confluire nel gruppo consiliare di Forza Italia – in sala ad ascoltarlo il collega consigliere comunale e coordinatore provinciale Marco Polimeni – anche assumendo il ruolo di capogruppo, pur premettendo che nessuno del gruppo dirigente azzurro regionale o provinciale ha mai interferito sulla sua collocazione in ambito comunale. Piuttosto lascia intravedere la possibilità che continuino a vivere i tre gruppi consiliari di ispirazione civica che ha in dote, mentre ammette di non essere sicuro che tutti i consiglieri che ne fanno parte – sono sei in tutto, lui compreso – lo seguiranno nella sua decisione di passare all’opposizione. Di sicuro, costoro, ai quali concede l’assoluta legittimità personale della scelta, non potranno più candidarsi nell’ambito del centro destra. 
Un cenno merita il contesto nel quale la conferenza stampa si è svolta, nella sala concerti di Palazzo de Nobili. Solo un sottile diaframma di parete separava Talerico dall’ufficio del sindaco Fiorita giunto in contemporanea con il suo inizio, che avrà ascoltato per forza di cose a meno di isolarsi con un paio di cuffie. Così lontani, così vicini.

Non c’è acredine personale tra i due, anzi. Di sicuro, non si scontreranno più da candidati sindaco. Non sappiamo le future intenzioni di Fiorita, Talerico anticipa che non si ricandiderà più nel ruolo. Lo stesso ha assicurato, in altra sede, Valerio Donato. Al prossimo turno, non sindaco cercasi, bensì candidato sindaco inventasi.

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